Stefania Balestri
T-Yong Chung
Michelangelo Consani
Yuki Ichihashi
Diego Tonus
Lorenzo Bruni
La mostra e' la terza di un ciclo di collettive che puntano alla creazione di uno spazio di relazione all'interno di in un progetto dal titolo "Opere per Manuale per autostoppisti dell'arte". Una riflessione sulla natura dell'immagine all'interno delle nostre citta' e sulle modalita' per stabilire luoghi di sosta e di incontro. A cura di Lorenzo Bruni.
a cura di Lorenzo Bruni
Invocare Istanti è la terza di un ciclo di esposizioni collettive che hanno
puntato alla creazione di uno spazio di relazione a Dryphoto arte
contemporanea all’interno di in un progetto dal titolo Opere per Manuale
per autostoppisti dell’arte. Una riflessione sulla natura dell’immagine
sugli spazi di relazione all’interno delle nostre città e sulle modalità per
stabilire luoghi di sosta e di incontro. Questo ciclo si è posto come
percorso parallelo al corso che si è tenuto ad Officina Giovani e come
introduzione al convegno sull’idea di archivio che si svolge il 10 e 11
luglio alla Monash University.
Il 9 luglio a Palazzo Vai in mostra i risultati del corso dal titolo
Manuale per autostoppisti dell’arte. Progetto di educazione alla
comunicazione visiva ideato da Lorenzo Bruni, che si è tenuto da maggio a
luglio presso Officina Giovani-Cantieri Culturali in Prato. La prima mostra
del ciclo aveva il titolo di Avevamo un appuntamento ma io sarò in ritardo
con Giorgia Accorsi, Silvia Bongianni, Vittorio Cavallini, Irina Kholodnaya.
La seconda mostra dal titolo mi ricordo di noi con Gabriele De Santis,
Raffaele Luongo, Osvaldo Sanviti e Flice Serelli.
Invocare Istanti è la presentazione di opere autonome di differenti artisti
che, per l’associazione in un dato spazio, stimolano una riflessione
generale su cosa intendiamo per immagine oggi, indagando le sfumature tra
ciò che definiamo fotograficamente rappresentazione, informazione e
documentazione della realtà. Questa formula aperta, rispetto all’idea di
mostra episodica chiusa in sé, ha rispecchiato l’idea di rendere permeabile
e aperto per incontri lo spazio di Dryphoto nel periodo durante il quale si
è svolto il laboratorio. Inoltre, questi appuntamenti si propongono come una
mappatura delle attuali nuove energie creative sul territorio. Ciò che
accomuna tutti gli artisti coinvolti in questo progetto è una riflessione
sulla natura dell’immagine oggi e sulla sua veridicità. Infatti, tutte le
immagini adesso sono vere o false e quindi l’unica cosa che le rende
concrete è il tipo di fruizione da parte dello spettatore. Per mettere in
evidenza questo, gli artisti in mostra non privilegiano solo lo spazio
rappresentato nelle loro foto ma anche lo spazio che le accoglie e che in
qualche modo andranno ad illuminare e a vivere in maniera differente. Queste
immagini per loro non sono il punto di arrivo ma il mezzo per tendere
all’evocazione di una narrazione collettiva e personale che non si vuol
limitare solo alla semplice documentazione del reale.
Le opere presenti in Invocare Istanti ruotano attorno all’idea di
catalogazione. Catalogare cosa, perché e soprattutto per chi? La risposta
che forniscono gli artisti riguarda il tentativo di riattivare memorie
passate rendendole mezzi per una riflessone sul presente. Le opere presenti
possono essere lette come strumenti con cui scoprire il mondo: il tavolo con
la sequenza di variazioni di colle che implodono su loro stesse di Diego
Tonus, i dadi con le immagini di vari mezzi di locomozione di T-Yong Chung
, l’immagine di una festa di minatori della fine dell’800 ripresa da
internet di Michelangelo Consani, le foto di interni/esterni di case
reali/immaginarie che ritornano con le opere di Stefania Balestri e le
foto di “entità” differenti incontrate per caso nell’arco temporale di un
giorno di Yuki Ichihashi. Le loro opere sono dei mezzi per rileggere dei
mondi e anche per immaginarne degli altri. Questi mondi però non stanno solo
nel campo delle idee ma hanno una loro concretezza e possibilità di
realizzazione. La foto della festa dei minatori di un’altra epoca di
Michelangelo
Consani è visibile come screensaver sul computer (ricordando oggi che gli
archivi sono contenitori immateriali in rete), ma ottiene una concretezza
particolare attraverso gli inviti stampati per la festa diffusi in vari
spazi della città. La diaproiezione di Yuki Ichihashi rende permanente
l’immagine dell’artista stessa che si affaccia da una finestra all’interno
del luogo della Dryphoto. L’archivio di gesti e di sculture di *Diego
Tonus acquista una dimensione particolare integrato con un tavolo
progettato
appositamente per la nuova funzione. Il video di T-Yong Chung crea e
permette un’atmosfera di sdrammatizzazione attraverso il modo di osservare i
passanti dalla sua finestra di casa, facendo sembrare tutto un video games.
Le foto di frammenti di una storia poetica divengono veri solo nella nuova
composizione fotografica per Stefania Balestri. Come per le altre mostre
collettive anche in questo caso la risposta avviene ponendo l’attenzione sul
dialogo tra lo spazio rappresentato nelle immagini e lo spettatore. