GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo
Bergamo
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WEB
Tris Vonna-Michell - Meris Angioletti
dal 26/5/2009 al 25/7/2009
martedi' - domenica 11-19, giovedi' 11-22, lunedi' chiuso

Segnalato da

Stafania Scarpini




 
calendario eventi  :: 




26/5/2009

Tris Vonna-Michell - Meris Angioletti

GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, Bergamo

Il lavoro di Tris Vonna-Michell e' una complessa costruzione narrativa che si sviluppa nel tempo e che l'artista costruisce come un racconto in divenire attraverso l'uso di molteplici mezzi come performance, video e suono. La mostra di Meris Angioletti 'Ginnastica Oculare' e' un'esplorazione dei meccanismi della memoria, dal dato puramente mnemonico fino ad aspetti immaginifici e legati alla finzione letteraria e alla rappresentazione teatrale. Inoltre premiazione del 'Premio Lorenzo Bonaldi per l'Arte' che prevede la realizzazione del progetto curatoriale vincitore alla GAMeC nel 2010.


comunicato stampa

Eldorado: Tris Vonna-Michell
Studio A: Monumental Detours / Insignificant Fixtures (2008 – ongoing)
A cura di Alessandro Rabottini

La GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo presenta la prima personale in un’istituzione italiana dell’artista inglese Tris Vonna-Michell. La mostra è parte del programma Eldorado, che la GAMeC dedica ormai da anni agli artisti emergenti più interessanti sulla scena internazionale, invitati a presentare un progetto site-specific commissionato per l’occasione.

Il lavoro di Tris Vonna-Michell è una complessa costruzione narrativa che si sviluppa nel tempo e che l’artista costruisce come un racconto in divenire attraverso l’uso di molteplici mezzi come performance, video e suono. Tris Vonna-Michell è un viaggiatore della memoria che attraversa il passato e il presente, proiettando la quotidianità sulla storia e intrecciando le proprie esperienze personali con l’eco di avvenimenti all’apparenza estranei tra loro.

Il titolo della mostra Studio A: Monumental Detours / Insignificant Fixtures (2008 – ongoing) indica che a comporla sono due installazioni che convergono in un’unica, complessa costruzione fatta di voci, racconti e immagini che provengono da luoghi e tempi tra loro distanti.
Il punto di partenza è Studio A, un’installazione già presentata alla Biennale di Berlino del 2008 e al Museo d’Arte Contemporanea di Detroit nel 2009, riproposta in una nuova versione, pensata per gli ambienti della GAMeC e che, in quest’occasione, si intreccia con il lavoro inedito Monumental Detours / Insignificant Fixtures. Studio A è un’installazione in progress che ha come soggetto la città di Detroit e la sua storia, uno spazio in cui realtà e finzione si sovrappongono: se, infatti, negli anni Venti Detroit costituiva una florida promessa di espansione industriale e di benessere, oggi la città è il teatro principale della crisi globale dell’industria automobilistica. Studio A è, quindi, un complesso set dove passato e presente si incontrano e mettono in scena il capitalismo come luogo dell’aspirazione e, al contempo, della disillusione.

Ma a Detroit è stato ambientato anche RoboCop, il film di fantascienza urbana del 1987 che aveva come protagonista un poliziotto cyborg. Una fantasia dai toni oscuri su giustizia e sopruso e in cui l’immagine un tempo futuribile della metropoli americana si risolve in una metafora di fallimento. In Studio A convergono materiali di archivio, immagini e suoni frutto della permanenza dell’artista a Detroit nel 2007: la città diventa quindi non solo oggetto di un’archeologia industriale e della memoria, ma anche uno spazio di proiezione personale, dove le fantasie individuali si sovrappongono alla storia e alla finzione cinematografica.

