Spazio P
Cagliari
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Elisabetta Falqui
dal 19/3/2009 al 27/3/2009
mart - dom 18-24

Segnalato da

Spazio P




 
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19/3/2009

Elisabetta Falqui

Spazio P, Cagliari

In una societa' delle immagini fondata sull'enfasi dell'apparenza piu' tangibile, quella dell'artista e' una riflessione su come l'individuo viene percepito dalle persone che incontra nel corso della propria vita.


comunicato stampa

Una realtà non ci fu data e non c’è, ma dobbiamo farcela noi se vogliamo essere: e non sarà mai una vita per tutti, una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile. (Luigi Pirandello, Uno, nessuno, centomila)

Betty guarda lontano. Più lontano di quanto i suoi occhi possano vedere.
Betty con gesto infantile saluta qualcuno che è già andato via. Non sa che tornerà.
Betty al telefono ascolta in sacrale silenzio. Avrebbe voluto capirlo prima.
Betty manda un bacio a labbra socchiuse. Impassibile osserva. Pensierosa attende.

Betty è tutte e nessuna. Betty è il pretesto per scoprire l’essenza del sé. È il mezzo per comprendere che la nostra percezione degli altri è spesso alterata, stereotipata nonostante l’identità sia in continuo divenire. Perché la vita è fatta di travisamenti e visioni superficiali. E l’individuo di frammenti di personalità.

Tutti, chi più, chi meno, assorbiti in un vortice di pirandelliana memoria rivestiamo i ruoli più diversi recitando un copione già visto. In una società delle immagini fondata sull’enfasi dell’apparenza più tangibile, quella di Elisabetta Falqui è una riflessione su come l’individuo viene percepito dalle persone che incontra nel corso della propria esistenza. Sulla condizione dell’uomo imprigionato in una realtà fittizia, non oggettiva, costruita secondo convenzioni sociali prestabilite.

La percezione dello smembramento dell’io, della disgregazione dell’identità in mille faccettature, è una costante dei dieci racconti d’invenzione ispirati dalle fotografie che vedono come protagonista Betty. Ad ogni foto è abbinato un racconto, basato sulla sensazione suscitata a prima vista, ma anche assolutamente adattabile a ognuna delle immagini fissate sulla pellicola ad evidenziare che innumerevoli sono i modi in cui una persona può essere avvertita dagli altri. Constante che ritorna nell’esasperato ingrandimento dei frames fino alla sgranatura che permette la visione dei singoli pixel scomponendo e astrattizzando la figura. Poichè nulla è ciò che sembra. E l’uomo è schiavo di quella visione che gli altri hanno di sé. (Roberta Vanali)

Si ringraziano per i testi: Maria Paola Falqui, Gianluca Floris, Maria Stella Granara, Laura Ledda, Paolo Maccioni, Lorena Piccapietra, Maria Costantina Seri, Rossella Serri, Francesca Ziccheddu e Nicoletta Zonchello.

Inaugurazione venerdi' 20 marzo alle 19

Spazio P
Via Napoli 62 - Cagliari
dal martedi' alla domenica - h.18/24
ingresso libero

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