Al percorso pittorico puro di quest'artista si affiancano le numerose collaborazioni scenografiche nell'ambito teatrale e ultimamente delle nuove collaborazioni professionali nel campo dell'intervento sociale attraverso l'arte terapia.
Interrupted
Giovane artista cagliaritano Simone Dulcis inizia il suo percorso espositivo
in un periodo relativamente recente, è del 1994 la sua prima mostra
personale al Jazz Club di Quartu S. Elena, di ritorno dall'Africa dove vive
per diversi anni. Il contatto con la cultura di questa terra lascia in lui
un segno profondo che emerge nei suoi lavori.
Dal primo contatto con il
pubblico si susseguono numerose sia le mostre personali che la
partecipazione a collettive, in ordine di tempo l'ultima prestigiosa, lo
vede tra i protagonisti nel 2001 di 'Artexpo New York 2001' ospitata al
Javits Convention Center di New York.
Al percorso pittorico puro si affiancano le numerose collaborazioni
scenografiche nell'ambito teatrale e ultimamente delle nuove collaborazioni
professionali nel campo dell'intervento sociale attraverso l'arte terapia.
Dipinge con rabbia, scaricando sui quadri un'energia che ha la forma del
boomerang, ferisce le tele, le rattoppa, le riempie delle note graffiate del
jazz. Simone Dulcis accumula strati di bitume sfilacciato e gesso e sabbia
su pannelli malconci e pezze di jeans, amando egli tutto ciò che è usato e
resistente all¹assalto di acrilici e smalti e, se capita, anche del cemento.
Materiali adatti ad una barricata, per un bunker messo su coi pennelli e
qualche bomboletta spray.
Al centro di 'Interrupted', c'è una porta trovata da qualche parte e
trascinata in studio col suo carico di memoria, incolpevole anta orbata
della sua metà e divenuta il vessillo verticale di un racconto di strappi.
Una porta coperta di nera tinta raschiata e scolata, chiazzata di bianco e
percorsa dalla scrittura incisa con un chiodo.
Versi, suoni, parole che il
legno assorbe e ingoia. Dappertutto, e febbrili, le X con cui Simone Dulcis
suggella l¹incontro e la chiusura, simili, nel loro opporsi, alle scure
fasce che interrompono altri dipinti e si pongono come barriera.
Seminati su quadri atri e roventi, affiorano i segni di un¹infanzia
africana, con i colori di un deserto acceso, le tracce dei carri, la sagoma
di una maschera tribale, che si spinge, oblunga presenza, su territori
metropolitani.
Sulle sue superfici porose e accidentate, Simone Dulcis imprime le
cicatrici di ogni abbandono e distacco, la fine continua di ogni cosa che,
tutti i giorni, ci sfiora e ci lascia. A contrastare gli incolmabili vuoti,
appare qualche luce di rosa e di arancio o un pallidissimo celeste. Che
non cancellano il buio ma aprono, tra i rossi e i neri e gli ocra di una
pittura potente, dei piccolissimi spiragli.
Inaugurazione Venerdì 5 aprile alle ore 19:00
La mostra presentata da Alessandra Menesini potrà essere visitata tutti i
giorni (esclusi i festivi) dalle ore 18,30 alle ore 20,30 fino al 15 aprile 2002
Centro Culturale Man Ray
via Lamarmora 140, Cagliari
070/283811