T293
Napoli
via Tribunali, 293
081 295882 FAX 081 2142210
WEB
James Beckett
dal 8/4/2009 al 15/5/2009
martedi - sabato 12-19

Segnalato da

T293



approfondimenti

James Beckett



 
calendario eventi  :: 




8/4/2009

James Beckett

T293, Napoli

Bagnoli (and Italsider as extract-arrangement). L'artista sudafricano ha ideato una mostra che prende in considerazione specificatamente il patrimonio industriale della citta' partenopea. Con un approccio multidisciplinare, in questo progetto mette in campo contemporaneamente le qualita' di tecnico, storico e archivista.


comunicato stampa

...........................english below

Per la T293, l’artista sudafricano James Beckett ha ideato una mostra che prende in considerazione specificatamente il patrimonio industriale della città partenopea.
Con un approccio multidisciplinare, l'artista mette in campo contemporaneamente le qualità di tecnico, storico e archivista. Al tempo stesso egli è una sorta di racconta storie, che mette in condivisione ciò che ha approfondito ed analizzato, presentando allo spettatore una serie di livelli di riflessione. In questa sua proposta, l’approfondimento di circostanze semplici o complesse diviene un presupposto fondamentale. Una storia non viene solo raccontata, ma, approfondita, viene ricostruito anche il suo passato.
Nell’ambito di una sua indagine ancora in corso su una serie di vicende industriali, il quartiere napoletano di Bagnoli diventa oggetto d’interesse, ed il corpo di opere che ne deriva risulta essere ispirato al contesto legato al bacino occidentale della città.
All’inizio del XIX secolo, prima dello sviluppo della regione, ci fu una lunga controversia sulla natura e sulla direzione da prendere per un possibile progresso. C’erano persone che sostenevano uno sfruttamento della naturale bellezza della baia in quanto luogo turistico, e altri che proponevano attività legate all’agricoltura o al commercio. Alla fine, fu Francesco Saverio Nitti a stabilire un piano che mirava ad attrarre l’interesse e i finanziamenti dal nord, accompagnati da investimenti della classe media al fine di garantire una costante industrializzazione del bacino. Ciò è divenuto poi manifesto nella realizzazione della struttura architettonica e degli impianti per la produzione e per la lavorazione dell’acciaio dell’azienda ILVA; di qui la nascita di una fiorente industria che ha dato lavoro a migliaia di operai locali e pendolari. L'azienda, in seguito denominata Italsider, è stata, in quanto creatrice di lavoro, il sostentamento di una comunità e un importante pilastro per il passaggio dell’area da borgo rurale in potenza economica.
Beckett prende Bagnoli come un insieme di eventi e di parti, una sorta di kit districato da ri-organizzare e mettere insieme in modo da tirare fuori un nuovo significato. Ogni pezzo d’informazione è tenuto nella sua integrità e distinto per essere meglio compatibile, ogni oggetto è prezioso per porre l'accento su ciò che può apparire marginale. Attraverso un’installazione di dipinti, sculture, ricami e vari oggetti ritrovati, viene ricostituito una sorta di sistema a metà tra un centro per la comunicazione dell’Ilva / Italsider, ed una mostra di artigianato di presunti dipendenti. Con tale approccio, la mostra vuole essere una lente, sia per esaminare, che per dare una nuova luce ad un argomento, e al tempo stesso per mettere in pratica un linguaggio visivo semplicemente come un atto in sé.
Questa semplicità trasmette ai lavori concentrazione e purezza. Più di una rigenerazione storica del soggetto, Beckett, offre una prospettiva personale, un approccio umano. In maniera astratta, osserviamo ciò che sta dietro la fiorente superficie dell’industrializzazione, attraverso lo sguardo dei suoi protagonisti ufficiali e non. La disposizione delle parti sembra pulita, ordinata, inoffensiva, - proprio nella maniera in cui sarebbe stata presentata dai capi dell’azienda. L'artista ci consente l'accesso alle storie che stanno dietro quelle facciate; storie che, una volta messe insieme diventano, o forse sono sempre state, la vera storia dell’industrializzazione. Egli ci induce a contemplare le tecnologie e i loro impianti e ad esaminare l’ordinario in stretta prossimità, al fine di fornire una prospettiva differente ai sistemi moderni e all'ordine del nostro tempo.

Beckett si occupa di una vasta gamma di argomenti, intervenendo attraverso l’utilizzo di vari mezzi. Diversi settori specifici della rivoluzione industriale, quali la fondazione della società chimica BASF, la nascita e la fine di Dalmine, produttore italiano di tubi di acciaio, sono stati affrontati da lui con entusiasmo per essere interpretati e rappresentati. Oltre ad essere un membro del collettivo olandese di musicisti; N-collettiva, Beckett, ha registrato il suo tartan personale, il cui pattern si basa su esperimenti digestivi: 'Beckett-Beaumont' (# 7039).

La sua produzione degli ultimi dieci anni è racchiusa in una pubblicazione edita da Kehrer Verlag: ‘James Beckett, Monograph 1998 – 2008’ (ISBN 978-3-86828-031-9). Il libro verrà presentato in occasione dell’inaugurazione.