A questa nuova edizione di Studio A si aggiunge l’opera inedita Monumental Detours / Insignificant Fixtures, anch’essa frutto dei viaggi che l’artista ha compiuto a Detroit tra il 2007 e il 2008. Quest’esperienza confluisce nella stesura di un testo, in cui non solo l’artista racconta i suoi attraversamenti quotidiani di questo ambiente post-industriale, ma anche di un sogno fatto alla fine della sua permanenza. In questo modo, l’esperienza conscia della città e quella inconscia convergono in questa sorta di breve diario di bordo, cui si aggiungono altre fonti sonore registrate all’aperto, come se l’esterno della città si riversasse all’interno del museo.

Le installazioni di Tris Vonna-Michell sono componimenti ricchi di mistero e suggestione, partiture architettoniche in cui il suono, la luce e gli oggetti più comuni, provenienti da un passato più o meno recente e comunque rimosso, diventano casse di risonanza di un’esperienza assolutamente individuale, cioè quella dell’artista, in cui viaggio, memoria, finzione e invenzione convivono.

In occasione della mostra il materiale sonoro di Monumental Detours / Insignificant Fixtures è stato inciso su un disco 33 giri prodotto dalla GAMeC in collaborazione con la Kunsthalle di Zurigo. Il vinile è stampato in un’edizione di cui alcune copie, numerate e firmate dall’artista, esistono in tiratura limitata.

Tris Vonna-Michell (Southend On Sea, Gran Bretagna,1982. Vive e lavora a Londra e Stoccolma) ha presentato mostre personali e performance presso il Museo d’Arte Contemporanea di Saint Louis, la Kunsthalle di Zurigo, il Kunstverein Braunschweig, il Witte de With di Rotterdam e il Palais des Beaux-Arts di Brussels. Ha inoltre preso parte a mostre collettive presso il New Museum di New York, Museo d’Arte Contemporanea di Detroit, la Tate Britain di Londra, l’Institute of Contemporary Arts di Londra, il Reykjavík Art Museum, il KW Institute for Contemporary Art di Berlino, la Kunsthalle di Amburgo e la Serpentine Gallery di Londra tra le altre.

La mostra è parte di una serie in onore di Arturo Toffetti.

Inaugurazione: 27 maggio 2009, ore 19.30

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Meris Angioletti - Ginnastica Oculare
A cura di Alessandro Rabottini

La GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo presenta Ginnastica Oculare, la prima personale in un’istituzione italiana dell’artista Meris Angioletti.

L’intera mostra – composta da tre lavori tutti creati per l’occasione e commissionati dalla GAMeC – è un’esplorazione dei meccanismi della memoria, dal dato puramente mnemonico fino ad aspetti immaginifici e legati alla finzione letteraria e alla rappresentazione teatrale. Un viaggio a più dimensioni all’interno di questo processo, declinato attraverso molteplici mezzi espressivi, dall’installazione al video fino al sonoro.

Il primo lavoro in mostra ha per titolo 6 S. Kracauer, Il romanzo poliziesco. Un trattato filosofico, trad. it. di R. Cristin, Roma, Editori Riuniti 1984, pp. 40-41, e ha come soggetti tre racconti di Edgar Allan Poe, tratti dalla raccolta sul raziocinio (I delitti della Rue Morgue, Il mistero di Marie Rôget e La lettera rubata). In questa trilogia compare il detective Auguste Dupin, da cui avrebbe tratto ispirazione Arthur Conan Doyle per la creazione di Sherlock Holmes, e a cui viene fatto risalire lo stereotipo narrativo del detective moderno, che ricostruisce logicamente un fatto a partire delle tracce rinvenute sul luogo del delitto. Le pagine dei tre racconti sono state stampate in modo da rendere visibile la struttura narrativa del romanzo poliziesco: nella prima pagina dell’intervento dell’artista – che sarebbe poi l’ultima di ciascun testo – troviamo tutto il racconto stampato per sovrapposizioni, in un groviglio di caratteri tipografici impossibili da decifrare. A mano a mano che le pagine scorrono uno strato è sottratto, in modo che l’ultima pagina sia l’unica realmente leggibile e coincida con l’inizio del racconto, come se mano a mano gli indizi fossero stati composti tra loro e la scena del crimine resa intelligibile. In mostra il libro sarà assente, mentre saranno visibili le lastre tipografiche utilizzate per la sua stampa, come se queste ultime conservassero la traccia dell’esecuzione del libro stesso.

