Casa dei Teatri
Roma
largo 3 Giugno 1849 (Villino Corsini, Villa Doria Pamphilj)
06 45430969 FAX 06 45430968
WEB
V come Vannucchi. A come Attore
dal 8/4/2009 al 9/5/2009
martedi' - domenica 10-17
06 0608

Segnalato da

Zetema




 
calendario eventi  :: 




8/4/2009

V come Vannucchi. A come Attore

Casa dei Teatri, Roma

L'eleganza del gesto e della parola. La mostra, attraverso l'esposizione di documenti autografi, foto di scena e di cronaca, locandine, video, vuole valorizzare l'Archivio di Luigi Vannucchi, conservato dalla figlia Sabina, appena riordinato e inventariato.


comunicato stampa

a cura di Paola Cagiano de Azevedo, Nicoletta Valente, Sabina Vannucchi

La nuova mostra alla Casa dei Teatri di Roma dal 9 aprile al 10 maggio 2009 V come Vannucchi – A come Attore, a cura di Nicoletta Valente (Memoria srl) con Paola Cagiano de Azevedo (Soprintendenza archivistica per il Lazio) e Sabina Vannucchi (Archivio Luigi Vannucchi), attraverso l’esposizione di documenti autografi, foto di scena e di cronaca, locandine, video, vuole valorizzare l'Archivio di Luigi Vannucchi, conservato dalla figlia Sabina, appena riordinato e inventariato. Il piccolo fondo, che l'attore ha creato nel corso della sua attività professionale, conserva copioni con appunti autografi, corrispondenza, foto, manifesti, programmi di sala, ritagli di stampa e altro. La documentazione sulla vita privata, costituita soprattutto da lettere, non è stata ancora inventariata. Attualmente la consistenza dell’archivio, che è stato dichiarato di interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per il Lazio il 7 maggio 2008, è di circa 3.000 documenti. La documentazione relativa all'attività professionale segue l'impostazione cronologica contenuta in un quaderno autografo (in mostra), che elenca in maniera meticolosa tutti gli impegni professionali.

La mostra è stata divisa in quattro sezioni: La passione (Teatro), L’Amore e l’Odio (Televisione), Il desiderio (Cinema) e Vanity (Radio, Moda, Fotoromanzo, Pubblicità e Cronaca). Lungo il percorso della mostra è possibile ascoltare, grazie al contributo di Rai Radioscrigno, la voce di Luigi Vannucchi in varie registrazioni.

Nella prima sezione dedicata alla PASSIONE per il teatro, sono esposti documenti relativi ai primi saggi dell'Accademia, i primi ruoli con compagnie di successo, la prima regia con lo spettacolo teatrale Antonio e Cleopatra di William Shakespeare. Nel corso del tempo Vannucchi diventa uno dei più completi attori italiani, capace di lavorare sul testo, sulla parola, sull’espressione. Aveva acquisito una perfetta dizione che nasceva dall’amore per la parola [..] la parola pronunciata, la parola resa sonora, la parola che esplode [..], come lui amava dire. Vannucchi interviene spesso, con le sue dichiarazioni nei dibattiti ideologici che riguardano il teatro, la televisione, il cinema. Attribuisce un’altissima dignità alla sua professione, tanto da porsi il problema della necessità della scelta dei testi da interpretare: [..] Il problema per noi attori è questo: è meglio accettare tutti i lavori che ci vengono proposti e che portano guadagni e popolarità o rinunciare e fare soltanto le cose nelle quali crediamo ma che visto il gusto corrente, possono darci delusioni dal punto di vista pratico? [..]

Queste riflessioni lo spingono ad aderire alla Compagnia gli Associati, dove trova la sua dimensione artistica ideale. All’interno della Compagnia infatti vengono privilegiate le scelte culturali e non la logica economica, e ciò era in perfetta sintonia con le sue aspirazioni. In teatro Luigi Vannucchi si impone come uno dei più dotati attori della sua generazione, in grado di affrontare sia i ruoli del repertorio classico, in particolar modo quello shakespiriano, sia i ruoli del teatro moderno, come Pavese in Il vizio assurdo. Lavora con le compagnie più prestigiose e con i registi più importanti (Squarzina, Costa, Strehler, Rossellini) distinguendosi sempre per la serietà e il profondo impegno, con cui affronta il suo lavoro, e anche per la piena apertura culturale che lo porta ad affrontare diversi tipi di testi senza preclusioni aprioristiche.

La seconda sezione è dedicata all'AMORE e all’ODIO per la televisione, sentimenti che Vannucchi prova nei confronti del mezzo che gli ha regalato popolarità, ma che è stato anche

un freno per il grande amore per il cinema. La televisione trova in lui un ottimo interprete e lo porta ad impegnarsi in tantissimi ruoli importanti. Inizialmente il volto regolare, attraente, ombroso, sembra destinarlo a ruoli di personaggi negativi, addirittura spregevoli, come Raskolnikov di “Delitto e Castigo”, al Don Rodrigo in “I promessi sposi”, al Barone di Santafusca in “Il cappello del prete”. Vannucchi, che aspira ad essere un attore poliedrico, non accetta sempre di buon grado i ruoli da cattivo che spesso gli vengono affidati. Successivamente viene valorizzato in ruoli positivi come nel caso di “A come Andromeda”.