Tra le mostre recenti: 2008, ‘Limburgerhof (the agricultural extract-arrangements)’, Wilfried Lentz, Rotterdam; 2008, ‘Dalmine (and other industry extract-arrangements)’, Luettgenmeijer, Berlino; 2008, ‘3rd Young Artists Biennale- Re-Construction’, Fundatia Culturala Meta, Bucarest; 2008, ‘For the First and the Second Time’, CAC, Vilnius; 2007 ‘Living Registration’, T293, Napoli; 2007 ‘Living Registration’, Buerofriedrich, Berlino; 2007, ‘Between Thought and Sound’, The Kitchen, New York; 2007, ‘Museum of Noise', Koelnischer Kunstverein, Colonia; 2007 ‘A for Alibi’, Uqbar Foundation, De Appel, Amsterdam.

Si ringraziano la Bagnolifutura s.p.a, il Circolo Ilva Bagnoli e la Soprintendenza Archivistica per la Campania per la gentile collaborazione.

Inaugurazione e presentazione del libro ‘James Beckett, Monograph 1998 – 2008’: giovedì 9 aprile 2009, ore 19.00

T293
via Tribunali, 293 - Napoli
Orari: martedì – sabato, 12.00-19.00
Ingresso libero

.............................english

South African artist James Beckett has developed an exhibition for T293 of Naples, dealing specifically with the city’s industrial heritage.

In a multidisciplinary approach, the artist simultaneously shows the qualities of a technician, historian and archivist. In accordance he is a kind of storyteller, sharing what has been delved into and pondered, revealing layers for a viewer to reflect upon. In this offering an immersion is the desired state: immersion into circumstances as simple or as complex as they might be. Not only a story is being told; by extension - a history’s story is revealed.
In an ongoing investigation into industrial histories, the Neapolitan suburb of Bagnoli is now approached, - the resulting body of works directly inspired by the western seaside basin.
In the early 19th century, prior to the development of the region, there had been a long running dispute about the nature and direction of a possible improvement. There were those backing the exploitation of the bay’s natural beauty as a tourist venue, as others proposed agriculture and general trade functions. In the end a politician by the name of Francesco Saverio Nitti had headed a ‘master plan’ which was to draw interest and funding from the north, later to be followed by a local middle-class investment to ensure the steady industrialisation of the basin. This was later manifest in the firm Ilva erecting basic architecture and facilities for the production and processing of steel, hence the birth of a thriving industry catering for a local and commuting work force of thousands. The firm, later named Italsider, was, as a provider of work, the livelihood of a community – an important pillar in the shift of the fringe suburb from a rural beauty into an economic powerhouse.
Beckett takes Bagnoli as a series of events and facets, a sort of loose tool kit with which to re-arrange and combine in order to derive new sense. Each piece of information is kept dry and unfettered in order for it to remain compatible with another, - each object precious so as to place emphasis on the seemingly peripheral. In an installation of paintings, sculptures, embroidery and various found objects, an environment is born sitting somewhere between a public communications centre of Ilva/Italsider, and craft exhibition of possible employees. With this technique for approach, the exhibition aims to become a lens, both to review and offer new light on a subject, as well as to practice a visual language purely as an act in itself.
A concentration and pureness is conveyed in the work’s simplicity. More than a historical regeneration of the subject, Beckett offers a personal, human approach. Though his alluring installations might look like simple documentation, he creates much more than this. In an abstracted manner, we look behind industrialisation’s prosperous surface, through the eyes of its official and unofficial protagonists. The arrangements seem clean, tidy, harmless; - just the way industry is presented by its leaders. Here, the artist grants us access to stories behind those façades; stories that once combined become, or perhaps always have been the true history of industrialisation. He guides us to contemplate technologies and their distributors. Within this the ordinary is examined in close proximity, in order to offer an alternative perspective on modern systems and the order of our times.

Beckett has a vested interest in a range of topics, playing on a surface layer across various media. Specific areas of the industrial revolution have been approached with enthusiasm for translation and representation; such as the founding of `the German multinational chemical company, BASF, and the late birth of Dalmine, an Italian steel tube manufacturer. Along with being a member of the Dutch based musicians collective; N-collective, Beckett has his own registered tartan, the pattern of which is based on vintage digestive experiments: ‘Beckett-Beaumont’ (#7039).

Most of his works over the last ten years are available in a publication with Kehrer Verlag of Heidelberg: James Beckett, Monograph 1998 – 2008 (ISBN 978-3-86828-031-9). The book will be launched during the opening at T293.

Recent exhibitions include: 2008, ‘Limburgerhof (the agricultural extract-arrangements)’, Wilfried Lentz, Rotterdam; 2008, ‘Dalmine (and other industry extract-arrangements)’, Luettgenmeijer, Berlin; 2008, ‘3rd Young Artists Biennale- Re-Construction’, Fundatia Culturala Meta, Bucharest; 2008, ‘For the First and the Second Time’, CAC, Vilnius; 2007 ‘Living Registration', T293, Naples; 2007, ‘Living Registration’, Buerofriedrich, Berlin; 2007, ‘Between Thought and Sound’, The Kitchen, New York; 2007, ‘Museum of Noise’, Koelnischer Kunstverein, Cologne; 2007, A for Alibi, Uqbar Foundation, De Appel, Amsterdam.

In Collaboration with Bagnolifutura s.p.a, il Circolo Ilva Bagnoli and Soprintendenza Archivistica per la Campania.

Exhibition and book launch: Thursday 9 April 2009, h 19.00

T293
via Tribunali, 293 - Napoli
Tuesday – Saturday, 12.00-19.00
Free admission

IN ARCHIVIO [48]
Henry Chapman
dal 4/3/2015 al 9/4/2015

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede