Where are we going? Una mostra sul collage nel quartiere artistico della Berlino Est ha rivelato all'artista la sua ideale forma espressiva, unendo riviste d'epoca, pubblicita' contemporanea e pastelli ad olio.
a cura di Rita Carioti
Massimo Garzi nasce a Cortona (Ar) nel 1965. Sin da piccolo viene stimolato alle arti visive dal padre, appassionato fotografo, e da una zia pittrice. Frequenta corsi di pittura e si dedica agli studi fotografici da autodidatta, prevalentemente dai molti libri che ama leggere, anche di arte, e sui quali si interessa conoscere e approfondire le tecniche di vari autori, tra i suoi preferiti: Ansel Adams, Edward Weston, Andy Warhol, Richard Prince, Marlene Dumas e molti altri artisti che spaziano dalla fotografia alla performance, o all’istallazione o alla pittura.
La contaminazione tra le arti è ciò a cui è maggiormente interessato, in quanto stimolante metodologia che connota nuovi linguaggi espressivi a cui è maggiormente interessato, lungi dalla banale visione delle cose, e dalla sterile staticità della noia. Inizialmente si dedica alla fotografia naturalistica, e i paesaggi rimangono il suo principale interesse per molto tempo. Espone in mostre collettive e partecipa a vari concorsi, vincendone uno nazionale, il cui premio: un Workshop con Maurizio Galimberti.. Da questo incontro nasce in lui una nuova idea e un rinnovato stile fotografico che stimola l’idea della manipolazione e del ritocco delle immagini o le fusioni con l’arte pittorica. Tutto ciò si aggiunge alla insaziabile voglia di conoscenza dei luoghi sacri dell’Arte ubicati nelle varie città nazionali e internazionali che sceglie come mete di specifici mirati viaggi. Altri sono mete da raggiungere, nati dalla lettura di libri i cui contenuti sono solitamente a sfondo sociale. Dal 1998 al 2004 ha modo di recarsi in Africa, Europa e Stati Uniti.
In particolar modo in Randa, dove partecipa come assistente alla realizzazione di un documentario, con un’ associazione che si occupa di adozioni a distanza. Questa esperienza lo segna profondamente e inciderà sulla scelta dei suoi futuri lavori artistici. Altre significative esperienze formative sono i viaggi a New York, dove si reca dopo l’11 settembre per visitare il “ground zero”, e il viaggio realizzato a Berlino est, dove ha modo di vedere, nel quartiere artistico, una mostra sul collage, raffigurante iconografie della caduta del muro e il conflitto tra est e ovest. Questa mostra gli rivela la sua vera forma artistica che ormai predilige, e nella quale trova il suo più completo mezzo di espressività. “Oggi per me l’arte è una componente importante della mia vita che mi completa e mi stimola in quanto l’arte contemporanea abbraccia e parla del presente del nostro modo di vivere, di essere, i essa sono raccolte tutte le discipline sociali, culturali, estetiche, politiche. …Per i collage che faccio utilizzo riviste d’epoca e vecchi libri scarti della società di massa, immagini già assimilate e metabolizzate dal sistema dei media, detriti, che reimpiego per cercare di strutturare in una nuova narrazione, riproponendole decontestualizzate e mimetiche rispetto alle proprie origini. Mi piace soprattutto utilizzare immagini della pubblicità o della cronaca e recentemente ho affiancato al collage una forma espressiva che utilizza pastelli ad olio o acrilici e scancellature per ottenere risultati pittorici partendo dal riciclo di immagini lontane.”
Rita Carioti
Inaugurazione: sabato 21 Marzo ore 18
Coffee O'Clock
Corso Italia, 184 - Arezzo
Tutti i giorni dalle ore 8:00 alle ore 20:00
Ingresso libero