Nuovissimo Arsenale
Venezia
(Tese di San Cristoforo) Tesa 92

The Fear Society - Pabellon de la Urgencia
dal 3/6/2009 al 3/10/2009
4 - 7 giugno 10-20, 8 giugno - 4 ottobre 10-18. Chiuso martedi'
347 7973217
WEB
Segnalato da

Carlo Simula



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3/6/2009

The Fear Society - Pabellon de la Urgencia

Nuovissimo Arsenale, Venezia

Un progetto della Regione di Murcia alla Biennale di Venezia che raccoglie per la prima volta le opere di 12 artisti tra i piu' significativi e interessanti del panorama internazionale. Presentando differenti spunti di riflessione, le opere riflettono sui tempi drammatici nei quali viviamo. Dalle illustrazioni di Fernando Bryce, che ricostruisce in piccole enciclopedie visive momenti salienti della nostra storia passata, alle pungenti incursioni di Hans Haacke nei tabu' della nostra cultura, dalle questioni critiche sollevate da Alfredo Jaar con immagini di genocidi e violenza alle installazioni di Jota Castro, nella doppia veste di artista e curatore, che denunciano le debolezze della nostra societa'.


comunicato stampa

A cura di Jota Castro

Con Tania Bruguera, Fernando Bryce, Jota Castro, Martin Dammann, Regina José Galindo, Rainer Ganahl, goldiechiari, Hans Haacke, Alfredo Jaar, Jesus Martinez Oliva, Jesus Segura, Ann-Sofi Sidén

Murcia Cultural, associazione culturale no profit della Comunità Autonoma della Regione di Murcia, presenta in occasione della 53. Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia una rassegna internazionale di artisti sul tema della paura.

Nell’ultimo anno la nostra società è stata protagonista di cambiamenti epocali. Molte delle convinzioni più radicate sono crollate, cedendo il passo a nuove realtà. Viviamo in una condizione di paura: paura del cambiamento, paura dell'altro, paura della crisi finanziaria, paura del futuro, paura della perdita dei diritti umani.

The Fear Society – Pabellón de la Urgencia raccoglie per la prima volta le opere d’arte di dodici artisti tra i più significativi e interessanti del panorama internazionale. Presentando differenti spunti di riflessione, le opere in mostra riflettono sui tempi drammatici nei quali viviamo. Dalle illustrazioni di Fernando Bryce, che ricostruisce in piccole enciclopedie visive momenti salienti della nostra storia passata, alle pungenti incursioni di Hans Haacke nei tabù della nostra cultura, dalle questioni critiche sollevate da Alfredo Jaar con immagini di genocidi e violenza alle installazioni di Jota Castro, nella doppia veste di artista e curatore, che denunciano le debolezze della nostra società, The Fear Society – Pabellón de la Urgencia spalanca le porte su un mondo permeato dall’inquietudine e dall’incertezza.

Durante l’inaugurazione Tania Bruguera presenterà Autosabotage (2009).

The Fear Society – Pabellón de la Urgencia è un progetto della Regione di Murcia, sede della 8° edizione di Manifesta – Biennale Europea di Arte Contemporanea, prevista per l’autunno 2010.

In occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo con una ricca selezione di testi sul tema della paura di alcuni fra i più interessanti sociologi e filosofi del panorama internazionale, interviste agli artisti e immagini delle opere in mostra.

Il sito web di The Fear Society – Pabellón de la Urgencia avrà un blog dedicato allo scambio di opinioni e riflessioni sul tema della paura, sugli artisti e le opere in mostra. http://www.thefearsociety.eu

The Fear Society. Pabellón de la Urgencia
Artisti in mostra

Tania Bruguera
(Havana, 1968. Vive e lavora tra Chicago e Havana)
Nelle sue opere Tania Bruguera si concentra sul comportamento umano e sulla trasmissione di informazioni. A quasi dieci anni dall’inizio della sua attività artistica, che utilizza il corpo come mezzo di indagine sociale, Tania Bruguera ha già alle spalle partecipazione a Documenta XI e anche a diverse Biennali, come la 49. e la 51. Biennale di Venezia, Johannesburgh, Kwangju, Sao Paolo, Shangai, Havana e Santa Fe. I suoi lavori sono stati esposti in mostre personali in numerosi musei tra i quali, FRAC Lorraine, Kunsthalle Wien, Kunsthalle Kiel, Museo Nacional de Bellas Artes, Casa de las Américas.

