Il salvataggio dei Templi, l'uomo e la tecnologia. Una mostra per documentare il salvataggio, avvenuto negli anni '60, dei Templi di Abu Simbel. In risalto, oltre al naturale valore storico ed archeologico del sito, l'aspetto antropologico, le metodologie del lavoro, i progetti ed i macchinari usati per l'impresa.
Roma. Oltre 40 milioni di ore di lavoro, più di 5 anni di lavoro, oltre
4.000 blocchi di svariate tonnellate tagliati
e riposizionati 65 metri più in alto ed oltre 200 metri lateralmente,
2000 operai, quasi tutti locali, 150 tecnici
provenienti da tutto il mondo, 50 famiglie, 20 bambini, oltre 40 milioni
di ore di lavoro senza neanche un
incidente mortale. Questi alcuni numeri di una grande vittoria dell'uomo
che, dal 1964 al 1968, riuscì a
salvare i Templi di Abu Simbel, in Egitto, destinati alla definitiva
scomparsa in seguito alla costruzione del El
Saad El Aali, la grande diga di Aswan. Promotore di questo progetto fu
l'U.N.E.S.C.O., a cui parteciparono
119 nazioni per salvare gran parte dei monumenti della Nubia, e che nel
1979 riconobbe Abu Simbel come
Patrimonio Mondiale dell'Umanità.
Il complesso archeologico è composto da due grandi Templi scavati nella
roccia, nel fianco della montagna,
fatti erigere dal faraone Ramses II nel XIII secolo a.C. lungo il Nilo.
Tra i molti monumenti eretti dal Faraone il Grande Tempio è generalmente
considerato il più imponente ed il
più bello. Sulla facciata, alta 33 metri e larga 38, spiccano le quattro
statue di Ramses II, ognuna delle quali
alta 20 metri.
Al suo interno il Sancta Sanctorum, una sala contenente quattro statue
sedute che guardano verso l'entrata,
ad est; Ra-Harakhte (il falco con il disco solare), Ramses deificato,
Amon-Ra (dio del sole e padre degli dei)
e Ptah (dio dell'arte e dell'artigianato). Qui, grazie all'orientamento
del tempio, due volte l'anno il primo raggio
del sole illumina il volto della statua del faraone: il 22 febbraio,
giorno della sua nascita, ed il 22 ottobre,
giorno della sua incoronazione.
A nord del Grande Tempio, ad un centinaio di metri, si trova il Piccolo
Tempio, dedicato ad Hathor ed a
Nefertari, moglie di Ramses. La facciata, larga 28 metri ed alta 12
metri, è ornata da sei statue alte 10 metri,
tre ad ogni lato della porta di ingresso.
Questo progetto si concretizzerà in una mostra documentativa di grande
impatto, con immagini inedite a
livello mondiale, e metterà in risalto, oltre al naturale valore storico
ed archeologico del sito, l'aspetto
antropologico, concentrando l'attenzione sugli uomini, le metodologie
del lavoro, i progetti ed i macchinari
usati per l'impresa. Particolare attenzione sarà dedicata alla
componente degli oltre 2000 egiziani, che ha
dato il suo straordinario contributo in termini di operosità, serietà,
competenza e genialità nell'esecuzione di
tale opera. Ad essi va il merito di aver coronato con successo un simile
rischioso lavoro senza un solo
incidente.
Delle grandi ed importanti opere del passato, infatti, sono ricordati
sempre gli ideatori, i progettisti e gli illustri
committenti, ma mai le forze umane che le hanno realizzate, del loro
ingegno nel risolvere grandi problemi
quotidiani in un'epoca che non aveva ancora visto nascere l'elettronica
e la tecnologia avanzata, della
manodopera e delle esecuzioni manuali, con il loro umile ma
indispensabile contributo. Chi erano, come
operavano, come vivevano la loro giornata, come erano considerati quando
realizzarono tali magnificenze?
Sono stati consapevoli, nel loro quotidiano impegno, del significato del
loro apporto, della loro cultura, della
loro appartenenza etnica con tutto il suo retaggio storico e di civiltà?
Due gli obiettivi dell'evento: il primo è quello di raggiungere un
pubblico globale e sensibilizzarlo alla storia
dell'uomo, alle sue imprese ed alle sue idee, nella consapevolezza di
una convergenza degli aspetti storici
ed archeologici, cercando il superamento dell'esclusivo interesse degli
addetti ai lavori, e il secondo quello
di una occasione unica per valorizzare il tessuto imprenditoriale tra le
realtà sociali ed economiche di Roma,
dell'Italia e dell'Egitto. Proprio l'Egitto, con il suo ultramillenario
capitale di storia e cultura, sarà la nazione
ospite del maggior evento fieristico italiano dell'editoria, la Fiera
del Libro, che si terrà a Torino dal 14 al 18
maggio 2009.
La Camera di Commercio di Roma segue con attenzione l'andamento delle
filiere produttive che creano
indotto economico e reddito sulla cultura; in particolare un comparto di
grande rilievo socio-economico,
l'editoria, che nella Capitale ha il maggior concentramento di imprese
del settore. L'Azienda Speciale
Promoroma, preposta a seguirne da vicino le problematiche e mettere in
campo progetti a sostegno delle
imprese, partecipa attivamente all'iniziativa su Abu Simbel e non
soltanto perché gestisce e valorizza un
altro grande e imponente luogo simbolico dell'antichità, il Tempio di
Adriano. ''L'obiettivo è quello di creare
un'occasione di conoscenza e incontro tra gli operatori (non solo
culturali) che parteciperanno all'iniziativa.
La presenza di rappresentanti del mondo dell'impresa sul tema delle
nuove tecnologie applicate all'universo
dei beni culturali -- afferma Roberto Novelli, Direttore Generale di
Promoroma -- sarà foriera di contatti e
scambi dai quali ci si aspetta una maggiore interazione tra i paesi del
Mediterraneo, custodi e responsabili
del più ampio bacino archeologico e culturale del mondo''.
La mostra, in programma dal 23 maggio al 2 giugno 2009, sarà inaugurata
a Roma, all'interno del Tempio di
Adriano, sede della Camera di Commercio di Roma. Il calendario della
manifestazione proseguirà nelle
principali capitali europee e mondiali. L'evento sarà curato dalla World
Wide Artists Gallery in collaborazione
con Promoroma, sia negli aspetti culturali che di promozione.
Tempio di Adriano
piazza di Pietra - Roma