Ruf richiamo. Attraverso l'autoritratto, l'immagine diviene simbolo del procedere artistico stesso. Una serie di dipinti monocromi a base nera, dove i bianchi vengono tirati fuori per cancellatura, tramite pezzi di carta igienica, da una stesura fresca di olio nero su una superficie bianca preparata a smalto.
La complessità, la difficoltà di lettura, a volte il caos, dei tempi che stiamo vivendo, in campo artistico e non, mi hanno indotto ad interpretare quella oramai gassosa attività che diciamo arte, attraverso un’unica forma espressiva, quella dell’autoritratto. Non si tratta di parlare di sé ma attraverso il sé.
Partendo da un dato oggettivo come la raffigurazione della propria immagine -il simulacro- e abbandonando progressivamente nel tempo la sua funzione mimetica, questa immagine diviene infine simbolo del procedere artistico stesso, un significante che tenta di includere la più ampia gamma di significati possibili, ovvero un procedere cannibalico. Nel mio caso si tratta di un significante che reitera se stesso sino al parossismo, costituito dalla ossessiva ripetizione di una parte anatomica umana, la dentatura, icona di significati primordiali. Questo, come una seconda pelle, aggredisce tele, ready mades, sculture e talvolta oggetti di uso comune, con la duplice funzione di fagocitarli ed allo stesso tempo redimerli dall’oblio della routine e del turbinio quotidiani.
Alla eterogenea moltitudine di linguaggi ed alla spettacolarizzazione di essi, la quale spesso va a discapito del contenuto, rispondo dunque con un
unico linguaggio, al di fuori delle mode e delle tendenze. Esso è caratterizzato da una forte riconoscibilità e dalla massima forza espressiva che si possa ottenere dai mezzi più semplici e poveri possibile. Senza discriminare, qualora necessario allo sviluppo del progetto e partendo necessariamente dal dato pittorico, l’utilizzo di strumenti come la fotografia o lo stesso computer, divenuto oramai orpello domestico di uso comune. Il tutto condito da quel pizzico di alterigia dietro la quale si cela sempre una mancanza.
Verso gli inizi dello scorso anno la mia ricerca procede ulteriormente verso un nuovo scarto. La tradizionale tecnica della pittura policroma ad olio, eseguita con il pennello e per velature, viene abbandonata a vantaggio del monocromo a base nera. Qui i bianchi vengono tirati fuori per cancellatura, tramite pezzi di carta igienica, da una stesura fresca di olio nero su una superficie bianca preparata a smalto.
Questo passaggio avviene per un duplice motivo. Se il nero è la somma di tutti i colori, il bianco ne è la sottrazione, l'assenza. Sono due estremi, come il pieno e il vuoto, sufficienti ad ogni tipo di rappresentazione e di armonia, come ci insegnano l'architettura e la musica. Tutto il resto ad un certo punto mi è sembrato un eccesso inutile. Non concependo, inoltre, la pittura come una semplice decorazione ma come un metalinguaggio, una metonimia dell'io, il sovraccarico cromatico e la pastosità di rembrandtiana memoria con il tempo sono diventati un fardello pesante, non più funzionali all'immediatezza del messaggio, sul quale tutto il mio lavoro si basa. Ma anche i lunghi tempi di esecuzione della vecchia tecnica sono diventati, con il tempo, un affanno che non rende più omaggio -come una volta- all'Arte, ma ne rallenta la sua natura vitale, seppellendola in un mortifero trascinarsi stanco. Il precedente concetto di lentezza, sia concettuale che esecutiva, cede il passo a quello più compiuto di atemporalità. Esso si reifica nella stessa ciclicità dell'esecuzione di ogni nuovo lavoro, resa ormai più snella. La magia che si rinnova ogni volta con la nascita e la morte del quadro, ovvero il suo inizio e la sua fine, concentrata in tempi più contratti ne risulta rafforzata. L'opera non è che un morto, un residuo, una salma di ciò che si è andato producendo. L'effigie di un atto consumato e tramandato a futura memoria, un atto sul quale riflettere.
Mirco Tarsi, maggio 2009
Mirco Tarsi.
Nato a Ostra Vetere (AN) nel 1974. Vive e lavora nelle Marche.
Collettive:
1996
-Architetture del cielo. Conventino dei Serviti di Maria, Monteciccardo(PU). Mostra e catalogo a cura di A. Mazza.
1997
-Laboratori Paralleli 97. Galleria Comunale S.Croce, Cattolica(RN). Mostra e catalogo a cura di Annamaria Bernucci e Anna Cerboni Baiardi. Stampa La Pieve di Villa Verucchio, Rimini.
1998
-9° Festival Europeo ArteViva. Casa Museo Palazzetto Baviera, Senigallia (AN). Mostra e catalogo a cura della Direzione Artistica Arte Viva ’98.
