Romberg artecontemporanea
Roma
piazza de' Ricci, 127
06 68806377
WEB
Stefano Canto
dal 15/6/2009 al 30/7/2009
mart-sab 14-20 (lun e mattine solo su appuntamento)

Segnalato da

Romberg artecontemporanea




 
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15/6/2009

Stefano Canto

Romberg artecontemporanea, Roma

Stato Vegetale indica gli esiti di una forte concentrazione attorno agli elementi funzionali della strada. Il progetto privilegia quei materiali catadriottici che nella segnaletica indicano luoghi di pericolo. L'artista li metabolizza cambiandone lo stato d'uso verso nuove dimensioni emozionali, esteticamente complesse.


comunicato stampa

a cura di Italo Bergantini + Gianluca Marziani

Il conflitto inalienabile tra natura e artificio
Le conseguenze metaboliche del progresso senza morale
La chiave etica per lo slittamento del conflitto
Stefano Canto parte da qui e costruisce la sua storia espressiva
Forme del reale si trasformano negli ingredienti del Pensiero
Un progetto etico dalle calibrate combinazioni linguistiche

STATO VEGETALE (un nuovo ciclo di lavori all’interno del progetto SEGNAL'ETICA) indica gli esiti recenti di una forte concentrazione attorno agli elementi funzionali della strada. Il progetto privilegia quei materiali catadriottici che nella segnaletica indicano luoghi con margini variabili di pericolo. Canto li metabolizza in termini funzionali, cambiandone lo stato d’uso verso nuove dimensioni emozionali, moralmente attive, esteticamente complesse. Avviene oggi ciò che l’artista faceva in passato con alghe, catene di moto e trattori, camere d’aria e altre forme di riuso posturbano. Gli elementi stradali diventano cuori pulsanti che brillano tra essere e apparire, bellezza e disagio, luce e pericolo. L’artista romano li impiega come unità dialoganti, usandoli con logica costruttiva e ribaltamento sensoriale, edificando forme comunicative che implicano messaggi evidenti ma senza cadute didascaliche. Una sinuosa qualità narrativa, agganciata al reale ma sempre sui margini delle evidenze, crea storie ibride di materie e visioni, racconti che nascono dal mondo e che del mondo ci ridanno un’equilibrata universalità comunicativa.

Accade così sulla piazza….
Luogo: esterno sulla piazza
Titolo: “senza titolo”
Spiegazione: circa 200 marker, materiali rifrangenti adoperati per indicare i bordi della strada, vengono applicati a raso sulla pavimentazione della piazza, ricreando la forma di un albero illuminato dai fari di un’automobile.
Commento: la sintesi del conflitto insanabile tra natura e artificio. L’automobile rivela un albero impossibile che “scompare” non appena si spengono i fari. Un albero a terra che non produce frutti ma illumina il luogo appena un faro ne accende la natura poetica. E’ la natura indomita che resiste, l’archetipo di una forma che si rigenera attraverso materiali e percorsi del quotidiano.

Accade così al piano superiore della galleria…
Luogo: piano terra, sala uno e sala due
Titolo: “New Jersey”
Spiegazione: due grandi fotografie orizzontali ritraggono onde marine, visivamente congelate con effetto di marmorizzazione. Sull’immagine vengono disposti una serie di catadriotti bifacciali, sorta di farfalle bicolori che spostano la percezione dell’immagine.
Commento: “New Jersey” sono le barriere spartitraffico in cemento, onde infinite che dividono le corsie stradali, simbolo di urbanizzazione sfrenata e noncuranza estetica. Le false percezioni (il mare come cemento, le barriere stradali come onde) elaborano una fusione impossibile tra solido e liquido, tra nature che travolgono e rielaborano la forma del mondo.

Luogo: piano terra, sala due
Titolo: "The End"
Spiegazione: da una parte la fotografia dell'installazione in esterno, dall’altra un’installazione, riprodotta a terra in vetrina, che l’artista costruisce con 80 marker in vetro.
Commento: lo spiazzamento tra natura e artificio influenza lo stesso spiazzamento della visione. Il rapporto tra esterno ed interno simula le frizioni dialettiche tra oggetti reali e forme fotografate. Il passaggio dal reale al virtuale come sintomo delle complesse ambiguità tra ciò che percepiamo e ciò che le forme nascondono. La stessa scritta, the end, indica un finale comunque aperto, una partita in corso tra decorsi e ricorsi, una possibilità sempre aperta che nasce dalle semitrasparenze del vetro, dalle profondità liquide di un materiale con spiragli, scivolamenti, miopie, scatti inaspettati.

Luogo: piano terra, sala uno, parete sopra la panca
Titolo: "ZOO"
Spiegazione: disegno a matita su parete, un paesaggio totalmente desolato dove le uniche figure sono i i loghi delle case automobilistiche che hanno un animale come elemento centrale. Gli elementi sono tutti realizzati con nastro catadriottico.
Commento: l’analisi dell’automobile quale archetipo invasivo si concentra sul logo dei singoli brand, evidenziando le simbologie (solo marchi con animali) e i riti semantici della comunicazione automotive. Il contrasto avviene tra ciò che un codice linguistico intende comunicare e il risultato effettivo in ambito sociale. Da una parte ecco la natura che evoca contenuti sani negli intenti iniziali del logo, dall’altra ecco i risultati urbani che smentiscono le intenzioni morali, a conferma di quanto sia complicata ma necessaria la gestione parcellizzata del progresso etico.

Accade così al piano inferiore della galleria…
Luogo: piano inferiore, sala uno
Titolo: "Foreste" e "Pioggia"
Spiegazione: 3 Lavori di diversa grandezza su carta rossa intelaiata e nastro rosso rifrangente. Rappresentazione di foreste morte, secche, bruciate e di una pioggia acida, lavica, distruttiva.
Commento: il rosso pulsante del nastro “dipinge” il dramma della natura ferita, il suo taglio di carne viva e dolore impressivo. Il colore rosso esalta la propria natura ottica, visualizzando il pathos che adesso diviene perimetro e superficie figurativa.

Luogo: piano inferiore, sala due
Titolo: "Nuvola atomica"
Spiegazione: Un fungo atomico che spazza via tutto, realizzato con catadriotti trapezioidali bianchi, alto 250cm e largo 300cm. All'interno del “mosaico” compare una bambina inginocchiata che odora il profumo di un fiorellino appena colto, mentre nella parte più alta c'è un’esplosione di monete, simbolo del potere economico e vero elemento distruttore.
Commento: l’opera finale, oltre al suo immaginario catartico e liberatorio, evidenzia la dialettica tra elementi simbolici fortemente riconoscibili. La bambina da una parte, le monete dall’altra, due mondi che si sfiorano nella loro innata distanza, due universi che indicano la forbice sempre più “esplosiva” tra etica ed eccesso.

Didascalia immagine: Stefano Canto “THE END” 2009 installazione realizzata con marker in vetro, dimensioni variabili
Courtesy Romberg Roma

Inaugurazione Martedì 16 giugno 2009 ore 21

ROMBERG artecontemporanea
Piazza de’ Ricci, 127 Roma
Orari: da martedì a sabato 14-20 (lunedì e mattine solo su appuntamento)
ingresso libero

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Guido Pecci
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