Il secondo lavoro in mostra è un lavoro sonoro, disponibile come traccia da ascoltare utilizzando le audio-guide messe a disposizione del pubblico per le visite assistite alle mostre e che possono essere richieste all’accoglienza. Il titolo di quest’opera sonora è 28 marzo 2009, Hotel Hilton, Milano, e coincide con il luogo e il giorno della registrazione. Durante le sue ricerche sui meccanismi della memoria, Meris Angioletti si è imbattuta in Gianni Golfera, un uomo dotato di una memoria prodigiosa, e al quale ha chiesto di memorizzare una sequenza di 200 numeri dopo la virgola del pi greco, dopo averli ascoltati una sola volta. L’artista ha scelto il pi greco perché è un numero di cui non si conoscono i confini e in continua evoluzione, a cui si aggiungono sempre nuove cifre ma che resta indefinibile.

Il metodo usato da Golfera per memorizzare i numeri si basa sulla creazione di immagini mentali, in cui i numeri sono trasformati in lettere e conseguentemente in azioni. Nel video che costituisce l’ultimo lavoro in mostra, le immagini mentali di cui Golfera si è servito per memorizzare la sequenza di 200 cifre sono state consegnate a un gruppo di mimi che le ha messa in scena, creando così una pantomima che è l’analogo visivo di qualcosa che non possiamo vedere, cioè il meccanismo mnemonico alla base del lavoro sonoro. Da una parte, quindi, ascoltiamo senza vedere, e dall’altra vediamo un video privo di sonoro, in cui quegli stessi numeri sono drammatizzati senza parole.

Ginnastica Oculare è una mostra fatta di indizi e di misteri, in cui la memoria compare sotto varie sembianze, e in cui la matematica come regno delle infinite possibilità si sovrappone alla finzione letteraria come metafora dell’indagine psichica.

Meris Angioletti (Bergamo, 1977. Vive e lavora a Milano e Parigi) ha partecipato a mostre collettive in Italia e all’estero tra cui ricordiamo: T2 – Triennale di Torino, 50 Lune di Saturno; VideoReport Italia 2006_07, GC.AC Monfalcone; Heavier then air, ITCA, National Gallery, Praga; Pavillon#7, Palais de Tokyo, Parigi; Video.It, Accademia Albertina, Torino. È stata una dei 5 finalisti del Premio Furla 2009.

La mostra è parte di una collaborazione con la Fondazione Galleria Civica-Centro di Ricerca sulla Contemporaneità di Trento, che ospiterà una seconda mostra di Meris Angioletti nell'autunno del 2009, a cura di Andrea Viliani. Le due mostre, pur nella loro autonomia, si integrano come episodi complementari di uno stesso progetto espositivo e narrativo.

Si ringrazia: Galleria Tiziana Di Caro, Salerno.

Inaugurazione: 27 maggio 2009, ore 19.30

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Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte – EnterPrize, Cerimonia di premiazione

Giunge alla V edizione il Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte – EnterPrize che, dal 2005, è diventato un appuntamento a cadenza biennale.
Il premio, unico nel suo genere, è volto a sostenere la ricerca di un giovane curatore che non abbia ancora compiuto trent’anni e il suo progetto di mostra. Istituito per ricordare la figura di Lorenzo Bonaldi, collezionista e appassionato d’arte, con questo riconoscimento si vuole sottolineare la centralità e il significato che la figura del curatore ha assunto nel panorama artistico internazionale, oltre a incoraggiare e sostenere il talento di un giovane in un momento estremamente vitale all’interno del suo percorso professionale.

