Femme terre. In queste opere fotografiche viene esaltata la magia del rito nel gesto delle donne dai volti celati e dalle forme sensualmente velate da tessuti e pennellate di colore.
La Galleria C.A.O.S. – Contemporary Art presenta per la prima volta gli scatti dell’artista senegalese di fama mondiale Ousmane Ndiaye Dago, proponendo al pubblico romano 13 fotografie dalla più nota serie dell’artista: Femme Terre.
Dopo Bologna, Milano, Brescia, Napoli ed il recente successo al Palazzo dei Sette di Orvieto, in queste opere viene esaltata la magia del rito nel gesto delle donne dai volti celati e dalle forme sensualmente velate da tessuti e pennellate di colore, argilla, gesso.
«Si crea una felice assonanza tra le posizioni delle modelle e la natura proliferante: - fa notare Achille Bonito Oliva - corpi di fanciulle come tronchi e rami di alberi, posti al sole, al vento e alla polvere». Se a ciò si aggiunge il sostrato culturale autoctono, queste immagini si caricano di una lettura più profonda ed assumono una nuova importanza. In un contesto come quello del Senegal, paese in prevalenza musulmano, ma in cui la religione animista è ancora fortemente sentita, la bellezza del corpo femminile viene apprezzata eroticamente solo se elaborata, snaturata, agghindata con elementi cosmetici ed organici, «riportando l’eterno femminino alle sue radici, la madre terra».
Ousmane Ndiaye Dago è nato nel 1951 a Ndobene (Bambey, Senegal).
Dopo gli studi all’Accademia Reale di Belle Arti in Belgio, torna in Senegal dove oggi vive e lavora. Sono molte le sue partecipazioni alle rassegne internazionali: Biennale di Dakar (1998; 2002), Biennale di Arti Grafiche di Brno (Repubblica Ceca – 1986; 1988), Biennale di Valencia (2001) e Biennale di Venezia (2001). È oggi professore di Arti Grafiche alle Belle Arti di Dakar e direttore artistico della rivista “Lika”. Ha presentato il suo libro “Odes Nues” al Festival dei Tre Continenti di Nantes, in Francia. La notorietà di Dago si deve soprattutto alla sua ricerca sul corpo femminile. Quadri-fotografia ritraggono giovani donne di colore che danzano nude, velate dal “trucco” sapiente di gesso, carbone, fango e argilla.
Marzia Bistolfi
La mostra è corredata dal catalogo con testi di A. Bonito Oliva, M. Corgnati e T. K. Biaya. Giampaolo Prearo Editore
C.A.O.S. CulturalArtistsOpenSpace
via della Conciliazione 24 - Roma
Lun – Ven 10.30-19.30, Sab: 14-18,
chiuso dom e lun mattina