CACT Centro d'Arte Contemporanea Ticino
Argomento dominante all'interno dell'esposizione a' la ricerca di alcuni artisti verso il superamento del reale, verso un immaginario che ci fa capire cosa sta dietro una societa' postmoderna e monoteista.
Dopo LA POETICA SOSPESA DI MIRKO ARETINi recentemente inaugurata nella sua sede di Chiasso, il CACT Centro d’Arte Contemporanea Ticino apre a Bellinzona l’esposizione tematica QUEER/SCHRÄG.
Argomento dominante all’interno dello spazio espositivo è la ricerca che taluni artisti affrontano per superare in maniera forte il reale e la sua affermazione, creando un immaginario che pur nutrendosi ci fa capire cosa ne sta dietro; cosa siamo noi all’interno di una società postmoderna e monoteista.
QUEER/SCHRÄG ridefinisce e ribadisce quanto l’arte sia un necessario e valido antidoto alla vita e alla realtà, affinché il concetto di imperfezione e l’apologia del difetto possano permettere una lettura evolutiva della vita stessa e della socialità, nell’affermazione delle specificità individuali di ogni artista. Più volte ho scritto della reclusione del corpo in senso lato e del trionfo del potere come forma di chiusura rispetto all’erranza visionaria e continuamente osmotica dell’uomo. Questa mostra collettiva intende solo sfiorare tali tematiche, per approfondirle nelle prossime personali.
Corpo e identità, metamorfosi, sessualità, ma anche identità sociale dell’arte sono le guide di QUEER/SCHRÄG.
PIER GIORGIO DE PINTO (1968) con la sua opera video CLEAR SKIES & DARK SKIES (2007-2008) – video ispirato dall’omonimo brano e testo musicale all’interno dell’album CHEMISM di Massimo & Pierce – rivisita in un flash back l’esistenza tormentata e la morte improvvisa di Jhonn Balance, co-fondatore e anima del gruppo di musica sperimentale Coil. Narrazione video dal taglio avanguardista, laddove si affrontano temi quali la (omo)sessualità, la spiritualità, vita e morte e altri aspetti universali dell’esistenza umana. È un ossequio attorno ad una personalità forte, emblematica, libera, geniale e auto-distruttrice, di cui De Pinto ricostituisce, per poche immagini rigorosamente sequenziali, ma intense, la vita.
RAGING BALLS (2008) è l’opera di OREET ASHERY, con cui l’autrice omaggia l’artista David Wojnarowicz (1954-1992), morto di AIDS e protagonista – negli anni ’80 – di una lunga diatriba attorno alla gestione delle problematiche legate malattia da parte del governo americano. La responsabilità istituzionale andava ben oltre gli aspetti esclusivamente medici. L’artista israeliana rielabora l’approccio dialettico di Wojnarowicz, mettendo a confronto i suoi temi di allora con un modello più ampio e contemporaneo della storia. Appartenenza razziale, sessuale, politica religiosa, legalità dell’essere umano, concetto di margine e emarginazione, il tentativo forte di spingere la maggioranza istituzionale ai margini dell’uomo, sono i temi sviluppati da Ashery.
Immaginario e velleità del corpo umano sono i lavori fotografici di STEFANO SCHEDA (1957) espressi sotto il titolo IL RITRATTO RITRATTATO. IL CORPO DEL RITRATTO/IL RITRATTO DEL CORPO (2000). Differenti stampe fotografiche di corpi nudi femminili e maschili, impressi su fogli di carta normale vengono sovrapposti e arrotolati aleatoriamente come scampoli di pelle a diverse altezze e fissati per mezzo di pinzette. Ciò pemette all’artista di Bologna di ricreare identità corporali e sessuali nuove; bellezza o seduzione, grottesco, forme polimorfe, androgine e sensuali. Il rimando alla pellicola fotografica come pelle – o del corpo in generale – come involucro e luogo effimero dell’identità, costituisce uno dei temi e le ossessioni dominanti di Scheda.
La presenza di due giovani artisti al CACT è fondamentale: Daniela Droz e Marco Villani, quest’ultimo peraltro già da noi trattato all’interno della pubblicazione IL CORPO DEL REATO. LA RECLUSIONE.
DANIELA DROZ (1982) propone 3 scatti fotografici di grande formato sul tema delle mut(il)azioni corporali volontarie e delle metamorfosi attorno dei concetti di codice d’identità, dal titolo PAIN MAKES YOU BEAUTIFUL (2008), mentre MARCO VILLANI (1973) espone per la prima volta l’installazione video LEXOTAN POEM (2008); una riflessione poetica filmico-fotografica del suo vissuto giovanile e a tratti oscuro, intercalando alla sua analisi di uomo adulto spezzoni di filmini girati in Super 8 quand’egli era ragazzo.
Le riflessioni ironiche di FIORENZA BASSETTI si riassumono con una ‘mise à nu’ della figura del curatore, ch’essa affronta con ironia, pur non mancando di sarcasmo.
Mario Casanova
Centro d'Arte Contemporanea Ticino - CACT
Via Tamaro 3 - Bellinzona