Mucha mierda. L'uso degli acrilici si affianca a quello dei collage, le immagini si sposano coi testi, in un mix pop-surreale di simboli e significati che ritraggono piccole e grandi contraddizioni.
Emilio Cejalvo è un artista spagnolo che, nonostante la giovane età, ha già esposto le proprie opere in alcune gallerie di Valencia, Amsterdam e Miami, e che da qualche tempo vive e lavora a Milano, dove ha partecipato a diverse esposizioni e l’anno scorso ha vinto il premio Beniamino Matalon (organizzato dall’omonima fondazione).
Già membro del collettivo Famiglia Margini, oggi Emilio è uno degli originali artisti che collaborano più di frequente con la Biokip Gallery (spazio espositivo nomade che fa da specchio alle contemporanee culture underground) oltre ad essere uno di quegli artisti che sanno come far parlare di sé.
Il suo personalissimo linguaggio artistico lo porta a non aver paura di osare, a rifiutare i canoni classici del mondo dell’arte, a sguinzagliare la propria creatività senza mezzi termini, senza schemi preconfezionati e senza tabù.
Emilio osserva, assimila e reinterpreta la società che lo circonda, ne individua vezzi e virtù (se ce ne sono) grazie all’impegno che mette nella ricerca ossessiva dei luoghi comuni, e degli stereotipi, che caratterizzano l’oggi. E quando li stana, è lì che si concentra la sua arte.
I vari prodotti e personaggi di largo consumo, i miti triti e ritriti, i bisogni indotti e i futili modelli di una società in cui comanda il marketing (con banale standardizzazione di idee e valori) vengono assorbiti e riplasmati da quest’artista, che li sbatte poi su tela con la stessa violenza con cui ci vengono quotidianamente propinati dai media. Ed è una violenza raffinata, gelida, frutto di critica morale ed ironia allo stesso tempo, non c’è mai buonismo né ipocrisia nei lavori di Emilio, ma una feroce quanto sottile satira delle fragili aspirazioni di oggi: dove l’apparire e l’avere sembrano davvero più importante dell’ essere.
L’uso degli acrilici si affianca a quello dei collage, le immagini si sposano coi testi, in un mix pop-surreale di simboli e significati che ritraggono le piccole e grandi contraddizioni grazie alle quali si conosce, e riconosce, la società contemporanea.
Anche nella sua nuova personale ospitata dal Puzzle Point (in via Orseolo 7, a Milano) Emilio Cejalvo rimane fedele allo stile che lo contraddistingue, e propone lavori vicini alla pop-art (tra cui una serie di ritratti) ispirati alla “cultura” moderna. Ecco il perché del titolo dell’esposizione: “Mucha mierda” (in spagnolo significa buona fortuna) un giudizio frutto della riflessione sui valori del mondo che ci circonda, che suona anche come l’augurio di non lasciarsi affondare da questo mare di banalità.
Vernissage Giovedì 7-5-09 ore 18,30
Puzzle Point
via Orseolo, 7 - Milano