1999
-Luoghi d’artista. Conventino dei Serviti di Maria, Monteciccardo(PU). Mostra a cura di Antonella Micaletti. Catalogo Arti Grafiche Stibu, PU.
2000
-Venature. Percorsi d’arte nelle valli del Misa e del Nevola. Museo comunale d’Arte Moderna e dell’informazione, Senigallia (AN). Mostra e catalogo a cura di Carlo Emanuele Bugatti e Francesca Pensa.
-Genii. Percorsi di anatomia artistica. Palazzo Marchesale Venusio, Turi(BA). Palazzo Ducale, Urbino(PU). A cura di A. C .Baiardi, M. Casamassima, B. Ceci, S. Ciriscioli, G. Coda, V. Girolamo, D. Micucci, R. Pucciarelli. Catalogo Ed. Grafiche Ciocia, Bari.
-Sistemi Operativi. Opere e metodi nell’anno 2000. Palazzo Ducale, Urbino(PU). Palazzo Ducale, Pesaro(PU). Accademia di Belle Arti di Urbino. Catalogo, stampa SAT, Pesaro.
2001
-Premio Stella. Concorso giovani artisti delle Accademie di Belle Arti. Palazzo Stella, Crespellano, Bologna, a cura di Silvia Evangelisti. Catalogo Bieffe, Recanati.
-Menotrenta. 6° selezione di giovani artisti. Spazio Hajech, Milano, a cura di Francesca Pensa. Catalogo Ed. HAJECH arte, Milano.
2002
-Tracce Fuori Centro. Villa Vogel, Firenze. Mostra e catalogo a cura di Gaia Bindi, Patrizia Landi, Elisa Mazzini. Nova Arti Grafiche, Firenze.
-Transiti. Palazzo Albani, Urbino(PU). Mostra e catalogo a cura di Bruno Ceci. Editrice Grafica Vadese.
-Beyond The Edge. Giovani artisti dalle Accademie di Belle Arti di Bologna e Urbino. Rocca Malatestiana, Montefiore Conca (RN). Accademia di Belle Arti di Urbino. Catalogo Arti Grafiche Stibu, PU.
2003
-Cosmos. A Sea of Art. XI Biennale of Young Artists of Europe and the Mediterranean Countries. Ilion Park, Atene, Grecia. Mostra a cura di Spyros Papadopoulos. Catalogo Ed. BJCEM, Atene.
2004
-Immacolata J4. Palazzo Balleani, Jesi, Ancona. A cura di MAC.
-SacroSanto. Chiesa di Sant’Arcangelo. Fano (PU). A cura di Giovanni Ferri.
2005
-Promesse. Ricerche artistiche dall’Accademia di Belle Arti di Urbino. Rocca Malatestiana, Montefiore Conca (RN). Accademia di Belle Arti di Urbino. Catalogo SAT Pesaro.
-Premio Pascucci 2005. Rocca di Monte Cerignone/Chiesa di S.Caterina, Monte Cerignone (PU). Selezione di Dede Auregli, mostra a cura di Cristina Marabini. Catalogo, stampa Sate Italia (FE).
2006
-Giovani Creativi. Palazzo Camerata, Ancona. Comune di Ancona, Assessorato Politiche Giovanili.
-Confini. 8°Concorso internazionale di pittura “Città di Laives”. Deutsches Kulturhas. Laives (BZ). Coordinamento a cura di La Goccia. Art Director Pietro Archis. Catalogo Tezzele Print, Laives. 1° Classificato.
2007
-3° Edizione Pagine Bianche d’Autore. Segnalazione all’interno del volume per la regione Marche con una performance a New York documentata dalla fotografa Rosalia Filippetti.
2008
-Giro del mondo dell'arte in 80 artisti. 911 Galleria d’Arte, La Spezia. A cura di Carolina Lio.
2009
-Iconoclastie. Tesi e antitesi dell'arte. Basilica di S. Stefano, Bologna. A cura di Edoardo Di Mauro, ideazione e organizzazione di Giovanni Mundula e Padre Ildefonso Chessa. Catalogo, stampa Grafiche Liquori, S. Lazzaro di Savena.
Personali:
2000
-Autoritratto Contemporaneo. Gratis Arte, Senigallia (AN), a cura di Maurizio Cesarini.
2004
-Berenice. Foyer del Teatro Comunale “A. Testoni”, Casalecchio (BO). Mostra a cura di Maurizio Giuffredi. Catalogo a cura di Antoine Tipine, edizioni Les Eaux troubles, Bologna 2004.
-Autoritratto. H space. Shanghai. A cura di Monica Dematté. Testo di Maurizio Giuffredi. Catalogo Momingqimiao Edizioni, Shanghai 2004.
Inaugurazione: venerdi 22 maggio ore 19-22
Gasparelli Arte Contemporanea
Arco di Augusto 74 - Fano