Architettura Arte Moderna - AAM
Roma
via dei Banchi Vecchi, 61
06 68307537
WEB
Guido
dal 1/3/2009 al 27/3/2009
tutti i giorni ore 16-20

Segnalato da

Gabriel Vaduva




 
calendario eventi  :: 




1/3/2009

Guido

Architettura Arte Moderna - AAM, Roma

I'vorrei che tu Carlo ed io fossimo presi per incantamento... Una mostra dedicata al rapporto culturale, professionale e di amicizia tra Carlo Aymonino, Guido Canella e Aldo Rossi, di cui vengono presentati disegni e progetti autografi, nonche' testimonianze documentarie, di foto, cartoline e appunti. Una sezione della mostra e' dedicata alle fotografie di Gabriele Basilico.


comunicato stampa

A cura di Francesco Moschini
Coordinamento di Valentina Ricciuti e Gabriel Vaduva

Si inaugura lunedì 2 Marzo 2009 presso l’A.A.M. Architettura Arte Moderna la mostra “Guido, i’vorrei che tu Carlo ed io fossimo presi per incantamento...”, dedicata al rapporto culturale, professionale e di amicizia tra Carlo Aymonino, Guido Canella e Aldo Rossi, di cui vengono presentati disegni e progetti autografi, nonchè testimonianze documentarie, di foto, cartoline e appunti. Una sezione della mostra è dedicata alle foto d’epoca di Gabriele Basilico, dedicate alle opere dei tre grandi architetti. Più che rivolgere lo sguardo alle singole poetiche autoriali questa nuova iniziativa, che fa seguito alle recenti occasioni espositive curate da Francesco Moschini, responsabile Scientifico e Culturale dell’A.A.M. Architettura Arte Moderna, a Roma per l’Accademia di San Luca (dicembre 2007) e a Milano, per il Politecnico (gennaio 2009) per rendere omaggio alla figura di Aldo Rossi, intende presentare testimonianze di un’inedita dimensione “privata” e “pubblica” del lavoro dei tre autori, a partire dalla metà degli anni ’60, per riconfermare la loro attualissima forza propositiva nonchè il carattere di testimonianza “operante” e sempre attiva del loro ruolo di maestri, cosi diverso e lontano dalla auratica coralità con cui, particolarmente negli ultimi anni, la critica meno attenta ed un pubblico sempre più distratto e dedito al puro “consumo” sembra aver avuto attenzione soltanto verso il generalizzante registro delle “archi-star”. Di Carlo Aymonino viene tracciato un percorso attraverso alcuni disegni autografi e inediti, dal progetto per Mestre, con Costantino Dardi (1967) al Quartiere Gallaratese di Milano (1968) ai progetti per Bolzano (1979), per Pesaro (1981) per la Giudecca di Venezia, con Aldo Rossi (1985), fino alle esperienze più recenti come il Campidoglio di Roma (dal 1994). Di Guido Canella viene ripercorsa la complessità formale e architettonica di progetti che vanno da quelli per Segrate (1962), a Pieve Emanuele (1972), a Pioltello (1976 e 1990), fino alle esperienze più urbane legate alla città di Milano in cui è evidente questo rimando e intreccio continuo tra intuizioni precedenti, riprese con declinazioni e complessità impreviste e inedite e folgoranti risoluzioni.

Di Aldo Rossi vengono presentate le grandi tavole per il progetto di Parma (1964), accostate a piccole ma straordinarie riflessioni poetiche attorno ad alcuni suoi progetti come quello per il Cimitero di Modena (1971), per il Municipio di Muggiò (1976), per il Teatro del Mondo (1979), in cui è evidente la propensione del grande maestro scomparso, per le costruzioni paratattiche, per quella idea di costruzione osteologia, per quella continua propensione alla “compiutezza” da solido platonico, per quell’idea, infine, di città, “per pezzi e per parti”. A partire dal titolo, che nel rievocare le oniriche frequentazioni stilnoviste di Dante riconsegna i termini del discorso alla sfera dell’intimità, del rapporto esclusivo riservato a “pochi spiriti eletti”, la situazione immaginata per la mostra si identifica non soltanto con il ritratto, dei primi anni Ottanta, delle tre figure di Aymonino, Canella e Rossi, quanto piuttosto con il sistema di relazioni, di scambi di idee, di occasioni condivise di cui quell’immagine non rappresenta che un’istantanea, fugace apparizione. Affiancando ai preziosi materiali d’archivio, ai documenti e a un’ininterrotta reciproca corrispondenza sul piano culturale, alcuni dei disegni redatti per i più noti progetti dei tre architetti, la mostra propone poi una rilettura fotografica d’autore delle loro opere, a

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