Musei di Strada Nuova - Palazzo Rosso
Genova
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Giovanni Verga scrittore e fotografo
dal 1/4/2009 al 23/5/2009
marted-venerdi 9-19: sabato e domenica 10-19

Segnalato da

Massimo Sorci




 
calendario eventi  :: 




1/4/2009

Giovanni Verga scrittore e fotografo

Musei di Strada Nuova - Palazzo Rosso, Genova

Gli scatti di uno dei padri del Verismo in mostra a Palazzo Rosso. In esposizione circa ottanta immagini dall'Archivio Fotografico della Fondazione 3M.


comunicato stampa

Un aspetto finora sconosciuto di uno dei padri del Verismo, Giovanni Verga, è la passione per la fotografia. Un modo diverso e non noto per raccontare le sue storie, fermate in immagini di intensa semplicità, di racconti quotidiani, di facce comuni.
Dal 3 aprile al 24 maggio Genova svela al grande pubblico decine di fotografie scattate da Giovanni Verga, tutte provenienti dall’Archivio Fotografico della Fondazione 3M, esposte presso l’Auditorium dei Musei di Strada Nuova-Palazzo Rosso.

“Giovanni Verga scrittore e fotografo”, questo il titolo dell’iniziativa promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Genova, dalla Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e dalla Fondazione 3M nel quadro di “GenovaFotografia”, e curata da Roberto Mutti in collaborazione con Elisabetta Papone.

Le immagini proposte sono semplici. Tuttavia il Verga fotografo, non sempre ineccepibile dal punto di vista tecnico, risulta essere efficace e immediato tanto quanto il Verga scrittore.
“Potrà forse apparire sorprendente che lo scrittore Giovanni Verga fosse anche un appassionato fotografo;” – dichiara Roberto Mutti, curatore della mostra – “proprio come i suoi amici Capuana e De Roberto (e come Émile Zola in Francia o Jack London in Inghilterra), Verga con le sue opere ribadisce lo stretto rapporto che lega letteratura e fotografia. Nonostante la scoperta delle lastre su cui lo scrittore siciliano aveva impresso le sue immagini risalga al 1970, la conoscenza delle sue fotografie è poco nota presso il grande pubblico. Con questa mostra ci poniamo l’obiettivo di colmare questa carenza e di dare un contributo al dibattito su rapporti e interdipendenze tra arti diverse”.

Così come nei suoi romanzi e nelle sue novelle, anche nella sua produzione fotografica Verga interpreta e cerca di riprodurre soprattutto un paesaggio umano. Accanto ai numerosi ritratti di parenti e amici, nella mostra compaiono immagini della Catania non aristocratica che svelano una continuità con il Verga scrittore. Fattori, contadini, massari, cameriere e tutta una gran quantità di uomini e donne, sono ripresi nella loro semplicità, inseriti nel loro ambiente quotidiano o in luoghi comuni, come un terrazzino della casa catanese dello scrittore-fotografo, utilizzati come set fotografico in alternativa a muri decorati o semplici teli. Le posture, gli abiti, lo stesso modo di ripresa rappresentano indizi importanti capaci di comunicare molto dello stile di vita, dell’estetica e della storia del tempo.
Verga fotografo non si dedica solo al ritratto. Con uguale interesse realizza scatti di paesaggi. La Sicilia è spesso presente nelle sue visioni delle campagne come in quelle urbane (con evidenti analogie letterarie con quanto descriveva nelle pagine scritte). Ma altri e più inaspettati paesaggi sono quelli dei laghi lombardi o di Bormio e dei suoi dintorni, che Verga ebbe modo di visitare partendo da Milano.

Le ottanta immagini della mostra “Giovanni Verga, scrittore fotografo” provengono tutte dall’Archivio Fotografico della Fondazione 3M. Non si tratta di fotografie originali, ma di stampe recenti ricavate indirettamente, attraverso interventi digitali realizzati da Lorenzo Ceva Valla, dalle lastre in vetro verghiane. Queste, date le loro precarie condizioni, sono risultate troppo delicate per essere maneggiate: alcune lastre, infatti, hanno subito danni alle emulsioni (che in qualche caso si sono addirittura parzialmente distaccate per colpa dell’umidità) o sono state addirittura accidentalmente rotte.

A corredo delle fotografie delle scrittore-fotografo, RAITECHE presenta “Verga visto dalla tv” di Silvana Palumbieri. Il programma breve “Verga visto dalla TV” è composto da registrazioni, letture, film a lungometraggio, balletti, opere liriche e sceneggiati delle opere letterarie verghiane. E consente anche di dar vita ad una proposta critica per comparare i modi di trasposizione messi in atto dai linguaggi visivi. Balletto e pièce teatrale ripresi dalla televisione (La Lupa), opera lirica, balletto e film (Cavalleria rusticana), riduzione televisiva e grande progetto filmico (I Malavoglia e La terra trema). In questo romanzo è di straordinario interesse confrontare e analizzare come il linguaggio cinematografico possa realizzare “l’impersonalità dell’arte” propugnata da Verga. In Mastro Don Gesualdo – prima produzione RAI su pellicola – Giacomo Vaccari esperimenta profondità di campo, frasi dialettali e quadri corali anziché l’iterato ricorso ai primi piani degli sceneggiati degli anni ’60.