Fernando Bryce
(Lima, 1965. Vive e lavora tra Berlino, Roma e Lima)
Fernando Bryce persegue una particolare forma di riflessione critica che utilizza il disegno come strumento per affrontare la tragica banalità di immagini, documenti e testi storici. Interessato a come i media creano e veicolano la percezione di uno stato, un popolo o un evento storico, realizza, con penna e inchiostro, fumetti che ricordano lo stile di quelli di metà del ‘900. Nel 2003 ha esposto nel Padiglione dell’America Latina alla Biennale di Venezia.

Jota Castro
(Jurimaguas, 1965. Vive e lavora a Bruxelles)
Ex diplomatico di origine peruviana, Jota Castro decide di dedicarsi completamente all’arte alla fine degli anni Novanta, instaurando un discorso essenzialmente sociale e fortemente critico. Vincitore della Biennale di Gwangju nel 2004, in un’intervista con Jérôme Sans, ha dichiarato: «Il mio ruolo di artista mi è diventato chiaro quando ho compreso che l’artista è un uomo come un altro, che decide che ci sono delle cose da dire e delle cose da fare, e che non ha tempo da perdere. Sente che la sua epoca ha bisogno di interpreti e si riconosce nel mondo che lo circonda».

Martin Dammann
(Friedrichshafen/Bodensee, 1965. Vive e lavora a Berlino)
Martin Dammann è conosciuto principalmente per i suoi acquerelli di grande formato - ispirati ad un archivio fotografico a cui lavora da anni - e per i suoi lavori video. La TV è una fonte chiave di ispirazione per lui, ma anche vecchi archivi storici o materiali documentari in video. Nel 2007 ha avuto un agrande mostra personale presso lo ZKM di Karlsruhe, ha inoltre partecipato a mostre collettive presso prestigiose istituzioni internazionali quali il PS1 di New York e il KW di Berlino.

Regina Josè Galindo
(Città del Guatemala, 1973. Vive e lavora a Città del Guatemala)
La prima apparizione internazionale di Regina José Galindo avviene nel 2001 alla 49. Biennale di Venezia curata da Harald Szeemann; nel 2001 vince il Leone d'Oro come giovane artista alla 51. Biennale di Venezia. Fin dalla sua prima azione nel 1999, Galindo coniugava lo spazio del proprio corpo con quello sociale. Regina José Galindo torna nei luoghi che hanno visto il pubblico testimone del dramma della storia e, attraverso il suo corpo, "ripete" azioni. La ripetizione non coincide mai con il ritorno dell'identico ma restituisce la possibilità di ciò che è stato: non restituisce il passato come tale ma lo rende ancora possibile.

Rainer Ganahl
(Bludenz, Austria, 1961. Vive e lavora a New York)
Il lavoro di Rainer Ganahl indaga gli interrogativi relativi alla produzione del sapere e alle politiche educative. Ganahl, in particolare, si interessa della posizione e della funzione politica di intellettuali (come Antonio Gramsci e Pier Paolo Pasolini) all'interno del mondo moderno e democratico. Nell’autunno del 2009 ha in programma una mostra personale al MAK di Vienna; nel 1999 ha rappresentato l’Austria alla 48. Biennale di Venezia.

Goldiechiari
(Eleonora Chiari, Roma, 1971; Sara Goldschmied, Arzignano (VI), 1975. Vivono e lavorano a Roma)
La coppia di artiste romane Eleonora Chiari e Sara Goldschmied, attiva dal 1997, interviene sul quotidiano attraverso mezzi espressivi diversi, quali performance, installazione, video e fotografia. Le loro opere sono caratterizzate da una matrice surrealista, a metà tra realtà e immaginazione. Pongono l’accento su situazioni paradossali, dense però di significati simbolici, legati ad una realtà tristemente attuale cogliendo gli aspetti più drammatici e contraddittori del nostro quotidiano. Nel 2009 per la prima volta alla Biennale di Venezia.

Hans Haacke
(Colonia, 1936. Vive e lavora a New York)
Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 1993 per il Padiglione Tedesco. Noto per i suoi lavori concettuali, dal 1956 al 1960 realizza dipinti in uno stile vicino al Tachismo, lavorando sulla visualizzazione del movimento e sull'indagine dei campi cromatici. I suoi lavori più recenti si focalizzano sulle strutture socio-politiche e sulle politiche dell’arte. Fra le personali ricordiamo quelle al New Museum of Contemporary Art, New York; Stedelijk van Abbemuseum, Eindhoven e il Centre Georges Pompidou, Paris.

