Quattro studi su carta introducono la mostra che prosegue nella sala principale con Terra di nessuno, un tavolo da lavoro trasparente posto al centro dello spazio e invaso da fogli da disegno: 32 elementi quadrati, trattenuti da una matita, che si disperdono tutti intorno e vengono ripresi in Questo e/o quel quadro, grande opera murale che da' il titolo alla mostra.
La galleria Alfonso Artiaco è lieta di annunciare l’inaugurazione della
mostra personale di Giulio Paolini “QUESTO E/O QUEL QUADRO”, venerdì 27
marzo 2009 alle 19.30, in presenza dell’artista.
“In un’intervista di qualche anno fa, mi fu chiesto qual era, secondo
me, il più bel quadro della storia dell’arte di tutti i tempi. Risposi,
senza esitazioni, l’Enbarquement pour Cythère di Jean-Antoine Watteau.
Dimenticavo, o meglio non potevo prevedere, che successivamente mi
sarebbe stato chiesto di dire qualcosa su Diego Velazquez. Non potrei
dire nulla ora su di lui senza affermare, smentendomi, che Las Meninas
è certamente il più bel quadro della storia dell’arte di tutti i tempi.
E in effetti lo è, come lo è “anche” il quadro di Watteau e lo sono,
con uguale diritto, tutti i quadri che per un verso o per l’altro
offrono immagini trasparenti, consapevoli –vorrei dire – di non essere
altro che immagini. Se di “verso” mi capita di parlare non è per caso:
il verso, appunto, della tela che Velazquez sta dipingendo apre il
“fronte” moderno della visione e illumina da quell’istante le
tormentate innumerevoli vie, in parte ancora inesplorate, che ci
consentono di guardare, oggi, un’opera d’arte. [...]
Ma un altro quadro ancora pretende a buon diritto l’assegnazione del
primato: la Pietà di Giovanni Bellini, di una drammaticità composta e
discreta, capace di dar corpo visivo alle figure, alla mano del Cristo
morto o sofferente che arriva a “cadere” sul lato inferiore del dipinto
quasi a poterla toccare al di qua della soglia della scena
rappresentata.
C’è un aspetto di tutto questo che mi preme sottolineare: non è tanto
di un quadro o di un altro, di questo o quel quadro che ci si trova a
discutere (abbiamo appena visto come un giudizio sia volubile), quanto
invece emerga dalla loro decrescente datazione (1717/1656/1465),
l’esser cioè gradualmente e direi inesorabilmente sempre più “antichi”,
posti nella direzione di un prima, se non del primo segno originario
della specie di appartenenza. [...]” (Giulio Paolini)
Per la seconda mostra alla galleria Alfonso Artiaco (la prima nel
2005), Giulio Paolini propone opere realizzate specificatamente per gli
spazi di Piazza dei Martiri. Quattro studi su carta introducono la
mostra che prosegue nella sala principale con
Terra di nessuno, un tavolo da lavoro trasparente posto al centro dello
spazio e invaso da fogli da disegno: trentadue elementi quadrati,
trattenuti da una matita, che si disperdono tutti intorno e vengono
ripresi in Questo e/o quel quadro, grande opera murale che dà il titolo
alla mostra. Sulle due pareti contrapposte si fronteggiano le due parti
complementari e speculari di uno stesso lavoro: ciascuna delle due è
costituita da sedici riquadri disegnati a matita su parete e
corrisponde alla somma dei trentadue fogli disposti sul tavolo da
disegno.
Giulio Paolini invita, così, ad una riflessione sul mistero del
“prima”, su come cioè il gusto venga formandosi “non dalla somma delle
esperienze” ma dalla ricerca della “vera incognita che ci porta a
dimenticare il che cosa per insistere a trovare una risposta sul come e
il perché. [...]”
Nato a Genova nel 1940, Giulio Paolini risiede a Torino e a Parigi.
Inaugurazione 27 marzo 2009
Alfonso Artiaco
piazza dei Martiri, 58-I - Napoli
Ingresso libero