Museo Civico Giovio
Como
piazza Medaglie d'Oro, 1
031 271343
WEB
Ritrovare i Comenses
dal 5/4/2002 al 30/6/2002
031 271343
WEB
Segnalato da

Paola Carlotti - ElleCi Studio




 
calendario eventi  :: 




5/4/2002

Ritrovare i Comenses

Museo Civico Giovio, Como

Archeologia urbana a Como. Verranno presentati al pubblico risultati e reperti di grande interesse, frutto di un impegnativo scavo archeologico condotto a Como nel 1999 tra Viale Varese e Via Benzi dalla Soprintendenza.


comunicato stampa

Archeologia urbana a Como

Il Museo Archeologico “Paolo Giovio” di Como, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, e la Società Archeologica Comense organizza dal 6 aprile al 30 giugno una mostra dal titolo “Ritrovare i Comenses. Archeologia urbana a Como”.

Verranno presentati al pubblico risultati e reperti di grande interesse, frutto di un impegnativo scavo archeologico condotto a Como nel 1999 tra Viale Varese e Via Benzi dalla Soprintendenza.

Durante questo scavo è tornato alla luce un vasto quartiere situato all’esterno delle mura della Comum romana, nel suburbio occidentale, di cui si sono riconosciute diverse fasi cronologiche: a partire dalla fine del I secolo a.C. l’area era occupata da una necropoli a cremazione, poi sostituita, nel corso del I secolo d.C., da edifici di tipo residenziale; le due strutture più imponenti del quartiere furono, in età imperiale (I-III secolo d.C.), un albergo e un monumentale edificio pubblico, forse la famosa Biblioteca offerta da Plinio il Giovane alla sua città; infine, dopo un violento incendio, fra il III e il IV secolo d.C. l’area venne nuovamente destinata a necropoli, con tombe a inumazione tra le quali quella di una donna sepolta con una laminetta magica in oro.
Il rinvenimento è di eccezionale importanza per il buono stato di conservazione di strutture e reperti, per la vastità del complesso individuato (circa 6000 mq.) e per l’ampio arco cronologico degli eventi ricostruiti, dalla fine del I secolo a.C. al IV secolo d.C., che ha permesso di fare finalmente luce su un periodo cruciale ma poco noto per la valle padana, il II secolo d.C.

La mostra darà una visione d’insieme topografica e cronologica di un ampio settore urbano di abitato e di necropoli, utile alla ricostruzione non soltanto delle vicende storiche di Como, ma anche di quelle di altre città, come Milano, che ad essa erano collegate da vincoli economici e commerciali.
Allo stato attuale delle ricerche non si può dire nulla sull’organizzazione funzionale di Como dentro le mura in età romana, sono stati infatti recuperati solo pochi materiali architettonici, le notizie degli edifici provengono dalle epigrafi rinvenute, ma non è stata individuata con certezza neanche l’area del foro.

Invece, gli scavi degli ultimi anni, soprattutto quello di Viale Varese, hanno fornito moltissime informazioni circa la topografia dell’area esterna alle mura, che presentava una situazione urbanistica particolarmente ricca ed articolata.

Mentre le pendici orientali ospitavano ricche ville padronali (come la grandiosa villa di via Zezio disposta senograficamente a terrazze), l’area vicino alle mura (area di Viale Lecco) venne utilizzata per un monumento probabilmente termale; l’area extraurbana a sud della città, definita da un asse viario di scorrimento parallelo alle mura stesse, doveva essere prevalentemente residenziale, con edifici di buon livello, sottoposti a ripetute ristrutturazioni, che vennero distrutti da un grande incendio nella seconda metà del III secolo d.C.

Gli scavi di Viale Varese hanno invece individuato un’ampia sequenza insediativa della zona, caratterizzata nella fase più antica (I-inizi II sec. d.C.) da una necropoli con recinti funerari, della quale è stato rinvenuto un monumento funerario rettangolare recintato con lastre di granito, e all’interno del quale sono stati trovati sei loculi contenenti sepolture a cremazione con recipienti di pietra ollare e altri oggetti di corredo. Alla necropoli si affiancano, poi, nel corso del II sec. d.C., edifici residenziali, costruiti in almeno due fasi edilizie; di questo periodo è stato individuato un complesso adibito probabilmente all’ospitalità dei viandanti (una mansio o un lupanare), che è stato ottimamente conservato grazie ad un incendio che seppellì sotto il tetto di tegole un grande ambiente dotato di focolare, macine e ricco di suppellettili domestiche.

Ma l’elemento più importante di questi scavi è sicuramente un monumentale edificio, adibito certamente a funzioni pubbliche, di forma quadrata, organizzato attorno ad un grande cortile centrale con ambulacri laterali e ambienti retrostanti e caratterizzato da un grande porticato sul lato di fondo, ornato da colonne in cipollino e da un’ampia esedra centrale. Per quanto riguarda la funzione di questo edifico, sono state formulate sostanzialmente due ipotesi: poteva essere la sede di qualche corporazione, che adibiva la zona dell’esedra a luogo di culto, oppure poteva essere una biblioteca, forse quella famosa offerta da Plinio alla città.

Nella seconda metà del III sec. d.C. il quartiere venne distrutto da una serie di violenti incendi e l’area, dopo essere stata livellata, venne trasformata in necropoli. Sono state infatti rinvenute circa 50 tombe, probabilmente di gruppi familiari, con i notabili della famiglia deposti in tombe di prestigio insieme a ricche suppellettili e oggetti di ornamento personale, e i membri più umili e la servitù deposti in tombe di varia natura, anche con sepolture in nuda terra senza quasi corredo.

Tra tutte queste sepolture si distingue la tomba n. 15, che presenta nel corredo una laminetta d’oro arrotolata in due frammenti, probabilmente legata a qualche culto esoterico. La tomba, datata al IV sec. d.C., offre testimonianza della diffusione a Como dei culti esoterici, probabilmente legati alla forte presenza di gruppi militari nella città.

Entro l’autunno del 2002 sarà preparata una pubblicazione esaustiva sullo scavo di viale Varese, pubblicazione realizzata da una nutrita schiera di studiosi, tra cui la prof. Giuliana Facchini, che coordina un gruppo di giovani laureati dell’Università degli Studi di Milano. Il volume sarà edito nell’ambito delle Manifestazioni Celebrative del Centenario della Società Archeologica Comense, grazie alla partecipazione della Società Archeologica Comense, del Comune di Como e della Proprietà dell’area di via Benzi.

Museo Civico Giovio
Piazza Medaglie d'Oro 1, Como

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