Alfredo Jaar
(Santiago del Cile, 1956. Vive e lavora a New York)
Artista, architetto di formazione e film-maker, Alfredo Jaar si forma durante la dittatura militare di Pinochet, producendo lavori esplicitamente critici rispetto al regime. Nell’arco del suo percorso, Jaar si interroga su come l'arte possa interagire con il contesto sociale e politico più vasto, affrontando temi di assoluta rilevanza, legati a situazioni di urgenza umanitaria, oppressione politica ed emarginazione sociale. Tra le mostre principali si ricordano la partecipazione alla Biennale di Venezia (nel 1986 e 2007), alla Biennale di San Paolo (1987 e 1989), Sydney (1990), Istanbul (1995) Kwanju (1995 e 2000), Siviglia (2006), oltre a due edizioni di Documenta (1987 e 2002).

Jesus Martinez Oliva
(Murcia, 1969. Vive e lavora a Murcia)
L’opera di Martinez Oliva illustra come la messa in scena dell’individualità maschile attraverso trasgressioni simboliche dell’ordine sociale appaia regolamentata attraverso un sistema normativo, che include la disciplina e la sottomissione dell’individualità ad un ordine superiore e precostituito. La sua opera, ricca di tematiche a carattere psicanalitico, sociologico e antropologico, continua - come nel progetto http://www.maleamateur.org del 2002 - ad investigare i processi di ricodificazione in cui si nascondono le disposizioni identitarie contemporanee.

Jesus Segura
(Cuenca, 1967. Vive e lavora a Cuenca)
Jesus Segura ha ricevuto numerosi premi in Spagna e il suo lavoro è stato in mostra in molte importanti istituzioni quali il Museo Nacional Reina Sofia di Madrid, l’Institute of Modern Art in Australia e il Museo del Barrio, New York. Interessato ai processi disumanizzanti che la globalizzazione impone all’umanità, produce lavori che investigano il rapporto causa-effetto di questo processo caotico, tramite strategie inusuali di visualizzazione e rappresentazione.

Ann-Sofi Sidén
(Stoccolma, 1962. Vive e lavora fra Stoccolma e New York)
Due parole descrivono al meglio il lavoro di Ann-Sofi Sidén: intensità ed esistenza. Intensità perché le sue opere attraggono lo spettatore, a volte sovrastandolo, coinvolgendolo, minacciandolo. L'esistenza, invece, è un tema ricorrente nei video e nelle installazioni dell'artista, che si confronta con le immagini della vita e della morte. Ha esposto nei principali musei, tra cui il Reina Sofia di Madrid, la Neue Nationalgalerie di Berlino, il Moderna Museet di Stoccolma e la Kunstverein di Colonia.

Organizzazione: Región Autonómica de Murcia, Consejería de Cultura y Turismo, Murcia Cultural http://www.carm.es/ctyc - http://www.murciacultural.org/mcultural
Curatore: Jota Castro
Coordinamento: Chiara Agnello, Roberta Tenconi

Immagine: Regina José Galindo, Confesion, 2007, performance, Caja Blanca, Palma de Mallorca. Photo: Julian Stallabrass
Courtesy prometeogallery di Ida Pisani, Milan/Lucca

Ufficio stampa: Carlo Simula carlo.simula@loom.it +39 347 7973217

Conferenza stampa e inaugurazione: : 4 giugno 2009 ore 16

Arsenale Novissimo, Tese di San Cristoforo, Tesa 92, Venezia
Orari di apertura: dal 4 giugno al 7 giugno, dalle 10.00 alle 20.00
Dall’8 giugno al 4 ottobre, dalle 10.00 alle 18.00. Chiuso il martedì
Ingresso libero
Accesso: col Vaporetto ACTV fermata Bacini (30 minuti circa da piazza S. Marco)
A piedi dall’ingresso principale dell’Arsenale seguendo le indicazioni (circa 15 minuti)
Durante i giorni di inaugurazione della Biennale sarà organizzato un servizio barca gratuito che collega l’Arsenale e l’Arsenale Novissimo

IN ARCHIVIO [5]
India, The Revealed Mysteries
dal 4/6/2014 al 29/9/2014

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