Frames. I personaggi che rappresenta nei suoi dipinti derivano da sequenze video: percio' il movimento appartiene loro intrinsecamente. Con pennellate energiche l'artista si appropria a suo modo del paesaggio cittadino.
Perché "Frames" per un'esposizione di oli su tela? Perché siamo di fronte
all'ennesima riprova che l'unico modo per gli artisti del nostro tempo di affrontare
la pittura è tenere conto delle mutate possibilità di riproduzione visiva.
Dall'epoca Impressionista la pittura anela anch'essa a catturare l'attimo perfetto
(l'istantanea fotografica) oppure il movimento, la breve durata di un'azione in
fieri come riesce a fare una sequenza video. Non può farlo, però, rivaleggiando in
aderenza alla realtà con gli altri due mezzi: si tratta di una battaglia persa. Deve
farlo allora conferendo all'immagine quella resa istintiva, quell'impatto emotivo
che costituisce il suo valore aggiunto.
Così Enrico Ingenito segue la via di illustri precursori, come Degas e poi Bacon, di
cui condivide soprattutto la fase di concezione iniziale dell'opera. Quadri
d'impatto così immediato, eseguiti con una tecnica rapida ed intuitiva derivano in
realtà da fotografie o dall'estrazione di fotogrammi digitali (appunto frames)
realizzati dall'artista stesso quando si trova di fronte a qualcosa che lo colpisce.
E' l'energia scaturita da queste visioni che viene poi trasferita su tela con delle
pennellate energiche eppure fluide,determinando una pittura che giunge a distruggere
se stessa, obliterando strato su strato i dettagli di quanto rappresentato: rimane
l'essenza che, annebbiata nei contorni e filtrata dal sentire dell'artista,
incredibilmente ricrea per l'osservatore la stessa sensazione da lui avvertita.
I personaggi rappresentati da Ingenito derivano da sequenze video: perciò il
movimento appartiene loro intrinsecamente. Nei "Transiti" l'artista si appropria a
suo modo del paesaggio cittadino. Egli partendo, appunto, da scatti fotografici
giunge a memorie urbane in movimento (Piazza De Ferrari, Brignole, etc.): il moto è
quello dell'osservatore che le ripercorre, anche solo con la mente, nei territori
della memoria o della fantasia. Si tratta di immagini filtrate da qualcosa di più
immateriale della lente che si frappone tra un obiettivo fotografico o una
telecamera. Non si tratta nemmeno di una resa meccanica, è studiata la fase di
partenza, ma resta un grosso margine di libertà e imprevedibilità nella fase di
esecuzione pittorica: è proprio questo il fattore che contribuisce ad un risultato
così vitale e coinvolgente. La pittura qui non è morta, nonostante l'aspetto
spettrale sembra ancora avere qualcosa di unico da dire.
Enrico, tra l'altro, nell'uso espressionistico del colore accentua la resa estetica
dei suoi quadri come è evidente nei corpi e nei volti di "Frames rosso" o "Viraggio
in verde". Anche nei paesaggi parte da scatti notturni che gli consentono poi nel
quadro di ricreare dei blu o viola intensi, di profondo impatto emotivo. Quindi pur
avvicinandosi all'inquietudine interiore di Bacon si distacca in parte dal suo
modello di carnale brutalità.
Inaugurazione: Venerdì 10 Aprile ore 18
OpenLab in Compagnia Unica
Via San Vincenzo, 102/104 r - Genova
Mercoledì / Sabato ore 15.30 - 19.30
Ingresso libero