Mostra e performance con l'artista figurativo Stefano Babboni che racchiude in un unico dialogo due linguaggi in un "non-conventional mix" di arte e movimento. Babboni sviluppa una pratica artistica caratterizzata dal gesto dell'imprimitura del corpo unitamente all'approccio performativo della sua realizzazione, in cui il corpo diventa strumento. Nell'ambito della Giornata Mondiale della Danza.
Di Isabella Falbo
La necessità di indagare il connubio fra arte visiva e danza si inserisce coerentemente nel dialogo sempre più intenso tra l’arte contemporanea e le altre espressioni artistiche.
La mostra/performance Coreografie su tela dell’artista e ballerino Stefano Babboni presenta in modo inedito e paradigmatico la relazione tra i due linguaggi, sviluppando una pratica artistica dalla natura catartica caratterizzata dal gesto dell’imprimitura del corpo unitamente all’approccio performativo della sua realizzazione.
L’evento Coreografie su tela è costruito su due tempi: il tempo della fruizione classica, con l’esposizione di tre grandi tele e una composizione di ritratti su tavola e il tempo della performance nel quale, attraverso l’istantaneità dell’espressione artistica e il coinvolgimento del pubblico, si esplica e si sottolinea la natura della pratica artistica di Babboni.
Attraverso il momento performativo si vuole porre rilievo su come nascono i lavori di Stefano Babboni, generati da atti ritualizzati ispirati dalla gestualità di William Forsythe, eseguiti per l’imprimitura del corpo sul supporto scelto e preparato con fusaggine.
In questo modo la poetica esce dalla narrazione e si spettacolarizza, racchiudendo l’intima dialogità dei linguaggi dell’arte e della danza.
Il corpo diventa strumento che l’artista usa come fosse un pigmento composto di energia vitale e fusaggine e che entrando a passi di danza nella tela si imprime lasciando i segni del suo passaggio.
Babboni nei suoi lavori indaga la vita, la morte e l’identità.
La danza attraverso la contaminazione, l’invasione e la modificazione del corpo diviene il mezzo con cui l’artista trova conferma dell’esistenza.
Dentro l’opera ritroviamo presenze umane con il loro grido all’esistenza, il loro legame alla vita e il loro moto sfrenato agli impulsi.
Come arazzi alternativi le tele di Babboni sono composizioni narrative tridimensionali dove la figura umana appare in tutta la sua fisicità e contemporaneità sino a scorgere le cuciture degli indumenti.
Nei piccoli ritratti su tavola il legame con la danza si fa più concettuale, rappresentano il volto del danzatore, rappresentazione della razionalità che guida il corpo.
L’espressività di tipo esistenziale che emerge dalle opere dell’artista deriva dalla corrente gestuale di Pina Bausch e del teatro danza tedesco oltre che alla pittura simbiotica di Giovanni Manfredini.
Il lavoro drammatico sul corpo che ha caratterizzato gli esordi di Babboni sembra tuttavia si stia gradatamente alleggerendo, passando dai tormentati tentativi delle sue “esistenze” di uscire dal buio – metafore delle inquietudini generate dalla società attuale, caratterizzata dalla carenza di amore, dal proliferare della violenza e dalla generale regressione - alla celebrazione della vita nella luce, ricominciando dall’appagamento dell’anima e del corpo, improvvisando un’esistenza felice.
Stefano Babboni, Pietrasanta 1978. Vive a Ferrara.
Insegna danza contemporanea all’Antoniano di Bologna e porta avanti la sua pratica artistica focalizzata sul connubio arte e danza.
Tra le principali mostre personali,“Sogni-tempi non vissuti”, a cura di Marialivia Brunelli, Prisciani Art Gallery, Ferrara 2007.
Tra le principali mostre collettive,“Segni”, a cura di Delia Gianti, Galleria Cenacolo Felice Casorati, Torino 2006; Kreativa, a cura di Galleria Artsinergy in collaborazione con Isabella Falbo e Simona Pinelli, Showroom Kreativa, Bologna 2007.
Selezionato su catalogo Premio Celeste, edizioni 2006 e 2007.
Nel 1997 inizia la sua formazione come danzatore contemporaneo studiando e lavorando con la compagnia teatrale "L'Impasto", impegnata in attività di tipo sperimentale e di teatro danza.
Con la compagnia "L'Impasto" ha svolto in veste di assistente alla coreografia attività seminariali sulle tecniche della danza contemporanea (Carolin Carlson, Marta Graham) del teatro danza (Pina Bausch) e dell'emissione vocale (Moni Ovadia).
Dal 2004 ad oggi si è dedicato al perfezionamento della tecnica contemporanea studiando con Giorgio Rossi (Sosta Palmizi), Arturo Cannestrà (ex Aterballetto) e della danza classica, studiando con Nicoletta Pizzariello (Accademia di Roma, tecnica maschile), Rino Pedrazzini (primo ballerino del Maggio di Firenze), Carla Calcaterra e Serge Manguette.
In occasione della Giornata Mondiale della Danza, 29 aprile 2009, per la quale Selene Centro Studi Eko, Roberta Zerbini ed i danzatori Bolognesi, con il progetto GMD’09 intendono organizzare nella città di Bologna una serie di iniziative con l’obiettivo di sensibilizzare la città verso la riscoperta del corpo e del suo linguaggio, verso la danza.
La GMD’09 è patrocinata dalla Regione Emilia Romagna, Provincia di Bologna, Comune di Bologna, USP Ufficio Scolastico Provinciale. Sostenuta dall’ASCOM Bologna, AICS Provinciale di Bologna.
Per maggiori informazioni:
http://www.myspace.com/gmd09 - http://www.ekodanza.it – http://www.selenecentrostudi.it
Roberta Zerbini roberta.zerbini@fastwebnet.it
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Immagine: Coreografie su tela, work in progress 2©S.Babboni
Inaugurazione domenica 26 aprile ore 19
Spazio IN DUE
Vicolo Broglio 1/f Bologna