AR Officina Arte Contemporanea
Gorgonzola (MI)
VIa Milano, 14

Misia De Angelis, Ayako Nakamiya, Valdi Spagnulo
dal 13/3/2009 al 15/5/2009
su appuntamento
339 1319924

Segnalato da

AR Officina Arte Contemporanea




 
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13/3/2009

Misia De Angelis, Ayako Nakamiya, Valdi Spagnulo

AR Officina Arte Contemporanea, Gorgonzola (MI)

La pittura di De Angelis oscilla tra vicinanze e lontananze, mentre le tele di Nakamiya colgono la leggerezza aerea del passaggio. Le sculture di Spagnulo si presentano come disegni di metallo, linee raccolte nello spazio e saldate tra loro a costituire una nuova geometria instabile.


comunicato stampa

Saranno presenti in mostra opere su carta di Misia De Angelis, Opere su carta e dipinti su tela di Ayako Nakamiya e sculture in acciaio, ferro e plexiglass di Valdi Spagnulo.

Tra vicinanze e lontananze oscilla la partitura pittorica di Misia De Agelis. Pittura puntiforme, sonora, asciutta sia pure nel suo acqueo distendersi e rivelarsi, portatrice di richiami alla Natura, spogliata da ogni particolare mimetico diretto.
Pittura caricata di echi e suggestioni di terra, di sottosuolo ma anche di luce; densità del percepire per somma sintesi la sostanza visiva del paesaggio, del seme, dell’aria e del suolo. Microcosmo e contemplazione visiva si disciolgono nella sensibilità ricettiva dell’artista, che ridistribuisce nel campo pittorico la sintesi del vissuto e del contemplato, del presente e del lontano. I timbri dei gialli caldi e dorati si accordano ai rossi profondi e ai bruciati, le tinte dell’ombra con frammenti celesti. L’orchestrazione di minuti tocchi di pennello vaporosi, vanno a scandire la superficie in ritmici punti di presenza, che pulsano nello spazio tattile e indefinito. E’ un ascolto visivo della natura che Misia vuole restituire nella sua pienezza poetica, per stratificazioni colorate, in un crescendo di piani emozionali. La carta è la suprema depositaria di queste ricezioni, che vanno svolgendosi come pagine di un pentagramma, strato dopo strato, organizzate secondo un segreto codice musicale disseminato nello spazio.

Suggestivo è il passaggio tra opacità oleosa dei dipinti su tela e leggerezza aerea e luminosa delle carte di Ayako Nakamiya. Sta nel profondo rispetto del materiale, la scelta formale dell’artista giapponese. L’atteggiamento di riverenza e considerazione sulle potenzialità del mezzo, nel caso specifico l’olio, le permette di calarsi in uno stato di fusione con la pittura, un accompagnarsi ininterrotto del pennello nella amalgama oleosa del pigmento, e il suo scorrere, impastarsi e sovrapporsi. Il suo incedere pittorico è un nervoso moto espressivo della pennellata, in preda a un disperato spostarsi e ricomporsi del dipingere, addensando la superficie di tangibile presenza. E’ come la traversata in un mare in tempesta la pittura di Ayako, un incedere tra i flutti, nell’esercizio pittorico di rivelazione e nascondimento delle forze generatrici. Il colore è spesso di matrice blu con infinite varianti cutanee che lo spingono al violetto e al rosso cupo.

Sul fronte dell’acquarello, disciplina prediletta dall’artista, l’acqua e l’aria sembrano condensarsi sulla carta in preziose note espansive, dilatazioni e fluttuazioni. Lo spazio della carta vive un continuum cromatico, che cancella ogni riferimento alla forma chiusa. Disciplina e sregolatezza connotano lo spazio emotivo di Ayako e ci riportano allo stato di riflessione sulle verità del sentire astratto, esente da forme, ma sia pur remotamente strutturato per aree gestuali, presenza dell’umano e traccia della volontà di esistere. Lo slancio del colore abbraccia metaforicamente ogni direzione del sentire, si allunga all’infinito, fino a toccarci, ad esigere una comunione, una condivisione estrema.

Si presentano come disegni di metallo, linee raccolte nello spazio e saldate tra loro a costituire una nuova geometria instabile, le sculture di Valdi Spagnulo. La scultura è disegno, antimonumentalità per eccellenza, inno all’equilibrio precario e al segno salvato, captato. Il frammento, lo scarto metallico sottratto alla distruzione, diviene per Valdi un elemento caldo, vivo, carico di vissuto metropolitano che gli serve a rigenerare un senso, una struttura volutamente e orgogliosamente precaria, come nella serie dei “reverse”. L’equilibrio che Valdi va generando nelle sue sculture, anche quelle di più ampio respiro, è sempre propenso all’oscillazione, all’instabilità, si appella alla torsione, al riscatto sul destino.

Lo spazio vuoto è parte primaria della sua ricerca. Le sue strutture metalliche catturano bagliori di luce nelle bruniture dell’acciaio, elettrizzato da segni continui e disomogenei lungo le coordinate dei telai e attraverso la presenza di pezzi di plexiglass, di metacrilati cilindrici, anch’essi portatori del proprio vissuto. Logori, bruciati, piegati, macchiati, questi pezzi di spazio trasparente sono condensazioni di cielo, riverberi di luce, slanci, ideali e passioni. Il disegno architettonico suggerito è come passato sotto torchio, provato da una lotta, compresso da forze che lo hanno messo a dura prova, eppure non per questo meno carico di compostezza e umanità. Ed è proprio qui, paradossalmente, la maggior forza espressiva dell’artista, nella fragilità che assurge a slancio dello stare in equilibrio “nonostante tutto”. A.Fieschi 2009

Vernissage: Sabato 14 marzo 2009, ore 18

Seguirà alle ore 20 un concerto di : Sakiko Abe, soprano e Akiko Kozato, mezzosoprano
Musiche di Giorgio Colombo Taccani

AR Officina Arte Contemporanea
Via Milano 14p1-p3 – area ind. Ex Romeo Porta, Gorgonzola (MI) Italy – MM2 Villa Pompea
La mostra è visitabile su appuntamento

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