L'esposizione riunisce 4 grandi installazioni di artisti italiani contemporanei: Fiorella Iori, Antonio Rizzello, Marisa Settembrini e Chiara Silva.
a cura di Carlo Franza
La mostra-evento degli artisti Fiorella Iori, Antonio Rizzello, Marisa Settembrini e Chiara Silva dal titolo “L’arte della pace e la pace dell’arte ” è promossa dallo Studio di Arti Visive Comerio, punto di riferimento significativo nella planimetria artistica di una città fortemente europea come Milano. L’esposizione curata dal Prof. Carlo Franza, illustre Storico dell’Arte Contemporanea, che firma anche il testo, dal titolo “ L’arte della pace e la pace dell’arte”, riunisce quattro grandi installazioni degli artisti italiani, che nella prima decade del terzo millennio hanno fatto il punto sulle sperimentazioni più ardue, sulle declinazioni emozionali più avvincenti e sulle culture più ermetiche del nostro tempo.
Scrive Carlo Franza: “Oggi più che mai in un quadro storico di decadenza, trovare occasione per dare voce ai temi della cultura e dell’arte e della pace, mi pare proprio meritevole sforzo. Lo Studio Comerio che a Milano svolge da anni un ruolo insostituibile nell’arte del nuovo e della cultura interdisciplinare, mette oggi in cornice il tema della Pace e propone quattro artisti di chiara fama su una poetica di verità e di utopia perché ribadisce l’impegno non solo per l’indagine storiografica dell’arte del proprio tempo, ma diventa aggregazione di quegli artisti che ancora credono nella bellezza, la sola vera certezza capace di salvare il mondo. E soprattutto all’arte come mezzo di trasmissione di valori e certezze, alla luce di quanto già disse Paolo VI agli artisti, nobile popolo da sempre traghettatore di valori e di bellezza. Eccone il diverso e calibrato lato estetico della proposta e del tema. Nel nostro caso gli artisti Fiorella Iori, Antonio Rizzello, Marisa Settembrini, Chiara Silva, chiamati a responsabilità del proprio tempo, e motivati al tema della Pace, vi hanno risposto come un segnale di sfida, tenendo in conto quel famoso congresso della Pace che ci fu a Roma nel 1948 e che vide Picasso ergersi paladino di una nuova era che inizialmente nel secondo dopoguerra allargò gli animi degli uomini di buona volontà, come poi nel 1963 puntualizzò Papa Giovanni XXIII con la sua “Pacem in terris”. Altri pontefici hanno creduto e posto attenzione agli artisti sensibili agli stimoli dell’evangelo e dei dettami cristiani, da Giovanni Paolo II fino all’attuale Benedetto XVI che proprio a Loreto nel settembre del 2007 dinanzi all’Agorà dei giovani italiani ha intonato il ringraziamento verso l’arte e gli artisti di raffinati testi letterari e squisite raffigurazioni come canto giovanile dell’anima.
Urge nei nostri tempi il messaggio di Pace, e sono gli artisti a esplorarne questo spirito, a rappresentarlo attraverso il loro lavoro, le diverse altre espressioni del contemporaneo e la loro comunicazione. Da parte nostra siamo convinti che non si possano leggere le opere degli artisti senza avere ben presente sia il loro mondo morale che le loro radici psicologiche.Non basta la padronanza assoluta della materia e delle tecniche artistiche, c’è poi l’aspirazione alla classicità e al bisogno d’astrazione, lo sfogo dei sensi e l’ictus dell’intelligenza. Ora sono proprio le anime e le intelligenze più acute a vivere questa tensione intellettuale della Pace che diventa il tema dominante della mostra in questione. Eppoi cos’è la Pace? Quanti tipi di pace ci sono?
