La rotazione dello sguardo inquieto. In occasione di questa mostra sono esposte le opere realizzate dall'artista tra il 2004 e il 2009. Si tratta di otto grandi tele e dieci di piccole dimensioni, in cui Marotta ripercorre le modalita' espressive della pittura della tradizione rievocando antichi pigmenti come il giallo di Siena, l'ossido di ferro e il morellone. In una delle sale e' inoltre presentata la scultura Rupestre. A cura di Massimo Riposati.
A cura di Massimo Riposati.
Testo critico di Gianluca Marziani
In occasione di questa mostra saranno esposte le opere realizzate
dall’artista tra il 2004 e il 2009. Si tratta di otto grandi tele, cm
190x190, e dieci di piccole dimensioni, cm 60x60. In una delle sale sarà
inoltre presentata la scultura Rupestre.
Le opere in mostra fanno parte di una ricerca artistica diversa ma parallela
ai suoi celebri metacrilati. In queste tele Marotta ripercorre le modalità
espressive della pittura della tradizione rievocando antichi pigmenti come
il giallo di Siena, l’ossido di ferro e il morellone.
Le tele di Marotta risultano quindi essere, nella tecnica e nell’uso dei
materiali, diametralmente opposte alle opere in metacrilato. In realtà fanno
parte di una ricerca comune portata avanti dall’artista mediante l’uso di
due linguaggi diversi, passando così da un’esecuzione temporale sintetica
(il metacrilato) ad un’operazione analitica fatta di tempi lunghi e
meditativi.
Le tele esposte sono rappresentazioni simboliche di un linguaggio artistico
che si fa memoria. Alla base di questa ricerca c’è la curiosità, elemento
costante del suo esistere, che lo porta ad indagare ed analizzare i singoli
dettagli attraverso vari livelli semantici, diventando struttura portante
dell’alfabeto marottiano. La rivelazione di questo suo linguaggio – come ha
spiegato lo stesso artista – nasce dopo l’incontro con la donna che in
seguito diventerà sua moglie, Isa. Gino Marotta, nella volontà di spiegarle
il suo mondo e la sua ricerca semantica, comincia a trasporre su tela e su
ceramica una serie di codici, simboli e archetipi della sua produzione
artistica. Ecco allora emergere dalle tele gli elementi della iconografia
marottiana: alberi, palme, cavallucci a dondolo, fulmini, dromedari,
casette; e ancora le linee sinuose, dinamiche e spezzate. Le grandi tele si
offrono allo sguardo del pubblico come fossero una sorta di *stargates*:
porte di accesso che avviano al passaggio verso una dimensione “altra” fatta
di paesaggi simbolici, dove la langue e la parole, il significato ed il
significante, si intrecciano. Sono pensieri “graficoliberi” che si palesano
così come nascono nella mente dell’artista, senza un ordine, una sequenza
obbligata. Per questo la peculiarità delle tele sta anche nella possibilità
di leggerle da tutti i lati, diventando espressioni plastiche del pensiero
marottiano. Le ceramiche Rupestre hanno infatti una struttura tondeggiante
che evoca gli emisferi cerebrali da cui affiorano riflessioni che si fanno
archetipi.
In occasione dell’inaugurazione verrà presentato il catalogo, edito da
Edizioni Carte Segrete, a cura di Massimo Riposati. Testo critico di
Gianluca Marziani. Apparati di Isa Francavilla.
Gino Marotta è uno dei più noti artisti in campo internazionale da oltre
cinquanta anni. Ha partecipato a numerosissime esposizioni collettive e
mostre personali, dal Palais du Louvre (4 Artistes italiens plus que Nature,
1969) alla XLI Biennale Internazionale d’arte di Venezia (sala personale,
1984). Le sue opere di pittura e scultura sono conservate nei più
importanti Musei, Istituti pubblici e Collezioni private sia in Italia che
all’estero.
Inaugurazione: venerdì 27 marzo 2009, ore 18.30
Modigliani Institut Archives Legales Paris-Rome
Via di Monte Giordano, 36 - Roma
Orari: lun - ven 10.00-13.00 / 16.00-19.00; sab 10.00-13.00