L'eteronimia e' lo studio degli eteron, cioe' autori fittizi, che pero' posseggono una loro personalita'. Il loro autore e' detto ortonimo. Ma questa e' una mostra personale.
L’eteronimia è lo studio degli eteronomi (dal greco hèteros = diverso, altro e onoma = nome) cioè
autori fittizi, che però posseggono una loro personalità. Il loro autore è detto ortonimo.
Gli eteronomi differiscono dagli pseudonimi, perché questi ultimi sostituiscono il vero nome
dell’autore, che rimane così sconosciuto. Gli eteronomi invece coesistono con l’autore, e ne formano
un’ estensione del carattere ; sono personaggi completamente diversi che pare vivano di vita
propria, scrivendo ( nel mio caso operando visivamente) spesso con uno stile diverso da quello
dell’ortonimo.
Il termine è particolarmente noto con riferimento allo scrittore e poeta portoghese Fernando Pessoa
(Lisbona 1888 – ivi 1935), che ideò numerose identità alternative per scrivere poesie e romanzi,
egli si scompose infatti in varie altre personalità, note come eteronomi.
(…) L’esperienza vissuta mi ha fatto avvicinare inizialmente alla tematica pirandelliana, dell’”Uno,
nessuno e centomila” per poi andare verso Nietzsche, Pessoa e Sacks, dal quale ho ricevuto
conferma della validità del fenomeno leggendo Musicofilia. Quello che io percepivo come eclettismo
individuale in realtà significa essere savant, cioè avere in sé tante possibilità e tante risorse
espressive, da avere il problema della scarsità di tempo per realizzare le innumerevoli idee e, cosa
ancora più importante, far capire questo particolare modo di essere, cioè la possibilità che l’uno
coincida con i tanti. “Essere un savant, afferma Sacks, è uno stile di vita, un’intera organizzazione
della personalità, quand’anche si fondi su un singolo meccanismo o una singola capacità.”
Di Pessoa mi ritrovo, oltre l’eteronimia, quell’esigenza artistica di voler sperimentare tutto e in tutti i
modi. Il desiderio dell’ espressione attraverso il simbolo, come rappresentazione indiretta, ma ricca
e vitale, carica di significati diversi. Di Nietzsche, oltre a tanto altro, condivido l’idea che: “Tutte le
forme ci parlano, non c’è nulla di indifferente o superfluo. Tuttavia, nonostante la massima vitalità
di questa realtà di sogno, noi continuiamo a percepire il bagliore di illusione…”
“Ebbene, come il filosofo si comporta con la realtà dell’esistenza, così l’uomo sensibile all’arte si
comporta con la realtà del sogno” E pur nella consapevolezza che è un sogno, grida: “E’un sogno!
Voglio continuare a sognare!...”Un ulteriore esempio di eteronomia è rappresentato dallo scrittore
Elias Canetti nel suo libro “Il frutto del fuoco: "Dall’età di dieci anni, sempre avevo avuto la
sensazione di essere costituito da molti personaggi diversi; ma era una sensazione vaga, non avrei
saputo dire chi era il personaggio che parlava in un dato momento per bocca mia, né perché ad esso
succedesse in seguito un altro personaggio. Era una corrente multiforme, che, nonostante la
nettezza delle esigenze e delle convinzioni che acquisivo man mano, non si esauriva mai. Desideravo
abbandonarmi alla corrente, e ci riuscivo, però non la vedevo"(Stefania Siragusa)
Inaugurazione martedì 10 marzo 2009 dalle 18 alle 23
Studio D'Ars
via Sant'Agnese, 12 - Milano
Orari: da lunedì a giovedì dalle 15.30 alle 19 - venerdì dalle 17 alle 19 apertura serale giovedì dalle 21 alle 23 previa conferma telefonica - sabato e festivi chiuso
Ingresso libero