La terza sezione è dedicata al DESIDERIO di affermarsi nel cinema. Vannucchi avrebbe voluto inserirsi in maniera più significativa nel mondo del cinema, ma ebbe poche occasioni e non tutte gratificanti, anche perché in quel tempo il cinema malvolentieri accoglieva attori provenienti dal piccolo schermo.

Segue e chiude la sezione VANITY con una raccolta di materiali su fotoromanzi, servizi di moda e cronaca. A tutto ciò va aggiunta la possibilità di visionare numerose riproduzioni di trasmissioni televisive conservate presso le Teche RAI.

Inoltre sarà possibile vedere:

“Il vizio assurdo”, di Davide Lajolo e Diego Fabbri – regia di Giancarlo Sbragia (teatro)

“Misura per misura”, di William Shakespeare – regia di Luigi Squarzina (teatro)

“Ieri e oggi”, conduce Paolo Ferrari con Luigi Vannucchi e Gianni Agus (televisione)

“La scuola dei geni”, di Miklos Hubay, regia di Andrea Camilleri (televisione)

“La tenda rossa”, regia di Mikail Kalatatov (cinema)

“Anno uno”, regia di Roberto Rossellini (cinema)

La mostra è a cura di Nicoletta Valente (Memoria srl) con Paola Cagiano de Azevedo (Soprintendenza archivistica per il Lazio) e Sabina Vannucchi (Archivio Luigi Vannucchi), promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma, dalle Biblioteche di Roma e dall’ETI Ente Teatrale Italiano, in collaborazione con Zètema Progetto Cultura e Roma Multiservizi. Un ringraziamento particolare, per i materiali messi a disposizione, va a Rai Teche, Rai Radioscrigno, Sartoria Farani (Roma), Centro studi del Teatro stabile di Torino, Civico Museo Biblioteca dell'Attore (Genova), Archivio Cicconi.

Luigi Vannucchi nasce a Caltanissetta il 25 novembre 1930 in una famiglia colta e agiata. Dopo una parentesi di tre anni in Libia per motivi di lavoro, la famiglia si trasferisce a Roma, successivamente, durante la guerra, si stabilisce a Modena dove Luigi frequenta brillantemente il liceo classico e si interessa di letteratura e di poesia, diplomandosi a diciassette anni. Alla fine del liceo, contro il parere dei genitori, decide di compiere i suoi studi all'Accademia nazionale d'arte drammatica e già durante i corsi ha modo di segnalarsi come attore promettente in occasione dei saggi di fine anno. Si iscrive anche all'Università per studiare filosofia ma non completerà gli studi per dedicarsi esclusivamente all’attività di attore. Diplomatosi nel 1952, entra a far parte della compagnia Gassman - Squarzina con la quale interpreta anche “Amleto” nel ruolo di Laerte. Nel corso del 1954 entra a far parte della Compagnia Teatro nuovo di Gianfranco de Bosio, con diversi spettacoli e nel 1956 inizia a collaborare con Memo Benassi nella Compagnia del Teatro regionale emiliano, con gli spettacoli “Inquisizione” di Diego Fabbri e “Hedda Gabler” di Henrik Ibsen. Nel 1957 è scritturato dal Piccolo Teatro di Milano, per la parte di Saint Juste ne “I giacobini” e nel 1959 ricopre la parte di Florindo nell’“Arlecchino servitore di due padroni”, entrambi con la regia di Giorgio Strelher. Negli anni '60 rallenta l'attività teatrale per dedicarsi alla televisione, raggiungendo una grande popolarità con gli sceneggiati televisivi “Delitto e castigo”, “I promessi sposi”, “Il cappello del prete”, “A come Andromeda”. All'inizio degli anni '70 Vannucchi entra nella Compagnia Gli associati, con la quale lavora a spettacoli di grande successo, tra i quali “Strano interludio”, “Otello”, “Inferni” e altri. Con la stessa compagnia nel 1974 interpreta il ruolo di Cesare Pavese nello spettacolo “Il vizio assurdo" di Lajolo-Fabbri. All'attività di attore teatrale e televisivo, Vannucchi affianca il lavoro per la radio e per l'amato cinema, per il quale interpreta, tra gli altri, “Anno uno” di Roberto Rossellini, nel quale ricopre il ruolo di Alcide De Gasperi. Dopo circa trent'anni di attività nel mondo dello spettacolo, con il suo alto contributo di attore intellettuale, muore suicida a Roma il 30 agosto del 1978.

Inaugurazione 9 aprile 2009

Casa dei Teatri
Largo 3 giugno 1849 - Roma
Orario: da martedì a domenica ore 10-17
Ingresso libero

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