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Il vizio: dell agnello
dal 11/4/2002 al 19/5/2002
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Segnalato da

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11/4/2002

Il vizio: dell agnello

Studio Ercolani, Bologna

Come una questione di 'lana caprina', il disputare di cosa inutile, vilissima, priva di buon senso e di buon gusto, curatore e artisti risponderanno ad una attivita' ludica e a un gesto psicotico-ossessivo maturato ma solo in parte sublimato dalla infanzia...


comunicato stampa

"il vizio: dell'agnello"


a cura di alberto zanchetta
con opere di paolo bertocchi - simone lucietti - nicola renzi

"[..] in genere è facile accostare ai lupi vizi e cattiverie, ma forse è solo fame. Invece il vizio dell'agnello è più subdolo perché nascosto, inimmaginabile per la mansuetudine dell'animale, per l'innocenza del bambino colpevole. Ecco, la cattiveria dei bambini è il vizio dell'agnello [..]"

Diversamente dal lupo, innalzato a emblema della malvagità, l'agnello - che è il nato di pecora sino all'età di un anno dopo l'unione con l'ariete - è sinonimo di persona mite, paziente, indicato nell'iconografia religiosa come figura allegorica dell'umiltà e dell'innocenza nonché abituale vittima sacrificale. Ma sordido, nascosto è il suo vizio, capace cioè di nascondere (e all'occorrenza servirsi di) insospettabili zanne...

Prendendo a modello la succitata, esplicativa, definizione di Andrea G. Pinketts [autore dell'omonimo romanzo edito da Feltrinelli nel 1994], la mostra considera lo stato galvanizzante indotto durante lo sviluppo infantile da azioni deprecabili, crudeli per l'essere in pari modo gratuite da parte del bambino. Forse per uno stato inquieto, umorale, irascibile? che trova soddisfazione nel commetterli o forse perché risentendo di un atteggiamento ancora antropocentrico, l'infante soggiace all'influenza di atteggiamenti ed "atmosfere" psicologiche e infinità di condizioni ambientali che rapportati alla storia della nostra (in)civilizzazione ne stimolano, incentivando, azioni colleriche.

Come una questione di "lana caprina", il disputare di cosa inutile, vilissima, priva di buon senso e di buon gusto, curatore e artisti risponderanno ad una attività ludica e a un gesto psicotico-ossessivo maturato ma solo in parte sublimato dalla infanzia. E nel demandare a questo nodo gordiano, causa formale quanto principio intelligibile, all'interno della mostra troveranno posto le opere, a iniziare da dei camouflages di Simone Lucietti; trattasi di un ciclo di quattro quadri aventi sgargianti bande cromatiche che includono, benché dissimulato, un pericolo reale o presunto tale: una targa di pericolo di morte, riprendendo le rispondenti campiture, si occulta infatti a uno sguardo frettoloso disattendendo la propria funzione normativa. Nell'uso degli elastici Renzi darà invece forma a delle differenti sfere monocrome che osteggeranno e minacceranno l'attraversamento delle sale laddove un'enorme clessidra - visibile nella sua sola metà - si inserirà nello spazio espositivo, posizionata tra il soffitto e il pavimento. Infine Paolo Bertocchi, che conduce da sempre una ricerca sulla stratificazione e riqualificazione di capi d'abbigliamento (studio e trasposizione di oggetti legati al "costume"), presenterà un tavolo avente un piano d'appoggio in feltro imbandito di tutto punto che, soggiacendo a un "colpo di risacca", pulserà facendo oscillare le stoviglie in attesa che il peggio si avveri... che tutto si frantumi a terra!

Inaugurazione venerdì 12 aprile 2002 h18.30

orari da mercoledì al sabato h 16.30-19.30; domenica e lunedì su appuntamento

disponibile catalogo in galleria


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