Opere dal 1970. La mostra propone ventiquattro tele che raccontano una pittura dove si mescolano razionalita' e irrazionalita', mostrando il processo evolutovo di un uomo, del suo pensiero e del suo segno. A cura di Francesca Ferrarini.
a cura di Francesca Ferrarini
Giuseppe Marino presenta nello spazio di San Sebastianello 16b (angolo Piazza di Spagna) una retrospettiva sul lavoro del Maestro Giorgio Griffa: ventiquattro tele raccontano una pittura che si avvale dell’uso della della ragione anche nei confronti dell’irrazionale, e mostrano l’evoluzione di un uomo, del suo pensiero e del suo segno. Colore e segno si accompagnano uno all’altro, dialogano su livelli paralleli ed ad un certo punto si interrompono lasciando correre sulla tela bianca il pensiero; controllati, leggeri, sobri ma decisi, i segni ci raccontano razionalmente un sentimento che d’incanto svanisce lasciando posto all’irrazionale e al sogno, con lo stesso dolce senso di smarrimento di fronte all’enormità dell’infinito del “M’illumino d’immenso” di Ungaretti.
Giorgio Griffa, Artista torinese, dipinge dagli anni Sessanta. Sin dai primi lavori esprime, come egli stesso ricorda, un’idea di arte come forma di conoscenza in grado di svelare quell’ignoto che diviene al tempo stesso conosciuto e inafferrabile. Il segno è l’elemento che caratterizza ogni lavoro, un segno deciso ma leggero, che non ha scopi simbolici o evocativi ma che rappresenta unicamente sé stesso. Da “semplice” traccia regolare, il segno come “linea” si trasforma negli anni e diventa arabesco, spirale e numero; il colore al tempo stesso diviene sempre più definito, deciso, vivace; la semplicità segnica degli anni settanta si trasforma ma il parallelismo dei tratti è sempre presente, ricordandoci che la pittura di griffa è un gesto più razionale che evocativo.
La mostra percorre l’intera evoluzione del linguaggio dell’Artista sino ad oggi, proponendo lavori su tela di dimensioni diverse e di tutti i decenni che hanno segnato la storia di questo linguaggio. Dai rigorosi segni su tela bianca si passa alla più sinuosa e vivace pittura su garza scura degli ultimi anni, che sembra sintetizzare tutto il percorso precedente. La chiave di lettura dei lavori la propone l’Artista stesso, che ha dedicato questa mostra, ancora una volta, a Italo Calvino, che nelle Lezioni Americane ha affrontato gli stessi temi che secondo l’artista caratterizzano la propria pittura e sono in grado di descriverla ossia ”Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità, Consistenza”. Accanto alle opere del Maestro citazioni delle Lezioni Americane raccontano le tele.
La mostra e' accompagnata da un catalogo realizzato per l'occasione con un testo di Giorgio Griffa e alcuni frammenti dalle Lezioni Americane di Italo Calvino.
Breve Biografia _Nel 1970 inizia la sua attività espositiva in mostre collettive (gallerie di Ileana Sonnabend a New York e Parigi). Nel 1972 presenta la sua prima mostra personale a Roma (libreria Godel) con il titolo “io non rappresento nulla, io dipingo”. Fra le partecipazioni più significative si ricordano le Biennali di Venezia del 1978 e del 1980 e la fondamentale esposizione curata da Michel Calura nel 1973 a Parigi, Monchengladbad e Anversa, dal titolo “Une exposition de peinture réunissant certains peintres qui mettraient la peinture en question”. La sua partecipazione al dibattito attuale della arti si esplica anche con la pubblicazione di alcuni testi: Non c’è rosa senza spine del 1975, Cani sciolti antichisti del 1980, Drugstore Parnassus del 1981, In nascita di Cibera del 1989, Di segno in segno (con Martina Corgnati) del 1995, Come un dialogo del 1997, Approdo a Gilania del 1998, Intelligenza della materia del 2000.
Inaugurazione Giovedì 5 Marzo 2009
GALLERIA MARINO
Salita di San Sebastianello 16 b
(angolo Piazza di Spagna) Roma
ingresso libero