C’è la pace sociale, la pace interiore, la pace come rispetto della vita, la pace creativa, e così via. Non dimentichiamo quanti maestri di pace abbiamo avuto in tempi che è facile ricordare. Basti pensare all’esempio di Guernica di Picasso, o alla pace razziale di Martin Luther King, o alla pace di Ghandi, o al profeta di pace che è stato l’amico Don Tonino Bello, vescovo di Molfetta, scomparso da più un decennio. Tonino Bello è stato il guru più contemporaneo che ha significato con metafore di fuoco proprio il tema della Pace. Le diverse aperture creative, l’individuazione di alcuni valori fondamentali tra cui la Pace, la matrice spirituale e culturale di ogni artista, portano a verificare sulle immagini i termini di una riflessione tutt’altro che conclusa.
E il fenomeno della Pace non è solo un fatto socio-culturale, vive oggi la dimensione della globalizzazione che ha annullato la funzione amalgamante delle comuni radici etnico-culturali. Sul piano dell’arte, poi, è inevitabile il rapporto con le tendenze artistiche venutesi a configurare a livello nazionale e internazionale. Tant’è che la produzione artistica dei giovani e dei meno giovani di oggi, che certamente hanno bisogno di quel tanto di sedimentazione che le cose devono avere per consentirne una verifica scientificamente attendibile, riflette una dimensione culturale definibile sempre più in quell’aura d’universalità, intesa in un’accezione storica così come felicemente era stata utilizza da Giulio Carlo Argan. Gli artisti qui hanno dato senso alla Pace come idea di libertà e di sostegno ai diritti dell’uomo, di una pace come cultura e come grido d’allarme e nello stesso tempo di speranza.
Cenni biografici degli artisti in mostra
Fiorella Iori è nata a Cecina nel 1949. Dopo il diploma al liceo Artistico di Carrara e all’Accademia di Belle Arti di Firenze si trasferisce a Milano, dove oggi vive, opera ed è titolare di cattedra al Liceo Boccioni. Inizia la sua attività ancora sotto la guida del maestro Fernando Farulli, con il quale pubblica una raccolta di grafiche dal titolo “La donna oggi” con poesie di Fabrizio Parrini. La sua naturale inclinazione alla figurazione la vedono partecipe, inizialmente, nell’editoria, con case editrici come Mondatori, Fabbri, De Agostini, per le quali ha prodotto importanti illustrazioni. Presente in numerose raccolte d’Arte Contemporanea nazionali e internazionali: tra le ultime acquisizioni quelle del Museo Civico di Ruffano, del Museo Internazionale Mariano MIMAC, della raccolta d’Arte Contemporanea Comune di Tricase. Nell’aprile ’99 la rivista Leaderschip dedica alla sua arte un importante articolo a più pagine e in due lingue. Nel 2000 il Centro Studi Standheliano del Comune di Milano acquisisce, con una bellissima mostra, un insieme di sue opere incisorie.
Numerose le mostre personali e le partecipazioni: di grande successo di critica la mostra “Aurea” allestita nella Rotonda di San Carlo al Corso, Milano, nel febbraio 2002: un suo lavoro in mostra è stato pubblicato sul quotidiano “Il Giornale”. Il 2005 la vede impegnata in una mostra a Firenze con l’adesione del Ministero dei Beni Culturali e in un omaggio a Vincenzo Ciardo sul tema dell’albero. Nello stesso anno è presentata dal critico Carlo Franza nella monografia dedicata al Disegno Italiano, e nell’Annuario Comed. In quest’ultimo periodo è soprattutto alla figura femminile che l’artista indirizza la sua ricerca instancabile mediante una pittura allusiva e simbolica con volti seminascosti e nudi femminili, coperti in parte da drappeggi che celano il “dentro” e richiamano le pieghe nascoste dell’animo.Significative di questo percorso sono le personali “Costellazioni”al Club Conti di Milano e “Bizzarro almanacco” all’Otel Ristotheatre di Firenze nel 2006; un’installazione dal titolo “La scuola dello sguardo” al Creative Council di Milano nel 2007, tutte presentate dal critico Carlo Franza. Sono del 2008 “Di scena in scena” con il Comune di Melzo, “Intime tracce” alla Brambati Arte di Vaprio D’Adda, “Disputa sulla bellezza” al Plus Florence, “Solstizio d’estate” e “Un dialogo col cielo” dello Studio di Arti Visive Comerio.
