Centro per la Documentazione dell'Arte Contemporanea - Palazzo Pergoli
Falconara Marittima (AN)
piazza Mazzini
071 91771, 800 439392
WEB
Osvaldo Licini e la Svezia
dal 10/7/2009 al 13/8/2009
martedi' e giovedi' 9,30-18,30; mercoledi' 9,30-14; venerdi' e sabato 18,30-22,30
071 9177522, 071 91771

Segnalato da

Artemisia




 
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10/7/2009

Osvaldo Licini e la Svezia

Centro per la Documentazione dell'Arte Contemporanea - Palazzo Pergoli, Falconara Marittima (AN)

I 20 disegni restaurati e incorniciati - gia' esposti presso l'Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma nel 2007 - sono un sorta di mostra personale sul paesaggio ed una tangibile testimonianza dei legami del maestro piceno con la citta' scandinava. L'esposizione e' a cura di Enrica Torelli Landini, Stefano Papetti e Stefano Tonti.


comunicato stampa

a cura di Enrica Torelli Landini, Stefano Papetti e Stefano Tonti

E’ la prima mostra, inedita per l’Italia, dei venti disegni di Osvaldo Licini che sono stati esposti presso l’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma nel 2007. Curata da Enrica Torelli Landini, la mostra di Stoccolma presentava la più recente integrazione del fondo liciniano acquisita dal Comune di Ascoli Piceno da Caterina Celi Hellstrom, figlia adottiva della moglie dell’artista, la svedese Nanny Hellstrom.

I disegni restaurati e incorniciati sono un sorta di mostra personale sul paesaggio concepita dall’artista ed una tangibile testimonianza dei legami della città scandinava con il maestro piceno dove egli, per ben due volte, nel 1926 e nel 1930, mise in luce il suo talento attraverso due acclamate mostre.

La mostra di Falconara M., apre la programmazione espositiva del Centro per la Documentazione dell’Arte Contemporanea (inaugurato il 16 maggio 2009), con uno degli artisti del Novecento come Licini presenti nelle sale del museo, e vuole contribuire nel proseguire l’intento di estendere la conoscenza e l’opera di Osvaldo Licini oltre i confini del territorio ascolano nella convinzione che il genio inquieto dell’artista marchigiano abbia saputo esprimere un sentire comune ad altre personalità del Novecento. L’esperienza parigina e le frequentazioni francesi, l’amicizia con Modigliani contestualizzano la produzione di Licini in un riconosciuto ambito di respiro internazionale. E questo anche attraverso i suoi disegni, dai quali traspare la complessità del suo modus operandi, e dai quali è possibile avvicinarsi alla sua opera.

Dopo le celebrazioni nel 2008 del cinquantenario della scomparsa dell’artista, questa piccola e sofisticata mostra documenta così, attraverso 20 disegni inediti, il genio capace di mediare fra avanguardia internazionale e solitaria, limpida poesia. Della Svezia, terra della moglie, parla un Paesaggio di Goteborg del 1931, di poco precedente alla “conversione” di Licini all'astrazione, testimoniata dallo studio per Addentare, della metà degli anni Trenta. Del tempo maturo sono le invenzioni di un'astrazione lirica e limpida come Gentiluomo volante del 1944 e Miracolo di S. Marrr co del 1948, quasi forme di un surrealismo libero dal peso greve della carnalità e del sogno.

La mostra, che riprende il progetto critico svedese firmato da Enrica Torelli Landini è organizzata e curata da Stefano Papetti (curatore scientifico delle collezioni comunali di Ascoli Piceno) e da Stefano Tonti (responsabile scientifico del Centro Documentazione Arte Contemporanea di Falconara M.) con il contributo di Silvia Cuppini dell’Università di Urbino.



La mostra, aperta anche per visite guidate su prenotazione, è stata organizzata in in collaborazione con la Pinacoteca Civica del Comune di Ascoli Piceno.



Nota propedeutica alla mostra di Stefano Tonti

“Personaggi, Olandesi, Milionari volanti e di seguito Amalasunte ed Angeli ribelli, sono tutte metafore volanti del suo personale esistenzialismo: una lettera, forse anche autobiografica, che si estende all’uomo, alla condizione umana. “

In questo passaggio critico di Enrica Torelli Landini, presente nel catalogo Licini e la Svezia pubblicato in occasione dell’omonima mostra di Stoccolma, è comprensibile, in estrema sintesi, il senso ed il valore intrinseco dell’esito di un percorso espressivo che anche nel disegno a partire dagli anni Quaranta conduce Licini a quell’aspetto della sua poetica tra i più riconosciuti e riconoscibili della sua confermata esperienza di rinnovamento artistico.

In questa mostra (introdotta da uno Studio per marina degli anni Venti e da uno Studio per Addentare del ’35), si riscopre l’origine tematica di alcune opere liciniane, il cui titolo è chiaramente riferito a leggende nordiche che risultano corredate da una forte vena romantica.

I Paesaggi fantastici presenti in questi disegni sono riferiti ai ricordi di tali leggende accanto alle quali il nome di Wagner compare nel primo personaggio aereo, l’Olandese volante, ripreso dall’omonima opera lirica più nota come Vascello fantasma. Il mito norvegese del marinaio errante per l’eternità, per avere oltraggiato Dio, che sarà redento solo da una donna che gli sarà fedele, si identifica con il Licini che si autodefinisce “errante ed eretico”.

Così come l’avventura del Barone di Munchhausen (altra figura legata a leggende nordiche), che viaggia verso la luna per recuperare l’accetta d’argento, è la positiva “caricatura” di un uomo errante liciniano infiammato dal desiderio di vedere il mondo. Non da meno è presente un riferimento a quella “esasperata ricerca del nostro significato nel cosmo” di Licini testimoniata da un disegno non datato del ritratto di scorcio di un altro marchigiano come Leopardi.

E se è nell’immediato dopoguerra che Licini si esercita particolarmente con il disegno, di questo momento sono anche significativi quelli dal titolo Croci viventi (uno dei quali in questa mostra) esiti di un coinvolgimento emotivo della negativa esperienza della guerra.

La mostra presenta infine alcune e significative realizzazioni delle numerose versioni di Amalasunte, nessuna uguale all’altra, con elementi sempre diversi o addirittura di segno antropomorfo come Amalasunta mano-piede (1954) di certa influenza surrealista e di Angeli ribelli, alcuni effigiati frontalmente che esibiscono anatomie umane, altri di spalle o ripresi da diversi, picassiani punti di vista.

La raccolta dei venti disegni si completa con un autografo (Licini, 1946) a dimostrazione di come tra scrittura e pittura, scrive Enrica Torelli Landini, “ci sia una evidente armonia e che una lettera, una vocale, o lo stesso suo nome, pur se scritto con calligrafia infantile, possa essere espressivo, così come può esserlo un volto: "Segni e non sogni", così Licini autodefinisce la sua pittura”.

inaugurazione sabato 11 luglio ore 18

Centro per la Documentazione dell'Arte Contemporanea - Palazzo Pergoli
Piazza Mazzini - Falconara Marittima (AN)
Orario: martedì e giovedì 9,30-18,30; mercoledì 9,30-14; venerdì e sabato 18,30-22,30

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Omar Galliani
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