Sem/Senza. Nell'aula magna gli artisti presentano un'installazione in cui si intrecciano le rispettive e differenti pratiche, ovvero, in questo caso, la pittura e l'analisi delle lingue. Tappeto sonoro di Ettore Sciarra.
Nell’aula magna del Liceo, ambiente ampio e caratterizzato dalla presenza di voluminosi calchi di gruppi scultorei molto celebri, ha luogo questa mostra che si deve al comune lavoro di due artisti, Luigi BATTISTI e Pasquale POLIDORI, i quali presentano una installazione in cui si intrecciano le rispettive e differenti pratiche, ovvero, in questo caso, la pittura e l’analisi delle lingue.
Quattro sipari, costituiti da ottocento fogli di carta di formato A4 appesi in file regolari e policromatiche, delimitano uno spazio cubico sospeso nell’ambiente, agibile ai visitatori e dall’aspetto cangiante, che alterna i rettangoli di colore ai mutevoli vuoti che essi, appena mossi, creano. Si coglie certo un riferimento alle vetrate gotiche, pur nella geometria modulare e opaca dei fogli, alcuni dei quali però resi traslucidi da interventi a olio di lino raffiguranti sagome umane in innumerevoli pose, come macchie dai contorni allargati e estenuati, in cui la pittura è assorbita fino alla saturazione.
Dall’interno di questo spazio dai confini aperti, proviene una voce femminile che interpreta, in portoghese, canzoni i cui testi sono il frutto di un lavoro di analisi e riscrittura condotto su uno dei manifesti che accompagnano la lotta dei “Sem Terra” brasiliani, ai quali allude il titolo dell’installazione. La voce è quella di Gabriella Pascale, una delle cantanti protagoniste del rinnovamento della scena musicale napoletana fin dagli anni ‘80, generosamente prestatasi alla volontà di restituire, nella pura sonorità del canto e nella riorganizzazione a tal fine del testo originale, la forma letteraria di un esempio particolare di discorso politico, quello dei congressi e delle manifestazioni, dove risuona il noi e ci si concentra, nel dolore individuale, sulla felicità del noi. Sebbene, come nel caso del movimento dei “Sem Terra”, il noi sia rafforzato dall’urgenza concreta di un diritto che tocca tutti o nessuno, esso non sfugge ad un valore proiettivo e astratto, imposto dal linguaggio non meno che dalle regole e dalle parole della retorica politica.
A queste parole, alla parola noi, la voce riserva il trattamento del canto, la cura e il gioco straniante del suono, all’interno di un ambiente in cui a vibrare non è solo la voce, ma la pluralità geometrica in cui si esprime il colore e quella invece variabile e imprevista delle macchie d’olio sulla carta, altrettanti non netti profili umani.
Ettore Sciarra ha svolto il lavoro musicale, un tappeto sonoro il quale, più che un accompagnamento, rende sostanza al dialogo tra la voce e l’ambiente. Il catalogo della mostra contiene un testo di Francesco Pontorno.
Inaugurazione: 27 aprile 2009 alle ore 18:00
I Liceo Artistico
via Ripetta 218, Roma
dalle 9:00 alle 18:00 escluso i festivi
Ingresso libero