Alice Andreoli
Federico Arcuri
Giulio Cassanelli
Giuseppe Ciraci'
Davide Lovatti
Svetlana Ostapovici
Annalisa Riva
Martina Cavallarin
Nella mostra curata da Martina Cavallarin a parlare sono le opere di Alice Andreoli, Federico Arcuri, Giulio Cassanelli, Giuseppe Ciraci', Davide Lovatti, Svetlana Ostapovici, Annalisa Riva.
a cura di Martina Cavallarin
Alice Andreoli, Federico Arcuri, Giulio Cassanelli, Giuseppe Ciracì, Davide Lovatti, Svetlana Ostapovici, Annalisa Riva
Target with Seven Faces è un percorso attraverso le modalità espressive di sette artisti rappresentativi della eterogenea commistione di modi, linguaggi, tecniche che è la vera peculiarità della temperie artistica giovanile del nostro tempo, in Italia come nel resto del mondo.
Recensendo Target with four faces, un’opera del 1955 di Jasper Johns, la rivista statunitense Art News definiva il suo autore “l’esponente più recente di un gruppo di giovani artisti americani che gravitano attorno a un movimento brillante o lirico, serio o scapigliato, privo di aggressività ideologica ma pieno di mordente sotto il profilo estetico”. Parole che, a più di cinquant’anni di distanza, funzionano ancora benissimo per presentare i sette artisti italiani – alcuni al loro esordio, altri già notati in occasioni espositive importanti come la Biennale di Venezia o il premio Terna- cui è dedicata la mostra Target with Seven Faces, un titolo scelto da Emmeotto parafrasando quello dell’opera di Johns.
Alle Seven Faces su cui scommette Emmeotto corrispondono sia nomi segnalati dalla critica come personalità tra le più interessanti del panorama artistico giovanile italiano, sia altri per i quali sarebbe vano cercare una conferma del loro talento in curricula ancora molto scarni. Nella mostra curata da Martina Cavallarin a parlare sono soprattutto le opere.
1) Nella pittura di Alice Andreoli i gesti della sua generazione: look, logo, piercing e tatuaggi. In sintesi, il corpo dei giovani posto al centro di una ricerca che scava intorno alle nuove culture e a una crisi esistenziale epocale. Nelle sue tele dai colori smaglianti, immagini iperrealiste condotte con analitica precisione si alternano al non finito di campiture velocemente accennate.
2) Si esprime in bianco e nero Federico Arcuri, in concorso nel 2008 sia al Premio Celeste che al Premio Terna 01 per l’Arte Contemporanea. Dietro alla sua inconfondibile pittura figurativa una dimestichezza e una sintonia profonde con il linguaggio del cinema e della fotografia e la lunga frequentazione professionale del settore della grafica pubblicitaria. Nei suoi dipinti ricostruisce con immagini scarne la desolazione di silenti paesaggi metropolitani: nude periferie bruciate dal sole, architetture notturne percorse da vaghe sagome umane e riferimenti ricorrenti all’immaginario filmico, sospeso tra sogno e realtà, di Andrei Tarkovsky. Come il grande regista russo Arcuri è artista del silenzio, un silenzio apocalittico evocato dalla pesante matericità di spessi strati di bianco, colla e gesso, alternati a neri assoluti squarciati da tagli di luce.
3) Giulio Cassanelli fotografa il tempo. Usando la macchina fotografica come un microscopio puntato su dettagli del mondo visibile all’apparenza insignificanti, ne svela la natura di piccoli universi sottoposti dal trascorrere del tempo a trasformazioni dal fascino caleidoscopico. E’ così anche per il ciclo di opere esposte nella mostra di Emmeotto: la metamorfosi imposta dai giorni che passano a un irriconoscibile fondo di vino rosso dimenticato in un bicchiere.
4) Giuseppe Ciracì dipinge volti che, a dispetto di una figurazione apparentemente tradizionale, offrono il pretesto per la costruzione di opere corrosive, con graffiature, interventi a matita, olio, acrilico e uno sguardo che parte dalla realtà di scheletro e pelle per oltrepassarla, strappando i soggetti rappresentati a qualsiasi criterio di pura mimesi.
5) Il concetto di contaminazione tra generi e linguaggi, così rappresentativo della sensibilità degli artisti delle ultime generazioni, trova in Davide Lovatti un perfetto interprete. L’artista milanese crea installazioni assemblando lavori fotografici ed interventi di carattere manuale su oggetti d’uso comune decontestualizzati e resi protagonisti di un nuovo utilizzo. Anche la sua carriera artistica si svolge senza pregiudizi non solo negli spazi riservati all’arte, ma anche in quelli del design e della moda. Per grandi firme della moda ha realizzato le prime commissioni di rilievo.
6) Attraverso una fotografia che blocca con puntiglio documentaristico immagini di catastrofi generate dall’uomo, Svetlana Ostapovici indaga gli sviluppi moderni di una vicenda antica, quella dell’impatto tra il genere umano e l’ambiente che lo ospita. In Italia dal 1999, l’artista moldava ha già al suo attivo una partecipazione alla 52° Biennale di Venezia e ad un evento collaterale dell’edizione in corso. Chi sostiene che attraverso l’osservazione della produzione artistica si può risalire alla temperatura e ai temi salienti di un’epoca, può portare ad esempio la ricerca di Ostapovici, concentrata nell’elaborazione di un’estetica e un’etica del riciclo. La materia di scarto abbandonata dall’uomo nelle discariche, nei cantieri, nei luoghi profanati dalla sua capacità distruttiva è l’assoluta protagonista di scatti fotografici e installazioni che sono il manifesto di una nuova morale, quella della rigenerazione di tutto ciò che residua dai nostri consumi. Di questo parla Metal recycling, la serie di scatti esposta da Emmeotto.
7) Nella generazione nata tra gli anni Settanta e gli Ottanta, spicca per elegante originalità la personalità di Annalisa Riva, raffinata manipolatrice di piccoli oggetti leggeri estrapolati dalla vita quotidiana. Riva compone opere che sono poetiche invenzioni di semi, piume, vestiti, capelli incollati su superfici fotografiche o riprodotti con segno preciso a penna biro su carta quadrettata o ricamati su stoffa. Aggiunge scritte, piccole poesie che scavano nella profondità dell’infanzia e della memoria. In mostra: Stare con te, ami da pesca su carta con scritta; In cielo il tempo non esiste, semi di tarassaco su carta con scritta e L’universo è senza parole, piume su carta con scritta.
Ufficio stampa: Scarlett Matassi 347 0418110 – info@scarlettmatassi.com
Inaugurazione: giovedì 11 giugno dalle ore 19,00
Emmeotto
Via Margutta 8 - Roma
Orario: da lunedì a venerdì 11,00-14,00 15,00-20,00 sabato per appuntamento
Chiuso la domenica e nei giorni festivi
Ingresso libero