Toiles, objects, cordes et filets. L'esposizione propone una selezione di circa 30 opere, una panoramica dei principali linguaggi che l'artista francese ha toccato nel corso della sua ricerca. Cifra del lavoro di Viallat: il richiamo alla primitivita', l'essenzialita', l'anti-forma. A cura di Annamaria Maggi.
Da sabato 28 febbraio sino a sabato 11 aprile 2009 la Galleria Fumagalli presenta la mostra “Claude Viallat.Toiles, objects, cordes et filets”.
A cura di Annamaria Maggi, l’esposizione propone attraverso una selezione di circa 30 opere, tra tele, oggetti, corde e reti, una panoramica dei principali linguaggi che il grande artista francese ha toccato nel corso del lungo suo lavoro di ricerca. Tra le opere presentate in mostra, in particolare, gli oggetti, le corde e le reti costituiscono un corpus di opere recenti, per la prima volta esposte in Italia. L’esposizione offre dunque la possibilità di scoprire e conoscere nella sua interezza la complessità del percorso dell’artista.
Cifra comune del lavoro di Viallat: il richiamo alla primitività, l’essenzialità, l’anti-forma, che da sempre contraddistinguono l’espressione artistica dell’artista nato a Nîmes, in Francia, nel 1936, dove ancora oggi vive e lavora.
Il suo linguaggio si manifesta sin dagli anni sessanta, nel clima culturale stimolante e vivace che si respira in Francia all’epoca. Claude Viallat muove dall'esigenza di rivisitare la genealogia della pittura astratta e la seduzione dell'informale (senza dimenticare Cézanne e Matisse) e individua una forma base, sua caratteristica distintiva. Una sorta di anti-forma essenziale, anonima, quasi primitiva, una “impronta” che nella ripetitività trova compiutezza e forza: la tela lasciata libera, sospesa sul muro è disseminata di queste “impronte”, con un risultato assolutamente personale, inimitabile, essenziale e ipnotico al tempo stesso.
L’altro elemento inscindibile del lavoro di Viallat riguarda la ricerca di supporti non comuni, inusuali, inaspettati: tele, teloni, tende da campeggio, ospitano le anti-forme e si sviluppano nello spazio saturandolo, divenendo parte di esso. L’opera convive con l’oggetto-supporto che non perde le tracce dei precedenti utilizzi che rimangono, al contrario, ben visibili. Nell’opera di Viallat costante sembra essere la rappresentazione della “tenda”, il luogo dell’inizio, l’architettura mobile, multipla, errante in cui lo spazio si trasforma in vita reale.
La percezione rarefatta, il ritmo, il colore, il segno e l’aderenza alla libertà sembrano essere ciò che l’artista sottintende nel presentare la sua arte, che si esprime anche attraverso una originale produzione scultorea legata a oggetti di recupero, alle corde e alle reti, che anch’esse come le tele, rimandano all’interesse e allo stupore dell’artista per le situazioni primordiali, le azioni fondatrici, le operazioni elementari, fondamentali, per le matrici dell’esistenza.
CLAUDE VIALLAT
Nasce a Nîmes, in Francia, nel 1936.
Studia all’Ecole des Beax-Arts di Monpellier e nel 1958 all’Ecole des Beaux-Arts di Parigi, dove frequenta l'atelier di Raymond Legueult, e conosce, tra gli altri, Robert Rauschenberg, Jackson Pollock, Sam Francis e Morris Louis. In questo periodo abbandona definitivamente la verticalità, rifiuta il cavalletto per dipingere per terra e al sole, applicando mélange di gelatine, pigmenti e acqua direttamente sulla tela grezza.
Nel 1964 è professore alla Scuola di Arti Decorative a Nizza, e nel ’67 all’Ecole des Beaux-Arts di Limoges. Nel gruppo Ecole de Nice espone dal 1966 al 1969 con gli artisti appartenenti ai movimenti del Nouveau Réalisme (Arman) e Fluxus (Ben Vautier, Bernar Venet) e con quelli che in seguito saranno i suoi compagni del gruppo Supports/Surfaces, di cui è fondatore, allestendo le mostre in luoghi non deputati all'arte come spiagge, strade di villaggi, siti naturali, rivendicando quindi un ruolo non comprimario della provincia nei confronti della esclusiva Parigi.
Claude Viallat ha partecipato a numerose rassegne nazionali e internazionali come membro del Gruppo Supports/Surfaces, da cui si separa nel maggio del 1971. Negli anni seguenti partecipa a importanti esposizioni, tra cui la mostra antologica del 1982 al Centre Georges Pompidou di Parigi e nel 1988 è chiamato a rappresentare la Francia con una sua sala personale alla Biennale di Venezia.
Nel 1997 la collezione del Centre Georges Pompidou, che comprende alcuni suoi lavori, è esposta nelle sale del Contemporary Art Museum di Tokyo. Nel 1998 la mostra Claude Viallat, Rèpètition, è ospitata in Cina negli spazi del Sanghe Museum di Chengdu, del Kumning Miseum di Kumning e del Donguy Museum di Heping. Sempre nel 1998 una sua personale è ospitata negli spazi del Centre d’Art Contemporain a Le Cailer, e nel 1999 espone all’Institut Francais a Rabat, in Marocco. Nel 2000 allestisce una personale al Musèe d’Art Moderne di Saint Etienne, nel 2001 al Mube Museum di Sao Paulo in Brasile e nel 2003 al Musèe Auguste Chabaud a Graveson en Provence. Nel 2004 espone a Città del Messico e a Singapore e nel 2005 al Museo Matisse di Cateau-Cambressis e al Museo di Clermont-Ferrand.
Nel 2006 vince il Fine Arts Academy’s Prize of Painting della Fondazione Simone e Cino del Duca ed espone in prestigiose istituzioni francesi, dal Centre Européen d’Actions Artistiques Contemporaines, a Strasburgo, al Centre d’Art de l’Yonne ad Auxerres, alla Mairie du Perthus, al Castello di Villeneuve a Vence. Nel 2007 prosegue l’intensa attività espositiva che lo vede impegnato sempre in Francia alla Maison des Arts di Malakoff e al Musée Municipal de St Gaudens, ad Arles con la Fondation Van-Gogh, a Parigi con “Le toile postales” al Musée de La Poste e in Germania con un progetto all’aeroporto Butszweilerhof di Colonia. Nel 2008 è in Italia con una personale alla Fondatione Zapettini a Milano e quindi alla Fondation Salomon Annecy Musée de Gajac di Villeneuve sur Lot, alla stazione SNCF di Nîmes con il celebre “Recto/verso”. Nel 2009 sarà in febbraio nel Mali, presso il Musée National et Quartiers d’Orange a Bamako, in marzo al Musée Matisse di Cateau-Cambressis, e quindi in Irlanda al Museo di Belle Arti di Brest.
Il rapporto di Claude Viallat con la Galleria Fumagalli inizia nel 2003, con l’esposizione di un corposo nucleo di grandi tele colorate, disseminate dalle sue caratteristiche “impronte”, realizzate ad hoc utilizzando come supporto parti di tende da campeggio lasciate integre con lacci, cerniere, corde ed elastici.
Ufficio stampa: Manfredi Studio di Paola Manfredi Milano tel 335 5455539 press@paolamanfredi.com
Inaugurazione sabato 28 febbraio ore 18.30 - 20.30
Galleria Fumagalli
via Giorgio Paglia, 28 - Bergamo
Orari: da lunedì a sabato ore 10-12.30 e 14.30- 19.30