Antonio Rizzello è nato nel 1949 a Cellino San Marco (Brindisi). Dopo la Maturità Artistica, conseguita a Lecce, nel 1971 si trasferisce a Milano e frequenta il corso di Decorazione sotto la guida Ilario Rossi, Dino Lanaro e Luca Crippa; Luciano De Vita e Pietro Diana sono i suoi maestri nel Corso di Incisione.
Dal ’72 ha dapprima lo studio in via Bramante e di lì a poco anche una piccola stamperia d’arte (Stamperia del Riccio). Negli anni ’70 ha una frenetica attività creativa con esposizioni personali e collettive; frenetica anche la sua partecipazione ai premi di pittura. Dalla metà degli anni Ottanta espone essenzialmente in Germania, sporadicamente in Italia. E’ un ritrattista molto apprezzato ed anche notevole esperto di tecniche pittoriche antiche (tempera all’uovo e affresco) per cui è spesso coinvolto in delicate operazioni di restauro. Diverse sono le rassegne d’arte di piano nazionale che lo hanno coinvolto e che hanno attirato l’attenzione della critica più accreditata. Dal 1976 è titolare della cattedra di Discipline Pittoriche presso il Liceo Artistico di Brera in Milano,città dove vive e lavora.
Marisa Settembrini è nata a Gagliano del Capo (Lecce) nel 1955. Dopo aver frequentato l’Accademia di Brera e la Kunst Akademie di Monaco di Baviera, oggi è titolare della cattedra di Discipline Pittoriche al Liceo Artistico di Brera, Milano, città dove vive e che alterna con i riposi nella cittadina salentina di Alessano. La sua attività parte dal 1976 con l’invito alla mostra “La nuova figurazione italiana” al Palazzo dei Congressi di Roma, per conto della Quadriennale Romana. Ha vinto il Premio Lyceum per la grafica nel 1984,il Premio Cortina nel 1994 per la pittura, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio e il Premio Milano nel 1996. Negli ultimi anni Ottanta è stata presente a Milano, al Palazzo Sormani con una mostra di incisioni e nel 1991 il Comune le dedica una importante mostra nel Museo di Milano. Nel 1995, diciotto dipinti sul tema del Paradiso dantesco sono esposti all’Oratorio della Passione della Basilica di Sant’Ambrogio a Milano e nello stesso anno, quarantasei opere sono esposte all’Università Bocconi.
E’invitata alla VI e alla VII Triennale dell’incisione italiana e alla XXXII Biennale d’Arte di Milano con sei dipinti nella sezione del ritratto. Nel dicembre 1997 è invitata alla V Biennale d’Arte di Cremona con tre grandi opere nella sezione del racconto, insieme a Tadini e Adami. Nel 1998 partecipa, su invito, alla mostra “Il giardino della ceramica” a Pietrasanta e alla mostra “Vergine, Madre, Regina” presso la Fondazione Mons. Bello. Sempre nel 1998 è invitata alla mostra “La soglia del silenzio” e nel 1999 alla mostra “Le stagioni della luce” nella galleria Lazzaro by Corsi di Milano, ambedue a cura del critico Carlo Franza. Numerose le mostre personali in Italia (Roma, Firenze, Alcamo, Lecce, Todi, Milano, Erice, San Vito Lo Capo, Pavia, Brescia, Sondrio, Loreto) e all’estero (New York, Monaco di Baviera, Dusseldorf), e le partecipazioni a importanti rassegne. E’ presente in vari Musei stranieri (Berlino, Montreal, New York) e italiani. Per questi ultimi vale ricordare le recenti acquisizioni al Civico Museo del Disegno di Salò (BS), 1993; al M.I.M.A.C. (Museo Internazionale Mariano di Arte Contemporanea) presso la Fondazione Mons. A. Bello di Alessano (LE), 1998, alla Civica Raccolta di Arte Contemporanea di Ruffano (LE), 1998,e al Civico Museo all’Aperto della Scultura di Martano(Le) nel 2004 con la “Porta della Luna”. Negli ultimi anni che chiudono il Millennio si dedica ad un racconto ove la scrittura transita nella pittura, in un trittico di mostre milanesi (Blanchaert Antiquariato, Chiesa Antiquariato) che culminano nella Rotonda di San Carlo al Corso. Nel 2003 viene collocata una sua grande Croce nel Santuario di San Vito a San Vito Lo Capo in Sicilia.
