Associazione culturale Oxygene
L'artista lascia che lo spazio venga corroso da un un espressionismo polimaterico in cui la foga gestuale e' supportata da strumenti come spatole addentellate, strisciate di cartone e riporti di terra misti a colore o colla.
Flavio Romani lascia che lo spazio venga corroso da un un espressionismo polimaterico in cui la foga gestuale è supportata da strumenti come super-spatole addentellate, strisciate di cartone strapazzato e riporti di terra misti a colore o colla, per rendere accidentata e avventurosa la superficie dei suoi pannelli, comprese le bruciature tonde sulla plastica.
L’atteggiamento con cui procede non è comunque orientato sempre ad una drammatizzazione dell’atto creativo, perchè la visceralità è comunque temperata da un uso esuberante del colore, anche se certe granulosità ottenute con ghiaia, in qualche angolo sembrano pronte a creare escoriazioni!
L’approccio anti-intellettualistico lo allontana sensibilmente dai suoi modelli: Rauschenberg, Burri, Fontana tuttavia le forme trasparenti di plastica squagliata, che Romani dice di essersi procurato avventandosi su scarti di plastici architettonici, sembrano promettere futuri assestamenti dello stile.
Recensione a cura del MarteLive.
'' Vivendo in una società improntata al consumismo, di cui l'uomo è non solo vittima, ma anche artefice, non mi resta che prendere atto del mutamento prodotto dal consumismo stesso nella costruzione della gerarchia valoriale di ciascuno. Mi sembra che i tradizionali valori etici stiano degradando sempre più a favore dell'unico valore in cui l'uomo oramai si identifica: il possesso e l'ostentazione di beni di consumo come affermazione di un io non individuale, ma solo globale, se non addirittura globalizzato.
Dalla constatazione di questo mutamento nasce il desiderio di un ritorno al preesistente modo di essere dell'uomo, attraverso una forma di arte che esprima l'abbandono di questo limite materiale del concreto, del tangibile, del predefinito.
Per realizzare il distacco dal consumo globale ho ritenuto maggiormente rappresentativo l'uso di materiali di scarto e di recupero; per affermare il mio io, che si distingue all'uniformità di vedute globalizzate ho preferito identificarmi in colori dalle tinte forti che applico con gestualità istintiva e spontanea. Il tutto finalizzato a dar vita ad una composizione di matrice informale e, perciò, non ad un prodotto predefinito, comune, di facile identificazione. I miei lavori sono, quindi, composizioni caotiche ma ritmate, fatte di dialoghi e di contrasti, di aggiunte e di sottrazioni, nell'incessante ricerca di un equilibrio del tutto arbitrario: quel ''mio'' equilibrio, necessariamente fuori dalla mischia. '' Flavio Romani.
Associazione Culturale Oxygene
San tommaso D'Aquino, 11a - Roma
Ingresso libero