Giramondo. Paesaggi, di solito metropolitani, elementi architettonici, plastici, sollecitazioni estetiche catturate dalla macchina fotografica o, piu' spesso, dal tratto di una matita o un pennarello sui fogli di un blocco.
La pittura di Mary Cinque come fenomeno urbano (remix)
Da Napoli a Londra, dal’ex rifugio antiaereo di Largo Baracche nei quartieri spagnoli al Foundry, ex fonderia nel cuore di Londra, Mary Cinque conferma la sua natura urbana, la volontà di confrontarsi con spazi alternativi al cosiddetto sistema dell’arte.
Mary Cinque osserva la metropoli contemporanea, la vive, con la convinzione che l’arte possa avere ancora un ruolo importante nella ridefinizione della città odierna in particolare guardando all’individuo e alla collettività come protagonisti assoluti della scena urbana.
Paesaggi, di solito metropolitani; elementi architettonici, plastici, sollecitazioni estetiche catturate dalla macchina fotografica o, più spesso, dal tratto di una matita o un pennarello sui fogli di un blocco che ha sempre con sé raccontano la nostra società difendendone la bellezza: un atteggiamento morale prima ancora che un piacere per lo sguardo. Philadelphia, New York, Napoli, Milano, Barcellona, Budapest, Berlino costituiscono le tappe principali delle sue peregrinazioni, la materia da cui la pittrice trae le sue storie.
Sono, sostiene Wenders, sempre le città, i luoghi in cui si vive, in cui ci si trova in un determinato momento che mostrano una storia, una prospettiva da seguire e catturare con lo sguardo.
Mary Cinque raccoglie «istantanee di vissuto intimo e familiare» - come ebbe modo di definirle Adriana de Manes in occasione della mostra tenuta in Villa Rufolo a Ravello - visioni, memorie, emozioni, luoghi, schegge di vita che s’intrecciano nel racconto di una visione, nell’affermarsi di un’utopia, quella della riappacificazione di “Apollo con la democrazia”. Penso ai lavori del 2007 - Nolita, Avenue, Surf Av(Ny), Hudsonrmx – alla loro freschezza, alla semplicità con cui Mary manifesta la sua idea di città quale, utilizzando le parole di Restany, “serbatoio d’arte con il suo traffico, con le sue secrezioni umorali – i comportamenti della gente – attraverso tutte le possibilità d’incontri ed interscambi”.
Adesso Londra, altro giro sulla giostra dell’immaginazione, altro viaggio da raccontare, un’altra esperienza da assaporare e ricordare. L’occasione per un altro viaggio.
Pasquale Ruocco
The Foundry
86 Great Eastern Street - London