Icone russe dal XIV al XVIII secolo del Museo Tretyakov di Mosca. La mostra prende in esame il fenomeno delle icone di Pskov. Nonostante fosse anticamente situata nella provincia di Novgorod, Pskov era orientata verso l'area balcanica, ricca di monasteri ortodossi abitati da pensatori cristiani, con una spiccata propensione ai sofismi teologici.
L’esposizione dal titolo L’ORO DELL’ANIMA offrirà al visitatore un
imperdibile viaggio attraverso cinque secoli, dal XIV al XVIII, di cultura,
storia e spiritualità.
Si annuncia come uno degli appuntamenti espostivi di grande interesse,
quello che il Palazzo della Provincia di Bergamo ospiterà dal 15 marzo al 14
giugno 2009.
Allo Spazio Viterbi, infatti, si terrà la mostra L’ORO DELL’ANIMA. Icone
russe dal XIV al XVIII secolo del Museo Tretyakov di Mosca, curata da un
comitato scientifico composto da Valentin Rodionov, direttore generale del
Museo Tretyakov di Mosca, Nadezhda Bekeneva, Valentina Ukhanova, Elena
Burenkova, Evgenija Gra, Tatiana Gubanova, Fernando Noris.
L’iniziativa promossa e col patrocinio della Provincia di Bergamo, in
collaborazione con il Museo Tretyakov di Mosca, organizzata da Turismo
Bergamo, col patrocinio della Curia Vescovile della Diocesi di Bergamo,
della Camera di Commercio e la collaborazione dell’Università di Bergamo e
della Fondazione Russia Cristiana, presenterà 50 capolavori provenienti dal
museo che, con oltre 6.000 pezzi, rappresenta la collezione più importante
al mondo di arte sacra russa.
Il percorso espositivo cronologico prende avvio dalla fine del XIV - inizio
del XV secolo, con la "Natività della Madre di Dio con santi", un tipico
esempio delle icone di Novgorod, caratterizzate dai colori intensi e dalle
forme precise. Nell’impianto compositivo, la Madonna si staglia su uno
sfondo rosso che sembra spingere l'immagine in avanti, ed è attorniata da
alcuni santi, considerati dagli abitanti di Novgorod loro protettori nella
vita quotidiana e in grado di difenderli dalla furia degli elementi della
natura.
Un'altra icona della scuola di Novgorod è la Natività di Cristo con Santi
della seconda metà del XV secolo. Esposta per la prima volta nel 1913,
attirò immediatamente l'attenzione degli amanti della pittura antica russa e
degli studiosi, grazie alla sua ricercata gamma coloristica, nella quale
sono presenti non solo le combinazioni di rosso e verde tipiche dell'arte di
Novgorod, ma anche sottili gradazioni e sfumature lilla, più dense sugli
abiti e più chiare sulle montagne, simbolo del mondo Celeste.
La mostra di Bergamo prenderà in esame uno dei fenomeni più originali
dell’arte russa, quello cioè delle icone di Pskov. Nonostante fosse
anticamente situata nella provincia di Novgorod e appartenente alla sua
diocesi, Pskov si orientava verso l'area balcanica, ricca di monasteri
ortodossi abitati da pensatori cristiani, con una spiccata propensione ai
"sofismi" teologici. E laddove la pittura di icone di Novgorod risultava più
vivace, quella di Pskov si caratterizzava per essere più concreta nella sua
interpretazione dell'immagine divina. L'espressione festosa degli abitanti
di Novgorod si contrapponeva al misticismo di Pskov, al "mistero", alla
particolare profondità teologica dell’immagine, esemplificata in mostra da
figure come il Cristo Pantocratore, la Madre di Dio e il Giovanni Battista.