Nello stesso anno espone a Sondrio in Palazzo Martinengo, poi ad Alcamo dai Maestri Evola e a Roma al Centrale Ristotheatre; per poi essere nel 2004 a New York, ancora a Milano con una mostra promossa dalla Provincia nello Spazio Guicciardini e a Roma in Vaticano, chiamata da Giovanni Paolo II per eseguire un grande ritratto che è andato, dopo la sua morte, nella cattedrale della città natale del Pontefice in Polonia. Gli ultimi anni la vedono impegnata nuovamente nel tema del racconto con installazioni all’Otel Ristotheatre nel 2005 e 2006, al Palazzo Borghese (FI) nel 2007 e 2008. Recentemente al Creative Council di Milano espone l’installazione “Sussurrando la libertà”, nell’estate 2008 è invitata dall’Amministrazione di Loreto con la mostra “Alla corte del tempo”nel Bastione Sangallo; mentre a Milano allo Studio Comerio è presente con “Canto per Eva” e un esempio di Pont Art. Ha elaborato in coedizione con alcuni scrittori varie cartelle di grafica. E’ stata segnalata da Jean Pierre Jouvet nel Catalogo Comanducci n. 14 e da Domenico Montalto nel n. 27. Della sua arte hanno scritto critici e scrittori italiani e stranieri, da Argan a Carluccio, da A. Del Guercio a Fabiani, da Ferguson, a Carlo Franza, da Armando Ginesi a Guzzi e a Montalto, dalla Muritti a Ponente, da Russoli a Sanesi, da Walter Schonenberg a Marco Valsecchi, e ancora Fulvio Papi.
Chiara Silva è nata a Bollate nel 1983, vive a Novate Milanese, lavora a Milano. Si è laureata all’Accademia di Belle Arti di Brera e ha conseguito l’abilitazione all’insegnamento. Numerose le sue presenze in rassegne d’arte nazionali; la sua prima mostra personale è a Milano allo Studio Comerio nel 2008 imposta dall’illustre Storico e Critico Prof. Carlo Franza che ne cura il catalogo e la candida al Premio delle Arti Premio della Cultura XX edizione 2008. E’ presente con una mostra personale al progetto Artistico Internazionale “Frontiera” ideato e diretto dal Prof. Carlo Franza presso Plus Florence a Firenze, una installazione alla mostra “Solstizio d’estate” e “Un dialogo col cielo” dello Studio di Arti Visive Comerio di Milano. Significative presenze sono programmate, grazie alla curatela dell’illustre Storico dell’Arte Prof. Carlo Franza, tra 2008 e 2009 a Firenze ( Otel Ristotheatre ) e Roma (Centrale Ristotheatre). Il suo nome già appare sulla stampa italiana come una delle giovani promesse artistiche più vivaci dell’oggi.
Biografia del curatore
Carlo Franza, nato ad Alessano nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia).Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente . Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea,Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci critici d’arte più importanti d’Europa. Giornalista,critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli ,oggi a Libero fondato e diretto da Vittorio Feltri. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995 ,il Premio Bormio nel 1996,il Premio Milano nel 1998 e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000, di cui è oggi presidente di giuria.
Interveranno con una performance l’attore Marco Olivieri, la cantante Olivera Mercurio, Davide Livornese alla chitarra, Lorenzo Papini al basso e Tivitavi alle campane tibetane.
Inaugurazione 27 maggio ore 18,30
Studio di Arti Visive Comerio
Via Padova, 26 - Milano
Visite su appuntamento tutti i giorni
Ingresso libero