Luci dell'arte, ombre della follia. L'esposizione raccoglie circa 70 opere (prevalentemente disegni ed illustrazioni) realizzate dall'artista milanese negli oltre venti anni di internamento in istituti psichiatrici. A cura di Elena Pontiggia.
a cura di Elena Pontiggia
Dal 31 maggio al 19 luglio 2009, a Monza, si terrà un’importante iniziativa
dedicata a una figura di grande interesse dell’arte italiana del Novecento.
L’Arengario ospiterà la mostra che ripercorrerà la vicenda artistica e umana
di Gino Sandri (1892-1959), talento precocissimo ed eccellente disegnatore,
la cui vita è stata segnata da una dolorosa reclusione in istituti
psichiatrici dal 1924 in poi, molto probabilmente anche per motivi politici.
L’iniziativa, curata da Elena Pontiggia, organizzata dall’Associazione “Gino
Sandri”, con il sostegno della nuova Provincia Monza e Brianza, del Comune
di Ceriano Laghetto, della Fondazione Monza Brianza, con il patrocinio del
Ministero dei Beni e le Attività Culturali, della Regione Lombardia –
Culture, Identità e Autonomie della Lombardia, dell’Accademia di Belle Arti
di Brera, dell’Università Cattolica di Milano e la collaborazione del Comune
di Monza, presenterà 70 disegni (alcuni accompagnati da commenti, ricordi,
aforismi), che raffigurano malati, degenti e infermieri, realizzati
dall’artista tra il 1927 e il 1949, ovvero negli anni dei suoi ricoveri
presso la Casa di Cura di Villa Fiorita (Affori) e l’Ospedale Psichiatrico
di Mombello di Limbiate, in Brianza. Proprio su quest’ultima realtà è in
corso un vasto progetto di recupero storico-culturale, che comprende anche
gli edifici “manicomiali” in cui Sandri è stato più volte internato:
un’operazione per non perdere la memoria della storia della malattia
mentale, a più di 30 anni dalla legge Basaglia.
In queste opere sarà possibile ammirare e apprezzare il talento che Gino
Sandri seppe coltivare dapprima all’Accademia di Brera, che frequentò dal
1911 al 1915, seguendo i corsi di Cesare Tallone, Vespasiano Bignami,
Giuseppe Mentessi, e Francesco Confalonieri, e che affinò frequentando gli
studi di Emilio Longoni, Adolfo Wildt, Giorgio Belloni e personalità quali
Aldo Carpi e Carlo Carrà.
Tra il 1914 e il 1922, Sandri si dedicò all’attività di illustratore,
collaborando con vari periodici, come il Corriere dei Piccoli, Italia bella,
la Novella, il Novellino, il Guerin Meschino e La Lettura. Nel 1922 illustrò
per Hoepli Fanciulli d'Italia di Anna Vertua Gentile (pubblicato nel 1926) e
Viaggio sentimentale di Sterne, e nel 1923 un'edizione delle Poesie edite ed
inedite di Carlo Porta (pubblicata nel 1929). Partecipò inoltre a mostre
alla Permanente di Milano e a varie esposizioni ricevendo elogi e
riconoscimenti.
La stampa si occupò di Sandri in varie occasioni, ma dopo il 1924, cioè dopo
che fu internato in manicomio, il suo nome venne dimenticato, scomparendo
dall’attenzione di colleghi, critica e pubblico.
Gian Alberto Dell’Acqua affermava che “i disegni di Sandri costituiscono una
testimonianza eccezionale, a parte la lucidità di disegno impressionante, di
cui non conosco equivalenti in altri artisti di questo momento e anche non
in questo momento, che ha eseguito al ”chiuso”, un po’ per esorcizzare la
propria infermità, come Van Gogh, che si difendeva dalla malattia dipingendo
in modo quasi frenetico, appena poteva tenere in mano il pennello, per
aiutarsi quindi a vivere, sia per consolare i suoi compagni di sofferenza”.
Accompagna l’esposizione un catalogo Silvana editoriale.
Il materiale esposto fa parte di una più ampia documentazione, costituita da
diari, manoscritti, racconti, lettere alla famiglia e disegni, eseguiti in
Istituto Psichiatrico, recentemente sottoposta a tutela da parte del
Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza archivistica
per la Lombardia che ha dichiarato l’archivio del pittore Gino Sandri “di
interesse storico particolarmente importante, sottoposta alla disciplina del
D.L. 22 gennaio 2004, n. 42”.
Immagine: Sacrista, mite beone cm. 19x21
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Inaugurazione mostra 30 maggio 2009, ore 18
Arengario
p.zza Roma - Monza (MI)
Orari: da martedì a venerdì, dalle 15,00 alle 19,00; sabato e domenica dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 15,00 alle 19,00. chiuso lunedì
Ingresso libero