Tra le iconografie più frequentate dalla pittura sacra russa, vi è quella
della Madre di Dio. A Bergamo se ne potranno ammirare vari tipi, dipinti in
epoche diverse. Le icone più venerate erano ripetute numerose volte, ma le
copie rielaborate dai vari artisti indagavano nuovi limiti sviluppando
l’immagine della Madonna verso nuove forme di espressione stilistica. Ad
esempio, l’icona della Madre di Dio di Jaroslavl, risalente alla seconda
metà del XV secolo, appartiene al tipo tradizionale della Tenerezza. Le
figure della Madre e del Bambino sono tratteggiate da una linea di rara
bellezza per la sua perfezione grafica. Il disegno impeccabile e la linea
precisa e sottile rendono questa icona un eccellente prodotto dell'arte
moscovita, nella quale gli studiosi vedono echi della tecnica di Andrej
Rublev (1360-1430), il maggiore pittore russo di icone.
Oltre ad Andrej Rublev, anche l’iconografo russo Dionisij, vissuto tra la
fine del XV e l’inizio del XVI secolo, influenzò notevolmente l’evoluzione
dello stile pittorico. A tal proposito, si può notare come nelle icone
Trasfigurazione e Nicola di Zarajsk con la vita le proporzioni delle figure
siano dipinte “alla maniera di Dionisij”, leggermente allungate,
eccezionalmente snelle e leggere; è soprattutto nella gamma coloristica che
l'autore della Trasfigurazione cerca di avvicinarsi ai colori della
tavolozza del grande maestro.
Echi della tradizione di Dionisij si ritrovano inoltre in opere più tarde,
della seconda metà del XVI secolo, come i Menologi di settembre e novembre,
e Battesimo.
Il XVII secolo è un epoca di radicali cambiamenti nella storia russa. La
Russia non conobbe il Rinascimento europeo, ma la seconda metà del ‘600 ne
svolse le stesse funzioni storiche. Nel campo dell'arte, una nuova
concezione aveva portato alla ricerca di nuovi ideali artistici, di nuove
immagini e nuovi mezzi espressivi. L'arte del XVII secolo si distingue per
la varietà di stili e tendenze, esistenti non solo nella pittura di icone
della capitale, ma anche in quella provinciale.
In mostra si presenta anche un'icona dal soggetto raro La deposizione della
veste di Cristo nella Cattedrale della Dormizione del Cremlino di Mosca. Si
può affermare che questa è una opera originale di genere storico, poiché
rappresenta un fatto reale della storia russa, come la consegna della
reliquia cristiana nel 1625 al patriarca Filarete e allo zar Michail
Fedorovic che, per lo stato russo rivestì un’enorme importanza spirituale
che politica.
L'artista più famoso nel XVII secolo in Russia fu Simon Usakov che era a
capo dell'Armeria (di fatto la prima Accademia russa delle arti). È uno dei
primi artisti di cui conosciamo in modo abbastanza dettagliato la biografia
che è stata ricostruita in base ai documenti conservati all'Armeria.
L'iconografia del Salvatore Acheropito di Usakov, il modo di dipingere i
dettagli dei volti, aveva all'epoca molti estimatori. Egli usò una nuova
tecnica a chiaro scuro per dipingere l’incarnato utilizzando, in questo
caso, un colore chiaro. Questa maniera preparò gli artisti russi al
passaggio alle finiture (Lasierung, pennellate sempre più trasparenti che
fanno vedere i toni sottostanti) nella ritrattistica del XVIII secolo. In
questo periodo, quando in Russia sta nascendo un arte laica che diventa
dominante, ufficiale, le nuove tendenze pittoriche si fanno strada anche
nella pittura di icone. La mostra permetterà quindi di farsi un'idea della
profondità spirituale e dell'importanza estetica della cultura antico russa
in prospettiva storica.
Inaugurazione: sabato 14 marzo, ore 17
Spazio Viterbi
via Tasso, 8 - Bergamo
Orari: da lunedì a venerdì 15.00-19.00; sabato, domenica e festivi 10.00-19.00; chiuso il giovedì
Ingresso libero