Il regolamento del premio prevede una partecipazione esclusivamente a invito: i concorrenti sono proposti da advisor - artisti, critici, curatori, direttori di museo, collezionisti, rappresentanti di corsi e scuole di formazione curatoriale e di realtà editoriali di settore provenienti da tutto il mondo - che selezionano, ciascuno e per una sola edizione, un candidato. Ognuno di essi presenta un progetto di mostra inedito, concepito sulla base di uno spazio espositivo ed un budget assegnati.

Una giuria internazionale, composta da tre rappresentanti di spicco del mondo dell’arte internazionale, è chiamata ad assegnare il Premio al progetto che verrà riconosciuto come il più innovativo. La valutazione tiene conto di molteplici punti di vista: critico, teorico, contenutistico ma anche pratico ed economico.

Il Premio consiste, quindi, nella realizzazione del progetto vincitore e nella pubblicazione di un catalogo bilingue che, oltre al progetto premiato, dovrà illustrare anche gli altri progetti concorrenti.
Le scorse edizioni hanno visto premiate e realizzate alla GAMeC le seguenti mostre: Another Zero (2004) a cura di November Paynter; No Manifesto (2005) a cura di Andrea Viliani; Aesthetics/Dietetics (2006) a cura di Mizuki Endo, Data Recovery a cura di Övül Dormuşoğlu.
Anche per questa edizione cinque advisor internazionali sono stati invitati a segnalare ciascuno un giovane curatore.

Gli advisor invitati:
Gregory Burke, Direttore The Power Plant, Toronto
Suzanne Cotter, Curator at Large Modern Art Oxford
Florence Derieux, Direttrice FRAC Champagne-Ardenne
Ramiro Martínez Estrada, Direttore Museo Tamayo, Mexico City
Zsolt Petrányi, Direttore Mücsarnok/Kunsthalle, Budapest

I curatori under 30 in concorso:
Áron Fenyvesi, critico e curatore indipendente, Budapest
Yoann Gourmel & Elodie Royer, critici d’arte e curatori, Paris
Matthew Hyland, Direttore ad interim e curatore, Oakville Galleries, Oakville
Shahira Issa, critico e curatore; fondatrice di Pericentre Projects, Cairo
Graciela Kasep, Direttrice e curatore Nina Menocal Gallery, Mexico City

I membri della giuria:
Iwona Blazwick, Direttrice Whitechapel Gallery, London
Rein Wolfs, Direttore artistico Kunsthalle Fridericianum, Kassel
Giacinto Di Pietrantonio, Direttore GAMeC, Bergamo

La premiazione – che prevede la realizzazione del progetto vincitore alla GAMeC nel 2010 - è in programma al termine delle tre giornate dedicate a Qui. Enter Atlas. Simposio Internazionale di Curatori Emergenti che si terrà alla GAMeC nelle giornate di lunedì 25 e martedì 26 e mercoledì 27 maggio 2009.

Dopo la Cerimonia di premiazione si apriranno al pubblico le mostre Studio A: Monumental Detours / Insignificant Fixtures (2008 - ongoing) di Tris Vonna-Michell, e Ginnastica Oculare di Meris Angioletti, entrambe a cura di Alessandro Rabottini.

Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte – EnterPrize, V edizione
Cerimonia di premiazione Mercoledì 27 maggio 2009, ore 18.30
Spazio ParolaImmagine

Immagine: Meris Angioletti, James Joyce, Finnegans Wake, faber and faber, London 1975, 2008, libro, libro 640p., 135x210 mm, luce da tavolo. Vista dell’installazione, Transpalette, Bourges. Courtesy Le Pavillon – Palais de Tokyo, Parigi

Responsabile Comunicazione: Paolo Boselli – paolo.boselli@gamec.it
Assistenti: Manuela Blasi – manuela.blasi@gamec.it
Anna Desiderio – anna.desiderio@gamec.it
Ufficio Stampa Elena Bari – elena.bari@gamec.it - Mobile: +39 3289781241

GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Bergamo
Via S. Tomaso, 53 - 24121 Bergamo
Orari d’apertura Da martedì a domenica ore 11 - 19
Lunedì chiuso
Ingresso Intero: € 7 - Ridotto: € 5

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