Piuttosto crepare. L'artista lavora quasi esclusivamente con la plastica. Giorno dopo giorno, accumula gli oggetti scartati dalla nostra societa' del consumo per poi catalogarli secondo la loro forma, il colore, la loro resistenza e struttura, distraendoli dalla loro funzione e contorcendone la materia.
"Più che una sostanza,
la plastica è l’idea stessa ella
sua infi nita trasformazione. "
Roland Barthes
Forse in questa citazione di Barthes troviamo
grande parte del senso del lavoro dell’artista francese
Régis-R la cui vita, forse perché nato con la prima
crisi del petrolio, sembra profondamente segnata
dalla plastica.
L’artista lavora infatti quasi esclusivamente
con questo materiale, rigorosamente di recupero.
Giorno dopo giorno, accumula gli oggetti scartati
dalla nostra società del consumo per poi catalogarli
secondo la loro forma,
il colore, la loro resistenza e struttura. Distraendoli
dalla loro funzione e contorcendone la materia,
Régis-R non solo ricicla gli oggetti più disparati
ma li “ri-compone” dando a questo materiale
una seconda vita. Spontaneità e istinto guidano
il suo gesto. Assemblata, tagliata, perforata
e talvolta fusa, la plastica si trasforma nelle sue mani
in sculture più o meno monumentali e ambiziose.
Questa nozione di recupero degli oggetti/rifi uti
del nostro quotidiano sta nel cuore del suo processo
artistico e all’origine di una rifl essione sulla vanità
del nostro mondo, governato dalla corsa al profi tto
e all’accumulazione delle ricchezze.
Nell’installazione “Piuttosto crepare…”, presentata
ora a Milano dopo la mostra al Centre Pompidou,
l’artista mette in scena uno scheletro di dieci metri,
composto come di un sapiente assemblaggio d’oggetti
di plastica recuperati, gigantesco fantoccio battezzato
ARTuro che giace al suolo attorniato da vari accessori.
Come le vestigia archeologiche di un faraone esumato
dalla terra, questo guerriero scarnifi cato, essere vacuo
e frivolo persino nella morte, ci ricorda l’inconsistenza
della vita, dei nostri piaceri, della nostra corsa
ad un benessere illimitato.
Con virtuosità, Régis offre al nostro sguardo tutti
i scheletri che abbiamo gettato via, esuma i detriti
della nostro quotidiano e risuscita tutti quelli oggetti
un tempo desiderati ormai indesiderabili, per ridare
un senso questa nostra vita diventata merce. L’artista
crea così un mondo immaginario che magnifi ca
i propri rifi uti, un universo al quale imprime le proprie
regole : un lavoro di vitale importanza e vano
allo stesso tempo, assurdo ed essenziale per dare
un senso al mondo che lo circonda.
Se la domanda è : che senso ha vivere in questa
società votata al consumismo sfrenato ? per Régis
la risposta sembra una sola: piuttosto crepare
che vivere in un mondo votato all’autodistruzione !
Perché di noi non resterà altro che questi piccoli
nostri desideri multicolori presto consumati.
Régis-R si è diplomato presso l’ENSAD – École Nazionale supérieure des Arts Décoratifs di Parigi nel 1998.
Il prototipo presentato come tesi di laurea viene notato da Ligne Roset che lo edita. Installa il suo atelier
a Montreuil poi a Aubervilliers. Le sue prime mostre risalgono al 1997 e da allora ha esposto in numerose
gallerie, mostre collettive e saloni. Parallelamente esplora un design post povero con delle creazioni
a metà strada da riciclaggio e readymade (sarà presente anche nell’ambito delle manifestazioni off del Salone
del Mobile 2009, sempre al Cenre culturel français) e lavora con Philippe Starck. Fra le sue mostre più
recenti citiamo “Plastic City I e II” a Parigi (2005 – Gallerie Peyroulet) e in Germania, “Plastic III” al Centre
Pompidou (2006) e dal 2007 espone in permanenza all’Espace W di Parigi.
Inaugurazione giovedì 5 marzo, ore 18.30
Centre Culturel Francais
Corso Magenta, 63 - Milano
orari dal lunedì al venerdì
ore 10.00 – 19.00(chiuso sabato, domenica e festivi)
ingresso libero
apertura nell’ambito del MiArt 17 e 18 aprile
ore 10.00 – 19.00