Museo Civico Umberto Mastroianni
Marino (RM)
piazza Matteotti, 13
06 93662303, 06 93662284 FAX 06 93802069
WEB
Gian Luca Galavotti
dal 29/5/2009 al 27/6/2009
mart e giov 10-13-15-18, merc e ven 10-13

Segnalato da

Adelinda Allegretti




 
calendario eventi  :: 




29/5/2009

Gian Luca Galavotti

Museo Civico Umberto Mastroianni, Marino (RM)

Dialoghi #2. Con cadenza mensile, un'opera d'arte contemporanea affianca le collezioni permanenti di arte romana. Un progetto curatoriale di Adelinda Allegretti.


comunicato stampa

Prosegue con il suo secondo appuntamento il progetto curatoriale, ideato da Adelinda Allegretti, dal titolo “Dialoghi”, che vede protagonista il Museo Civico “Umberto Mastroianni” di Marino. Qui, con cadenza mensile, un’opera d’arte contemporanea affiancherà le collezioni permanenti di arte romana, al fine di creare un dialogo, appunto, tra manufatti tanto distanti tra loro da un punto di vista cronologico ma che, in realtà, risultano uniti da un invisibile ed indubbio fil rouge. Se l’Arte, infatti, nelle sue declinazioni ed attraverso i secoli, ha il potere di unire gli uomini e le culture, questa rassegna ha il pregio di vedere annullate molteplici barriere culturali, ed avvicinare all’arte contemporanea chi è solito frequentare musei archeologici.
Prossimo appuntamento: Gennaro Barci.

Nato a Modena nel 1967, fin da bambino ho disegnato e dipinto su qualsiasi foglio bianco o materiale idoneo avevo a disposizione…. All’età di 23 anni ho provato a utilizzare i colori a olio (vecchio regalo di un mio zio pittore) e ne sono rimasto entusiasta.
Nel 2006, dopo molte sollecitazioni da parte di amici e conoscenti, sono “andato contro” il mio carattere molto riservato e ho iniziato a esporre i miei quadri. Continuo a dipingere per passione e gioia.
Attualmente, per ragioni di lavoro e non, vivo “diviso” tra Verona, Mirandola e Cesenatico.
Gian Luca Galavotti

STORIA DELLA CHIESA DI S. LUCIA
L’edificio dell’ex chiesa di S. Lucia, attuale sede del Museo Civico, conosciuto localmente come “Tempio Gotico” o “chiesone” per le sue notevoli dimensioni e per l’uso profano cui è stato destinato nel corso dei secoli dopo la sua sconsacrazione, si può annoverare come una tra le più importanti testimonianze architettoniche del nostro passato; dalla sua fondazione si sono susseguiti interventi e rifacimenti che ne hanno modificato via via la forma e le dimensioni, coincidenti con la storia del comune, dall’epoca romana al borgo medioevale, dai principi Colonna all’Unità d’Italia fino ad arrivare ai nostri giorni.

La chiesa costruita nei pressi dell’antica rocca dei Frangipane, con cui presenta analogia per tecniche costruttive e materiali utilizzati, sorge sul punto più alto dell’abitato medioevale arroccato su uno sperone di peperino che si allunga verso l’Agro Romano. La sua fondazione, secondo i frammenti di un’epigrafe studiata dal Seccia Cortes nel 1915, viene fatta risalire al 1102 mentre nel 1225 si segnalano i primi restauri, forse finanziati da Jacopa de’ Sottesoli, sposa di Graziano Frangipane proprietario del castello e amica di S. Francesco che aveva conosciuto a Roma nel 1212.

