Pochi siti archeologici al mondo possiedono il fascino e la magia di Alba Fucens, la citta' romana che cinquant'anni di campagne di scavo stanno riportando alla luce tra i prati ed i boschi dell'alto territorio del Velino Sirente e del parco Nazionale d'Abruzzo.
Pochi siti archeologici al mondo possiedono il fascino e la magia di
Alba Fucens, la città romana che cinquant'anni di campagne di scavo
stanno riportando alla luce tra i prati ed i boschi dell'alto territorio
del Velino Sirente e del parco Nazionale d'Abruzzo.
Ad Avezzano, città cresciuta sulla piana sottostante l'antico abitato
di Alba Fucens, dal 22 aprile al 30 dicembre 2002, nei Magazzini del
Grano di Villa Torlonia (nella sede che lo scorso anno ha ospitato la
fortunata mostra "Il Tesoro del Lago"), una suggestiva esposizione
racconta l'"Effetto Alba Fucens".
Ad esservi documentate sono le vicende di questo mezzo secolo di scavi,
ma soprattutto la mostra offre, in una scenografia che richiama la
suggestione dei luoghi e degli ambienti di origine, gli straordinari
reperti ritrovati all'interno delle ciclopiche mura dell'antica cittÃ
romana scomparsa sotto una enorme coltre di terra.
La mostra, diretta dalla Soprintendenza Archeologica d'Abruzzo, curata
per gli aspetti scientifici da Adele Campanelli e per quelli
dell'allestimento, da Ada Cardellicchio e Stefano Trocchi, è promossa
dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Avezzano (Assessore Flavia
De Santis) e dall'ARSSA, con la partecipazione di Micron e Fondazione
CARISPAQ.
Per "Effetto Alba Fucens" tornano, per la prima volta nel territorio di
provenienza reperti scavati decenni fa e subito consegnati al Museo di
Chieti, gran parte dei quali mai visti, dopo la ricomposizione e il
restauro, se non da pochi esperti.
In un percorso che si snoda tra ricostruzioni di ambienti ed effetti
speciali, sono evidenziate alcune delle tematiche più interessanti
della storia urbana della città romana, proposte come "prove di scena"
per l'allestimento del Museo che il prossimo anno sarà aperto nel
romanico convento di San Pietro, proprio sul luogo di Alba Fucens.
Statue di Venere, efebi e dignitari con la toga, ritratti di eccezionale
valore documentario ed oggetti esotici, sculture ed arredi delle ricche
domus e dei giardini privati, mosaici a preziose tarsie marmoree e
affreschi con scene nilotiche, immagini di divinità e imperatori
ricompaiono in questa mostra, ricomposti in un immaginario contesto
originale suggerito da fondali, luci, ambienti. Pezzi che confermano la
raffinatezza della classe dominante, l'importanza e il ruolo raggiunti
da una una città inaccessibile tra monti altissimi, che diede
ospitalità - dorata quanto farzata - a tanti illustri prigionieri di
Roma come re Perseo di Macedonia o la regina Zenobia.
Accanto ai tanti capolavori dell'arte e di un superbo artigianato, la
mostra propone numerosi reperti di "vita quotidiana" di duemila anni fa:
servizi da toeletta, giochi, utensili, vasi di vetro e di ceramica,
lucerne in bronzo e terracotta.
Sono tutti pezzi riportati alla luce dalle successive campagne di scavo
condotte dalla missione belga dell'Università di Lovanio guidata dal
professor J. Mertrens e dalla Soprintendenza Archeologica dell'Abruzzo,
in particolare negli anni 1950 - 70.
Questi scavi hanno svelato il cuore dell'antica città romana fondata
nel quarto secolo avanti Cristo per controllare i territori delle
temibili tribù italiche. Protetti da possenti mura, in uno scenario di
"grandiosità naturale e illimitata" (Cesare Brandi), sono riemersi il
foro, il magnifico anfiteatro (considerato tra i più belli della
romanità ), il tempio di Apollo con i graffiti di epoca romana ancora
leggibili sulle mura riutilizzate dalla chiesa di San Pietro.
Percorrendo le strade lastricate si può entrare nel mercato e nelle
terme, gironzolare tra i resti della Basilica e del Diribitorium dove
avvenivano le consultazioni elettorali. Dall'altra parte della strada le
case patrizie occupano il terrazzamento che organizza le pendici delle
colline che contengono la città . Tabernee, magazzini e laboratori si
aprono lungo la via dei Pilastri nel percorso che dal tempio di Ercole
riporta verso il foro cittadino.
Con gli importanti resti degli edifici, sono stati rinvenuti moltissimi
manufatti e un numero non meno rilevante di opere d'arte, non solo in
marmo e pietra ma anche in metallo, in legno e addirittura in osso,
protette per due millenni dall'accumularsi di strati sempre più alti
di terra.
La campagna è lungi dall'essere completata. Un grande progetto in
corso di finanziamento dovrebbe, tra non molto, consentire lo scavo di
ampie porzioni delle terre ancora mai esplorate, aggiungendo chissÃ
quali importanti conoscenze storiche, archeologiche e artistiche.
Si potranno così finalmente svelare i molti aspetti ancora non
perfettamente definiti di un insediamento romano che, nell'epoca di
massima espansione (nel primo secolo dopo Cristo) era abitato da oltre 5
mila persone.
Una importanza che è difficile percepire vedendo le poche abitazioni
ed i casolari agricoli che attualmente punteggiano la valle su cui si
sviluppò l'antica Alba, una valle compresa tra tre alture, delle quali
due furono poi occupate nel medioevo dal castello Orsini e dalla chiesa
romanica di San Pietro, sorta tra le mura del Tempio di Apollo.
Per secoli, nonostante la non immediata accessibilità del luogo, la
sola fama letteraria di Alba Fucens ha richiamato tra questi monti molti
viaggiatori e studiosi, subito conquistati dalla bellezza dell'ambiente.
Gli scavi già effettuati hanno aggiunto alla fiera potenza del
paesaggio, l'emozione di percorre le antiche vie della città romana,
di entrare nelle domus e nelle botteghe, di sedersi ad ammirare i
riflessi del sole d'alta quota sulle pietre dei templi e del perfetto
anfiteateatro.
Una esperienza che anche i visitatori della mostra di Avezzano sono
invitati a compiere, passando così dalla realtà ricreata dai reperti
a quella testimoniata dalle imponenti rovine di una grande cittÃ
dall'arcano nome di Alba Fucens.
Inaugurazione 21 aprile alle ore 12.00
"EFFETTO ALBA FUCENS" Avezzano, Villa Torlonia, (Magazzini del Grano),
dal 22 aprile al 30 dicembre 2002. Mostra promossa ed organizzata dalla
Soprintendenza Archeologica dell'Abruzzo e dal Comune di Avezzano,
dall'ARSSA con la collaborazione di Fondazione CARISPAQ e Micron
Technology Italia, Avezzano.
A cura di Adele Campanelli.
Catalogo edito da CARSA.
Orario: lunedì - venerdì: solo pomeriggio dalle ore 16 alle ore 20;
sabato e domenica dalle ore 10 alle ore 20. Mese di agosto: lunedì -
venerdì, dalle ore 16 alle ore 21; sabato e domenica dalle ore 10 alle
ore 21. Per gruppi e scuole: lun. - ven. solo mattina su appuntamento;
sabato e domenica dalle ore 10 alle ore 21.
Ingresso: euro 3.
Per informazioni e prenotazioni: tel. 0863.501270 - 0863.501245 - 0871.63137