Villa Serena
Bologna
Via della Barca, 1
051 6154447 FAX
WEB
Io rompo
dal 10/5/2000 al 25/5/2000

Segnalato da

Adriana Torregrossa




 
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10/5/2000

Io rompo

Villa Serena, Bologna

C'è, di questi tempi, un'arte che aiuta a pensare e che ci costringe a porci domande su come il mondo cambia, sulla storia che si sta scrivendo. Alessandro Dal Lago nel suo testo "I nostri riti quotidiani" parla di "sguardo antropologico" sulla realtà. Cosa ha che vedere questo con il lavoro di un artista?


comunicato stampa

Mostra di Adriana Torregrossa a cura di Lisa Parola. Rassegna a cura di A. D'Orazio.

C'è, di questi tempi, un'arte che aiuta a pensare e che ci costringe a porci domande su come il mondo cambia, sulla storia che si sta scrivendo. Alessandro Dal Lago nel suo testo "I nostri riti quotidiani" parla di "sguardo antropologico" sulla realtà. Cosa ha che vedere questo con il lavoro di un artista? Molto se si pensa al lavoro di Adriana Torregrossa, e con lei di altri artisti contemporanei che pensano la loro ricerca come "a un'attività di descrizione -citando ancora Dal Lago- di comprensione di pratiche culturali che non vuole giungere ad un verdetto definitivo -chi sono loro, chi siamo noi- ma all'illustrazione: "come si presentano loro a noi", "come ci presentiamo noi a loro", e soprattutto "come si annodano queste attività nel dar luogo a un contatto tra culture?"
Da questi presupposti nasce parte del lavoro dell'artista bolognese. La sua ricerca è rivolta alla conoscenza delle "altre" culture, in particolare quella araba. Nel 1989 l'artista si trasferisce per tre anni a Casablanca e quest'esperienza diventa anche il soggetto della sua ricerca. Attraverso la pittura, la fotografia di documentazione, l'installazione e la progettazione di particolari situazioni, Adriana Torregrossa affronta, con differenti modalità, i possibili rapporti e relazioni, ma anche contraddizioni e conflitti, tra realtà culturali distanti. Invitata dal coordinamento a.titolo a realizzare un progetto per Torino, l'artista ha ideato Art.2. Citando appunto l'articolo 2 della Costituzione della Repubblica Italiana, l'artista ha seguito le fasi che hanno portato a trasmettere, sulla piazza del mercato di Porta Palazzo a Torino, al tramonto del 17 gennaio 1999, la preghiera della riconciliazione (Aìd el lftour) che segna la fine del Ramadan: il mese di digiuno della religione musulmana.
Quella di Adriana Torregrossa è stato uno dei primi esempi di Public Art in Italia, intendendo con il termine pubblico la condizione del vivere comune: la socialità, la cultura e i suoi spazi. Nel caso di Art.2 la piazza di Porta Palazzo è stato il sito scelto. Uno spazio che è diventato un simbolo dell'immigrazione a Torino, un luogo nel quale numerosi mussulmani vivono e lavorano. Il progetto dell'artista dunque si è svolto in un'area urbana oggi attraversata da presenze che ne modificano strutturalmente la fisionomia.
L'azione pubblica di Adriana Torregrossa, emersa in ambito non politico e non religioso, è nata anche dalla necessità di ripensare la funzione dell'arte. Un progetto che si è allontanato volutamente dall'autoreferenzialità dell'ambiente artistico per ridefinire un nuovo rapporto con il contesto sociale e garantendo alla fase di transizione culturale della quale è testimone non una risposta univoca ma un'ampio spettro di problematiche con le quali iniziare inediti percorsi. In tutte le fasi del progetto, una trattativa che ha coinvolto la sfera religiosa, politica e pubblica, Adriana Torregrossa si è assunta il ruolo di mediatore per portare a termine una contrattazione. La scelta di amplificare -dar voce- ad un momento religioso è stato un segnale simbolico, semplice nella forma, per evidenziare le distanze e i conflitti tra le culture e il terreno nel quale si consumano le differenze.
In questa come in altre azioni progettate, il lavoro di Adriana Torregrossa sceglie di mettere in evidenza alcune urgenze, anche le più scomode, sociali e culturali che necessitano di un'analisi complessa e nei confronti delle quali l'arte non può sottrarsi. E non a caso nell'occasione della mostra IO ROMPO l'artista ha scelto di dare nuovamente "voce" ad un'azione culturale importante, oltre che politica. Mantenendo il titolo "io rompo", sigla che accompagna l'iniziativa, l'artista ha voluto nuovamente sottolineare anche una precisa funzione dell'arte contemporanea come interferenza nei processi culturali e sociali, come canale per offrire visibilità ai conflitti che si muovono nella nostra, apparentemente tranquilla quotidianità. Così il suo spazio espositivo è messo a disposizione all'iniziativa "un ponte per" associazione contro l'embargo in paesi minati dalla guerra e con la quale l'artista collaborerà, dal prossimo settembre, per la ricostituzione della biblioteca nazionale della città irakena.

Buon viaggio, Adriana!
Lisa Parola


inaugurazione: 12 maggio ore 18.00 Villa Serena, via della Barca, 1 Bologna
info.051.6152598

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