Insieme con la chiesa di S. Giovanni databile al XIII secolo (di cui sono rimaste solo alcune strutture murarie inglobate nelle costruzioni attuali), che sorgeva all’altro capo del centro abitato nel quartiere chiamato il “Castelletto”, erano dei due poli religiosi del borgo medioevale; entrambe furono chiuse e sconsacrate nel 1669, in concomitanza con la costruzione della Collegiata di S. Barnaba.
Dopo la soppressione seguì un lungo periodo di spoliazione e decadimento, divisa tra vari proprietari fu adibita a lanificio, fienile, tinello. Nel 1850 passò ai Frati Missionari del Preziosissimo Sangue che la riaprirono al culto, ma dopo il 1870 l’edificio è compreso tra i beni demaniali e nuovamente utilizzata per scopi profani, tra i quali sala per spettacoli, Casa del fascio e rifugio per gli sfollati. Infine nel 1974 venne venduta dal Demanio al Comune di Marino come sede di manifestazioni culturali.

La chiesa sopraelevata rispetto alla quota delle strade circostanti, si presentava con un impianto basilicale a tre navate e abside centrale, con l’ingresso che avveniva tramite una scalinata da via S. Lucia, uno degli assi viari medioevali più importanti del paese. Attualmente sono rimaste solo la navata centrale e la destra in cui si aprono due cappelle, mentre la sinistra è occupata da costruzioni civili e dall’entrata attuale. L’interno che mostra un carattere gotico, conferito dagli arconi a sesto acuto su cui poggiano i muri portanti il tetto a capriate, è il risultato dei rifacimenti e delle ricostruzioni, alcune delle quali messe in luce durante i restauri.

Sotto il pavimento sono state rinvenute numerose fosse e sepolture, mentre dietro i primi due archi gotici sono stati scoperti due frammenti di affresco, ora staccati ed esposti al pubblico, databili agli inizi del XIV secolo che raffigurano un santo vegliardo con aureola raggiata a rilievo e una parte di decorazione. Dallo scavo dell’edificio sono stati recuperati anche numerosi reperti archeologici conservati nei magazzini del Museo, riguardanti la decorazione medioevale della chiesa.

Sotto il pavimento è stata scoperta poi una cisterna di epoca romana, costituita da un locale a pianta quadrata con quattro pilastri centrali rettangolari, portanti un sistema di volte, costruita con scaglie di selce e tufo ed impermeabilizzato con “cocciopesto” (un intonaco fatto da minuti frammenti di laterizi e di ceramica impastati con pozzolana e calce), l’accesso era forse costituito da una apertura circolare in peperino sul soffitto posta sul lato nord, mentre un foro nell’angolo sud-est doveva servire allo svuotamento della cisterna per permetterne la manutenzione. Alcune indagini compiute all’esterno del lato est, hanno permesso di scoprire anche un vasto sistema di cunicoli e grotte, da porre in relazione con la cisterna.

Successivamente l’ambiente fu riutilizzato come luogo di culto cristiano, sul lato est venne costruito un gradino rialzato di circa 10 cm rispetto al pavimento, con al centro la traccia di un elemento circolare probabile sostegno di una mensa d’altare; vicino a questo infisso nel gradino c’è un tubo di terracotta, da mettersi verosimilmente in relazione ai riti che si svolgevano all’interno del locale. Sulla parete in corrispondenza del gradino, si conservano alcuni lacerti di un affresco delimitato da un riquadro dipinto. In esso si distinguono ancora alcune figure appartenenti all’iconografia cristiana, simili stilisticamente agli affreschi trovati nella chiesa superiore, mentre al centro c’è l’impronta di un elemento lapideo rimosso successivamente.

L’unico accesso al vano, in questo periodo, si trova sul lato ovest con un’apertura rialzata di alcuni gradini rispetto al pavimento, mentre sul lato nord furono aperte tre piccole finestre a gola di lupo con l’intento di illuminare l’interno.
I due luoghi sacri hanno sicuramente convissuto per un lungo periodo, come si evince dalle tracce di una scalinata che dall’interno della navata sinistra della chiesa portava al piano inferiore.

Inaugurazione 30 maggio

Museo Civico Umberto Mastroianni
Piazza Matteotti, 13 - Marino (RM)
Orari: martedì e giovedì 10-13/15-18; mercoledì e venerdì 10-13. Telefonare sempre per conferma.
Ingresso libero

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Lino Tardia
dal 2/10/2015 al 24/10/2015

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