Amore amore. La personale e' interamente dedicata alla produzione dell'artista negli anni tra il '60 e '70, periodo durante il quale affianca al lavoro sulla "natura artificiale" una nuova riflessione sulla storia dell'arte antica. Accanto a queste immagini figurano in mostra anche alcune provocanti Pin Up in guepiere e reggicalze, tratte dall'universo dei rotocalchi popolari.
Dopo il successo della mostra “Anni cinquanta” Gino Marotta torna allo
Studio Giangaleazzo Visconti con una personale interamente dedicata alla sua
produzione artistica negli anni tra il ’60 e ‘70. Sul finire degli anni ‘60,
in singolare e significativa concomitanza con Warhol, Gino Marotta affianca
al lavoro sulla “natura artificiale” una nuova riflessione sulla storia
dell’arte antica. Lo fa nel ciclo Amore mio, per il quale sceglie solo
figure femminili, che ricava guardando ora a Cranach, ora a Ingres, ora ad
Hayez o a Tiziano (tutti autori accomunati da un’evidente passione per la
bellezza muliebre), e che traduce in immagini inedite, “plastificate” e
virate da una cromia artificiosa, in cui le figure entrano in cortocircuito
con i materiali a cui via via vengono abbinate: in mostra ne è prova la
sequenza delle Bagnanti di Ingres, delle Carlotta Chaber (la ballerina
callipigia ritratta da Hayez sotto le sembianze di una Venere che scherza
con le colombe), delle Veneri di Lucas Cranach. Sono dipinti dalle forme
fantasmatiche con smalti serigrafici dai colori acidi che si servono per di
più come supporto di lastre ossidate di ferro, di zinco o di metacrilato:
apparizioni (venate da una buona dose di ironia), di cui si indovinano con
difficoltà i contorni ma che restano tuttavia ben riconoscibili e che
Marotta spesso qualifica, nel titolo stesso, con l’attributo di
“artificiale” (tutti i d’après dalle Veneri di Cranach sono per lui Veneri
artificiali).
Accanto a queste immagini tratte dalla storia dell’arte
figurano in mostra anche alcune provocanti Pin Up in guepière e reggicalze,
di schietto gusto anni ‘60, tratte dall’universo dei rotocalchi popolari o
delle pubblicità pruriginose del tempo, eseguite anch'esse su metacrilato,
ferro o zinco o addirittura su pelliccia, giocando sull’eloquente
interferenza tra immagine e supporto. Infine, nel giardino su cui la
galleria si affaccia, saranno esposti alcuni esempi suggestivi di “natura
artificiale”. Un dromedario, un rinoceronte, giraffe e serpenti che si fanno
imitazione della natura attraverso l’artificio: una natura seriale e
raggelata, come “congelata” nell’apparenza diaccia del materiale plastico di
cui è composta e paradossalmente impreziosita dai colori industriali, aspri
e cangianti, e dalle ombre colorate proiettate dalle forme
inaugurazione martedì 21 aprile 2009 ore 18.30
sarà presente l’artista
Studio Giangaleazzo Visconti
corso Monforte, 23 - Milano
lunedì-venerdì 11.00-19.00
ingresso libero