Accademia di Francia - Villa Medici
Roma
viale Trinita' dei Monti, 1
06 6761291, 06 67611 FAX 06 69921653
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La folie de la villa medicis
dal 8/4/2002 al 23/7/2002
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Segnalato da

villa medici




 
calendario eventi  :: 




8/4/2002

La folie de la villa medicis

Accademia di Francia - Villa Medici, Roma

Attenta ai grandi movimenti dell'arte contemporanea, l'Accademia di Francia a Roma propone al pubblico una serie di incontri con l'opera di giovani creatori, pensionnaires di Villa Medici e artisti invitati per l'occasione. Lunedi' 9 aprile: Daniele Puppi.


comunicato stampa

concetto
la folie de la villa médicis
incontri con l'opera degli artisti dell'ultima generazione

chargée de mission per l'arte contemporanea dell'accademia di francia a roma
christine ferry

iniziativa e responsabilità artistica del progetto la folie
chiara parisi

Da più di tre secoli, l'Accademia di Francia a Roma è luogo di ospitalità e di incontri con gli artisti.

Attenta ai grandi movimenti dell'arte contemporanea, desidera prolungare l'intervento intrapreso con la trilogia del 1998-2000 con le esposizioni di arte contemporanea La Ville, le Jardin, la Mémoire proponendo al pubblico una serie di incontri con l'opera di giovani creatori, pensionnaires di Villa Medici e artisti invitati per l'occasione.

Questi ultimi incontri si terranno nella folie del giardino di Villa Medici, spazio conosciuto grazie al progetto degli architetti del gruppo A12.

Il principio di questi incontri è la presentazione di un'opera, il tempo di una serata, che mostri le diverse tendenze attuali, al fine di scoprire la diversità degli artisti tra i più interessanti dell'ultima generazione. Fra di loro, alcuni già affermati e altri entrati nella scena più recentemente.

Il desiderio di presentare un'opera per una sola serata nasce dall'esigenza di rivelare un "luogo" all'interno della "folie" : voler apportare una visione personale, con la volontà di aprire un dibattito sull'opera grazie alla presenza di un critico invitato dall'artista.

Gli artisti invitati fanno parte dell'ultima generazione italiana con un'attenzione particolare agli artisti che vivono a Roma, tenendo comunque conto della complessità del territorio italiano.

porte aperte atelier di artisti
i pensionnaires di villa medici

Nell'ambito di queste presentazioni, è interessante sviluppare il progetto con l'apertura degli atelier degli attuali pensionnaires di villa medici (artisti visivi e designer).

Più che una presentazione dei loro lavori, si tratta di una giornata "porte aperte" sugli atelier, affinché il pubblico possa entrare direttamente nelle loro ricerche artistiche sviluppate durante il soggiorno romano.

artisti invitati
la folie de la villa médicis
incontri con l'opera degli artisti dell'ultima generazione

lunedì 9 aprile daniele puppi roma testo critico giuliana stella
lunedì 23 aprile donatella spaziani roma testo critico jan åman
lunedì 14 maggio simone berti milano voce recitante rinaldo rocco
lunedì 4 giugno elisabetta benassi roma testo critico maria luisa frisa
lunedì 25 giugno domenico mangano palermo testo critico teresa macrì
lunedì 9 luglio marco boggio sella torino testo critico guido molinari

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porte aperte atelier di artisti

i pensionnaires di Villa Medici
lunedì 23 luglio

Che resta di ciò che resta ?
Tiphaine Samoyault

- Le reliquie - e poche sono le chiese a Roma che non le lasciano individuare, nascoste sotto un altare, dietro un velluto sbiadito o un cancello a giorno - sono degli oggetti passivi : riflettono i valori di cui una società le carica.
In esse, qualsiasi credenza è desueta, o comica, ma possiedono qualche cosa di illuminante, che non è dovuta solo alla luce rossa che va a indicare la loro presenza.
La reliquia rappresenta. Diversa in ciò dal reale, presuppone una relazione contrattuale con lo spettatore, non molto differente da quella che si ha con l'arte.

- La reliquia è moderna nella sua neutralità, nella sua astrazione, nella sua assenza di destinazione, nel suo destino prolungato, senza alcun senso.

- La reliquia non trasmette nulla. Come la fotografia, dice qualche cosa di ciò che è stato presente. Che non è più. Manifesta allo stesso tempo il perduto e il conservato.

- Barba, braccio, costola, cuore, posteriore, denti, dita, ginocchia, grasso, latte, lacrime, mascelle, mani, ombelico, unghie, parti sessuali, pelle, piedi, piuma (che l'angelo Gabriele lasciò cadere quando andò ad annunciare alla Vergine che sarebbe diventata madre), prepuzi, sangue, fiato (di Gesù Cristo, custodito in una bottiglia), sudore, teste.

- La reliquia è sempre un pezzo piccolo. E se si può dedurre il tutto della parte, resta un piccolo pezzo, ciò che resta non sarà mai che un piccolo pezzo.

- L' "anima" di una statua buddista di Jizo, nascosta dal 1249, l'anno della sua consacrazione, è stata recentemente scoperta : è composta da reliquie, reliquiari, innumerevoli doni votivi e rotoli di preghiere.

- La qualità della sopravvivenza della reliquia viene dalla sua inutilità, spesso dalla sua bruttezza (ossa avvolte da un nastro, ciocche di capelli disposte a boccoli in uno scrigno), dalla sua assenza totale di valore commerciale. Contrariamente a ciò che si potrebbe credere, le reliquie non entravano, nel Medioevo, nel circuito economico. Venivano rubate di notte, con l'accordo del santo che manifestava in un modo o in un altro (fumo, odore, scolo di olio) il suo desiderio di andare altrove. Molti fecero così il viaggio a Roma per recuperare le ossa dei martiri, riportarli nelle loro dominio o nei loro conventi. Nell'827, dei mercanti veneziani rubarono il corpo di Marco ad Alessandria per rimpatriarlo a Venezia. Nel 1087, dei mercanti di Bari trasportarono i resti di Nicola di Myre, in Asia Minore, fino alla loro città.

- La reliquia è conservata dai vivi, ma appartiene al morto. Conservarla, è assicurarsi forse che il morto non ritorni. Allo stesso tempo, il potere di incarnazione della reliquia permette la sopravvivenza oltre la decomposizione : qualche cosa del morto è mantenuto fuori dall'annientamento.

- Il malessere dei credenti moderni nei confronti della reliquia è inversamente proporzionale all'interesse che possono avere verso la reliquia una volta che la sua aura si sia spostata. Là dove la fede è umiliata da cose di poco conto, il pensiero e l'arte possono trovare il loro tornaconto, divertirsi o commuoversi per gli oggetti di scarto, dai ricordi di niente, dai poveri resti messi in scena.

- L'arte produce altre cose che delle reliquie, delle sostanze dell'assenza ? Rendendo presente un oggetto assente, nel ricordo di un gesto che si è perso lungo il percorso, nella costante dell'arte stessa, l'arte produce dei resti che a volte restano.

olivier bardin artista visivo
régine kolle artista visivo
martin le chevallier artista visivo
marielle e dominique mathieu designer
david michaud regista
philippe terrier-hermann artista visivo
regina virserius artista visivo

Immagine: Daniele Puppi, Considerazioni da "Fatica n° 7", ©Riccardo Abate

Villa Medici
V.le Trinità dei Monti 1 - Roma

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