Completa la mostra il catalogo edito da De Agostini “Giovanni Verga Scrittore Fotografo”, che sarà in vendita presso il Bookshop dei Musei di Strada Nuova (prezzo al pubblico durante la mostra: 15 €).

Si ringrazia la Rai Direzione Teche per aver gentilmente concesso il materiale filmato.
 
Orario: Da martedì a venerdì 9 – 19: sabato e domenica 10 – 19
Ingresso libero


I brani che seguono sono di Roberto Mutti e sono tratti dal volume “Giovanni Verga, scrittore fotografo”, Novara-Milano, De Agostini-Fondazione 3M, 2004, che accompagna la mostra

Lo scrittore che catturava la realtà - Giovanni Verga arriva alla fotografia quasi per caso, utilizzando una grossa macchina a cassetta dello zio paterno con cui realizza a partire dal 1878 le prime fotografie su lastre di vetro nel formato 18x23. Coltiva la sua passione in sintonia con gli amici scrittori Federico De Roberto e Luigi Capuana: con costoro scambia consigli e commenti lasciandosi talvolta andare ad aspre autocritiche nel definire “sgorbi fotografici” le sue immagini meno riuscite. Infatti, Giovanni Verga non ha mai preteso di uscire da un ambito strettamente privato dove la fotografia è piacevolezza, ricordo, divertissement colto che, in quanto tale, è da realizzare con costanza e determinazione. Dopo i primi esperimenti, lo scrittore si attrezza con altre macchine più maneggevoli con cui realizza la maggior parte delle sue fotografie usando lastre in vetro francesi Lumière e italiane della ditta milanese Cappelli e pellicole a rullo.
Giovanni Verga è un fotografo capace di realizzare ritratti mediocri come pregevoli e di far emergere un particolare estro soprattutto di fronte ai paesaggi urbani: attraverso gli errori affina il suo stile e quando padroneggia meglio la tecnica i risultati migliorano. Questo aspetto è importante per giudicare le fotografie dello scrittore che opera in un’epoca in cui, finita l’era dei pionieri, non è ancora iniziata quella in cui l’industria chimica e meccanica avrebbe reso le cose più semplici per tutti.
Con gli anni i risultati dello scrittore fotografo migliorano, soprattutto quando nel suo corredo arriva la Eastman, un apparecchio leggero e maneggevole grazie a cui realizza inquadrature più ardite che si ritrovano anche quando riutilizza le vecchie macchine dimostrando di avere acquisito una pregevole forza espressiva. Nel 1911, misteriosamente, smette di scattare. La dimensione privata della sua produzione fa sprofondare il Verga fotografo in un oblio dal quale ciclicamente riemerge. Questa volta, confidiamo, per una riconsiderazione dei suoi pregi di autore.

I ritratti - Il ritratto è il genere che Giovanni Verga affronta fin dai primi scatti tanto che, guardando le sue fotografie, si può seguire l’evoluzione di uno stile che all’inizio è ingenuamente semplice: c’è la disponibilità e la pazienza del fotoamatore nel mettere tutti in posa, la ricerca di un equilibrio nella composizione dei gruppi come dei singoli, la costanza nel cercare un angolo giusto per scattare, non importa che sia sul terrazzino della casa di Catania o nell’angolo del cortile della tenuta di Tèbidi. Talvolta preferisce lavorare in esterni usando come sfondo il paesaggio che si intravede alle spalle dei soggetti, in altri casi fa ricorso come fondale a un paravento o, più comunemente, come facevano molti professionisti, a un lenzuolo teso.
Non sempre è soddisfatto (“dei ritratti – scrive – il meglio riuscito è quello di Giovanni colla sorellina, quello di Mario coi ragazzi non sarebbe male ma il piccolo Marco è irriconoscibile perché fuori fuoco”) ma in alcuni casi i risultati sono davvero pregevoli come quando riprende gli elegantissimi amici scrittori.
Interessanti anche da un punto di vista sociale sono i ritratti della gente comune: contadini, donne di servizio, perfino una mendicante che alludono a quei “vinti” protagonisti di tante storie verghiane.

