Le donne di Gilli, sempre rigorosamente nude e dalla silhouette pronunciata, adorne di collane, bracciali e cavigliere, si offrono allo sguardo divertito e voyeuristico del pubblico.
a cura di Adelinda Allegretti
Sono trascorsi quasi 45 anni dalla sua prima mostra personale a Torino, presso la Galleria Il Punto, e da allora la fama di Claude Gilli (Nizza 1938) ha conquistato mezza Europa, garantendogli un posto nell’Olimpo degli artisti francesi del secondo Novecento. E certo è che la sua ricerca, nota al grande pubblico a partire dalla cosiddetta serie degli Ex voto in avanti, non si è a tutt’oggi fermata, continuando ad identificare Gilli come un esponente di spicco di quell’École de Nice che ha tanto contribuito allo sviluppo della Pop Art francese.
Non è un caso, infatti, che proprio con la serie degli Ex voto egli sia stato recentemente selezionato per l’importante mostra dal titolo “Pop Art 1956-1968” alle Scuderie del Quirinale, in Roma, il cui scopo precipuo era appunto quello di analizzare i punti salienti di uno “stile” che, con il suo linguaggio accattivante e perlopiù scevro di intellettualismi, è riuscito ad unificare Europa e Stati Uniti.
Sulla scia di quanto appena detto, le pin-ups di Gilli vanno lette come uno sviluppo delle bellezze fumettistiche di Roy Lichtenstein o dell’immancabile Marilyn Monroe di Andy Warhol, passando attraverso la patinata quotidianità di Tom Wesselmann. Le donne di Gilli, sempre rigorosamente nude - e guai se così non fosse, proprio in virtù della leggerezza e dell’apparente superficialità che tanto piace agli artisti della Pop Art - e dalla silhouette pronunciata, adorne di collane, bracciali e cavigliere, si offrono allo sguardo divertito ed un po’ voyeuristico di un pubblico eterogeneo, fatto di grandi ma anche di bambini, che riconoscono la loro manualità nella semplicità e nell’immediatezza delle forme. Come spesso accade nella storia dell’arte, comunque, un linguaggio di pronto impatto visivo non sempre corrisponde alla semplicità dell’esecuzione. Nelle opere di Gilli nulla viene lasciato al caso ed ogni particolare, dai petali dei fiori che come un letto accolgono l’ostentato corpo muliebre, alle frutta, quali pere, fichi e fichi d’india che ne contornano il mezzobusto, fino alle penne degli apache, diviene una vera e propria testimonianza di virtuosismo tecnico, soprattutto nelle dimensioni ridotte.
Ma esageratamente grande o infinitamente piccolo, nella Pop Art, corrispondono, basti pensare ai lavori di Claes Oldenburg, che ha ingigantito cucchiai, ciliegie, cappelli e schiaccianoci, trasformandoli in oggetti-sculture che sovrastano piazze urbane e parchi pubblici. E questo è, infatti, un altro degli aspetti che caratterizza la ricerca di Gilli, ovvero il dar vita allo stesso soggetto ora in dimensioni molto grandi ora in opere di piccolo formato, quasi tascabili.
Questa mostra di Milano vuole essere un primo passo di riavvicinamento dell’arte di Gilli ad un pubblico, quello italiano, che se bene lo ha accolto all’inizio della sua carriera, per scelte di mercato è passato in secondo piano rispetto a quello francese e belga, che ha permesso all’artista di Nizza di raggiungere importanti quotazioni. Pertanto riaprire le porte della critica e del pubblico sulla recente produzione di Claude Gilli è il nostro intento.
Biografia
Claude Gilli (Nizza, 1938)
Si iscrive all'École des Arts Décoratifs di Nizza nel 1955; nel 1957 tiene le sue prime mostre collettive alla Galerie Longchamp e alla Galerie-Libraire Matarasso della sua città natale, insieme agli amici Albert Chubac e Martial Raysse; gli stessi saranno anche i protagonisti della mostra inaugurale dello spazio Laboratoire 32, aperto a Nizza da Ben Vautier nel 1958: la ricerca pittorica di Gilli è in questo periodo di carattere astratto.
Nel 1959 è a Parigi insieme a Raysse; nel 1961 realizza i suoi primi assemblages che chiama ex voto; l'anno successivo conosce Arman e distrugge le sue opere giovanili. Nel 1964 tiene una mostra con Robert Malaval e Bernar Venet alla Galerie A di Nizza, dove espone per la prima volta i risultati della sua nuova ricerca. Nello stesso anno espone nuovamente da Matarasso e alla Galeria l'Œil de Boeuf a Madrid. Nel 1965 tiene la sua prima personale alla Galleria Il Punto di Torino, partecipa al ''Salon Comparaison'' e al ''Salon de la Jeune Peinture'' a Parigi; realizza le prime coulées, che caratterizzeranno gli anni successivi. Nel 1966 è per la prima volta con una personale a Parigi, alla Galerie Yvon Lambert, e con una personale a Venezia alla Galleria del Leone, dove espone anche in una collettiva dal titolo ''12 Super-Realists''. Partecipa alla Biennale di Parigi; l'anno successivo è ancora con una perosnale a Venezia, alla Galleria L'Elefante, mentre nel 1968 il Palais des Beaux-Arts di Bruxelles gli dedica la prima mostra personale in uno spazio pubblico.
Bibliografia: F. Ponge, A. Villers, Dan l'espace de Gilli, Nizza, Galerie Matarasso, 1979; P. Restany, Claude Gilli. La poésie au ras du sol, Galilée, Paris 1982; M. Roudillon, Claude Gilli. Works from 1963-1966, catalogo della mostra, Londra, The Mayor Gallery, 2007.
(tratto da Pop Art 1956-1968, catalogo della mostra, Roma, Scuderie del Quirinale, 2007).
INAUGURAZIONE: sabato 23 maggio2009 dalle ore 18
AB - ARTE BASTIA
Via Rosolino Pilo, 14 - 20129 Milano
Orari: da lunedì a sabato 15-19,30
Ingresso libero