In esposizione 20 nuovi lavori della serie L'Ego. Nelle opere di Negri, i giochi per bambini diventano giochi per adulti. Sculture, nelle quali riconoscere parte della nostra infanzia e di conseguenza parte di noi.
In mostra alla galleria Fabbrica Eos di Milano, 20 nuovi lavori di Matteo Negri della serie “L’Ego”. Il giovane artista, prosegue nella ricerca dell’ironia e del senso ludico nell’opera d’arte. Già presente, peraltro, nei precedenti lavori: le “Mine”, sculture in ceramica di ipotetiche armi distruttive nelle quali la scelta di un materiale fragile crea un sottile stato ironico delle cose: da giochi di guerra, si trasformano in oggetti innocui da indagare. È la mina stessa, strumento di distruzione, a subire il rischio di frantumarsi.
Protagonista della nuova serie è il Lego, noto mattone colorato da costruzione, che assume nelle opere di Negri il ruolo di archetipo della creatività: sia per la possibilità di costruire e creare, insita nell’oggetto; sia per i valori che acquisisce convertendosi in materia d’arte.
Quando sono riprodotti nella loro geometria classica in scala maggiore, i mattoni vengono affiancati e posti su lamiere a creare una composizione astratta apparentemente anonima. In realtà, la scelta di colori e materiali fra cui bronzo e alluminio, riscatta il singolo Lego che cessa d’essere modulo costruttivo uguale agli altri imponendosi per l’importanza del proprio ruolo. Il riconoscimento di tale valore, è metafora della soggettività (Ego) attraverso cui reinterpretare il senso della costruzione, della crescita. E di noi stessi, in quanto individui. Ma è nel momento in cui il lingotto viene manipolato, che si creano ulteriori livelli di senso. Il Lego annodato, curvato, distorto, viene privato della capacità d’espletare la funzione primaria (il costruire), ma è libero da una condizione imposta e diventa creazione pura, espressione di creatività.
L’apparente dramma di un Lego sciolto, si rivela emblema delle affinità fra gioco e arte: il mattoncino liquefatto, viene reso eterno dal colore; oppure, da quest’ultimo, prende forma e ne leggiamo un senso costruttivo dell’opera d’arte.
Nelle opere di Matteo Negri, i giochi per bambini diventano giochi per adulti. Sculture, nelle quali riconoscere parte della nostra infanzia e di conseguenza parte di noi.
Il denominatore comune è il medesimo: gioco e cultura, come fonti d’educazione che possono aiutare a essere migliori. O nella peggiore delle ipotesi, essere se stessi (L’Ego).
Inaugurazione: giovedì 7 Maggio, dalle ore 18.30
FABBRICA EOS
Piazza Baiamonti 2, Milano
orari: da martedì a sabato, 10-13; 16-19
Ingresso libero