Wireless. In mostra dieci opere recenti, olio su tela, di medie dimensioni. L'impatto tecnologico sulla nostra percezione ha guidato questo ultimo ciclo di lavori, nati dalla curiosita' dell'artista verso l'etimologia della parola bluetooth.
In mostra verranno presentate dieci opere recenti, olio su tela, di medie
dimensioni. L'impatto tecnologico sulla nostra percezione ha guidato questo
ultimo ciclo di lavori di Alessandra Di Francesco, nati dalla curiosità
dell'artista verso l'etimologia della parola bluetooth. Il nome è ispirato
al re di Danimarca Harald Blatand (Harold Bluetooth in inglese), abile
diplomatico che riuscì ad unificare, attraverso una sola guerra, tutti la
penisola in nome di un'unica religione, il cristianesimo.
Ciò che ha maggiormente colpito l'artista è che gli artefici della
tecnologia bluetooth hanno ritenuto il nome adatto a mettere in
comunicazione dispositivi diversi, così come il re vichingo riuscì ad unire
i popoli della penisola scandinava con la religione.
"Il mio – spiega l'artista – è ancora un lavoro sulla preziosità dei tessuti
e la sua interazione con le tecnologie; uno sposalizio tra il bluetooth
(tecnologia wireless) e antichi merletti. Ritengo sia necessario andare a
pescare dal passato, dalla tradizione, per procedere ed avanzare nell'era
globale, nel flusso tecnologico e l'impatto che ha sui nostri sensi". Questo
ha dato vita ad un numero di lavori dove compaiono soggetti, presi in
prestito dalla storia, abbigliati con vesti e trame contemporanee,
restituendo ai loro volti un guizzo del presente. Il filo, anche laddove
manca, traccia la strada del lavoro dell'artista che, non lasciando mai né
il soggetto né la figura, li usa per indagare su ciò a cui rimandano, sulla
loro vera natura e comunicazione di sé.
La ricerca di Alessandra Di Francesco nell'antico, nei volti e nelle trame,
è un riposo sensoriale nel procedere avanti. Questa commistione tra antico e
presente, è ancora una volta concentrata sull'idea iniziale del suo lavoro:
recuperare, salvare, restaurare, per poter restituire alla pittura, nella
sua accezione espressiva, un'idea unica ed insostituibile.
L'Associazione Studio Or nasce dalla volontà delle promotrici, Emanuela
Amici, Giorgia Calò e Lavinia Lais, di dare vita ad un punto d'incontro per
chi desideri avvicinarsi o conoscere meglio l'arte contemporanea in tutte le
sue espressioni. Obiettivo primario dell'Associazione, mediante varie
iniziative culturali, è quello di creare un collegamento diretto tra gli
artisti e il pubblico. Nella convinzione che sia necessario un processo di
democratizzazione e divulgazione dell'arte contemporanea, troppo spesso
ritenuta materia complessa, decifrabile solo da chi opera nel settore, lo
Studio Or si rivolge ad un pubblico eterogeneo, composto da chiunque senta
la curiosità di conoscere da vicino il processo creativo attraverso la voce
degli artisti.
Inaugurazione Mercoledì 25 febbraio 2009, ore 18.30
Associazione Culturale Studio OR
Via G. Pisanelli, 4 - Roma
Orari: lun-ven 15.30-19.30 sabato su appuntamento
Ingresso libero