La Sicilia - Giovanni Verga fotografa con costanza la sua terra, tanto che la maggioranza delle sue immagini è stata scattata in Sicilia. Qui alterna i ritratti di parenti e amici a quelli di gente umile come contadini, massari, cameriere di casa; qui fotografa il tempio di Segesta come le vedute di Vizzini o il porto di Catania. In effetti i migliori risultati Giovanni Verga li ottiene quando fotografa i paesaggi urbani spostandosi con il treppiede da un punto all’altro, cercando l’inquadratura più corretta e la luce più adatta o quando riprende le campagne che sembrano lontane da quel mare che Verga non riprende quasi mai. Possiede uno stile immediato, caratterizzato da un dinamismo che somiglia al tono moderno e pulito della sua pagina scritta: in questo è vicino al modo di operare di due altri scrittori fotografi siciliani suoi amici come Federico De Roberto e Luigi Capuana.
Interessante notare nelle immagini di Verga l’assoluta mancanza di retorica, la capacità di evitare ogni riferimento al pittoresco e semmai il desiderio di cogliere lo spirito più profondo e autentico della sua terra.
 
In viaggio - Uomo colto e benestante, Giovanni Verga aveva a lungo vissuto a Milano ma, anche dopo essere tornato nella sua Catania, realizza frequenti viaggi a Londra, Parigi, e in altre città. Di alcuni abbiamo interessanti documentazioni fotografiche che testimoniano del suo immutato legame con la Lombardia – i laghi di Como e Maggiore, Bormio, lo Stelvio – e delle sue mete in Svizzera in compagnia di donne affascinanti ed elegantissime che fotografa con grande perizia.
Ormai padrone della tecnica di ripresa e approdato a uno stile asciutto ed efficace, Verga è attratto dai palazzi, dalle vie, dalle piazze di Berna, Basilea, Zurigo, Lucerna: le sue fotografie somigliano a dei piccoli reportage di viaggio dove i ritratti si alternano a panorami urbani realizzati con quel gusto caro ai vedutisti che risente di una certa teatralità.
Sono questi i momenti più interessanti anche da un altro punto di vista: attraverso gli occhi del fotografo, comprendiamo la realtà del tempo come doveva apparire a un ricco borghese pieno di curiosità e consapevole dei tanti cambiamenti della sua epoca.  

Dalle lastre di vetro al digitale - Le fotografie presentate in questa mostra non sono vintage ma tutte stampe recenti, una scelta obbligata perché nessuna delle fotografie originali di Giovanni Verga ci è pervenuta. Dalle lastre negative originali erano state tratte nel 1970, in occasione della prima mostra dell’autore, delle immagini le cui copie sono conservate nell’archivio fotografico della Fondazione 3 M. A queste si è fatto ricorso perché la delicatezza delle lastre non ha reso possibile una loro ulteriore manipolazione per ricavare nuove stampe: in alcuni casi, infatti, l’emulsione è stata danneggiata, graffiata o addirittura si è parzialmente distaccata dal vetro. Per ottenere una giusta intensità del viraggio seppia si sono utilizzate come parametro le immagini di Luigi Capuana che di Verga è stato, fotograficamente parlando, il maestro e il suggeritore di molte soluzioni tecniche comprese le formule chimiche di sviluppo e fissaggio dei negativi.
 

GenovaFotografia 

GenovaFotografia è un progetto che nasce nasce nel 2007 all’interno dei musei civici genovesi per promuovere e diffondere la cultura fotografica a Genova; scoprire e valorizzare il patrimonio fotografico diffuso sul territorio; contribuire a migliorare la conoscenza della fotografia storica, le origini e l’evoluzione del linguaggio fotografico, attraverso rassegne dedicate ai grandi maestri e ai grandi movimenti, nazionali e internazionali; essere un riferimento per chi possiede fotografie antiche e desidera conservarle in maniera adeguata; offrire spazi, opportunità e sostegno a fotografi, giovani e meno giovani, attivi sul territorio ligure o legati a esso; facilitare contatti e creare reti tra operatori e istituzioni che a diverso titolo si occupano di fotografia.
Grazie a Lanfranco Colombo, originale e generoso protagonista del periodo d’oro della fotografia italiana a partire dal secondo dopoguerra, milanese di nascita ma ormai genovese d’azione, è nata una stretta collaborazione tra la Fondazione 3M di Milano, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Genova, di concerto con Palazzo Ducale-Fondazione per la Cultura. L’Auditorium dei Musei di Strada Nuova ospiterà, nel quadro delle attività di GenovaFotografia, tra 2009 e 2010, mostre dedicate a personaggi che hanno fatto la storia della fotografia italiana nella prima metà del Novecento, e le cui immagini sono conservate oggi dal prezioso archivio fotografico 3M: a Giovanni Verga seguiranno Ghitta Carrel, intrigante ritrattista del potere politico ed economico dagli anni Venti agli anni Cinquanta, ed Elio Luxardo, straordinario fotografo pubblicitario, di moda, di cinema, antesignano di Robert Mapplethorpe e paragonabile al più famoso Cecil Beaton.

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