Il confronto tra realta' culturali differenti, ma soprattutto la ricerca delle affinita' al di la' delle apparenti diversita' e un profondo rispetto per l'identita' dei singoli individui, contraddistingue da sempre il percorso artistico di Niedermair, che per questa mostra ha scelto di fotografare le diverse donne altoatesine e immigrate, a ritratto intero su sfondo neutro.
Un progetto a cura di Letizia Ragaglia, MUSEION e Annelie Bortolotti, EURAC.
Dal dialogo tra Brigitte Niedermair e il coordinatore dell’Istituto sui Diritti delle Minoranze dell’EURAC Günther Rautz è scaturito un progetto fotografico composito, che parla di immigrazione con una connotazione completamente nuova rispetto alle immagini documentaristiche a cui si è generalmente abituati.
Il confronto tra realtà culturali differenti, ma soprattutto la ricerca delle affinità al di là delle apparenti diversità e un profondo rispetto per l’identità dei singoli individui, contraddistingue da sempre il percorso artistico di Brigitte Niedermair, che con estrema coerenza si concentra quasi esclusivamente sull’universo femminile.
Lo scambio di idee con i ricercatori dell’EURAC ha portato Brigitte Niedermair ad addentrarsi nell’identità culturale al femminile di un piccolo comune altoatesino come quello di Valdaora, scelto per la sua bassa percentuale di immigrazione straniera. Grazie anche al prezioso sostegno dei responsabili del Comune e alla collaborazione di persone che sono quotidianamente a stretto contatto con la popolazione locale “indigena” ed immigrata, è stato possibile organizzare un fotoshooting nella sala del consiglio comunale del paese al quale hanno partecipato 34 donne.
Brigitte Niedermair ha scelto di fotografare le diverse donne, altoatesine e immigrate, a ritratto intero su sfondo neutro. Come spesso accade nel suo lavoro, l’artista-fotografa anche in questo progetto è riuscita a capovolgere l’idea che generalmente sottende ad una documentazione. Nonostante in un primo momento ci sia la tentazione di concepire il progetto di Valdaora come una sorta di archivio storico contemporaneo, ad uno sguardo più attento si comprende come ci sia una forte volontà di fondo di far emergere le singole figure femminili nella loro unicità. Le donne residenti a Valdaora, sudtirolesi, pachistane, marocchine e albanesi, nonostante la semplicità dell’immagine, sono state colte nella loro intima fierezza.
La scelta di esporre “in coppia” le immagini delle donne protagoniste del progetto, suggella in un certo senso l’aspetto della comunità e dell’integrazione al di là dell’individualità dei singoli ritratti.
La mostra all’interno della torre è completata all’esterno da una gigantografia colorata, che raffigura un veicolo straripante di una massa variopinta di uomini nigeriani alla ricerca tanto di condizioni di vita migliori, quanto di una moglie.
Con un pizzico d’ironia “Gemeinde Olang_Comune di Valdaora_2009 let’s get married” mette in scena il viaggio, tra il fittizio e il reale, degli uomini di colore alla ricerca di una sposa in un luogo diverso da quello natio, nella fattispecie a Valdaora. Con la rigorosità di una ricerca scientifica e insieme alla trasversalità di un’elaborazione artistica, il progetto affronta tematiche quali i flussi d’immigrazione e l’identità culturale, ma offre anche un micro-spaccato attuale della società femminile contemporanea e delle voci che la contraddistinguono.
Inaugurazione Mercoledì 6 maggio alle 18.30
EURAC
viale Druso, 1 Bolzano
da lunedì a venerdì ore 14 - 18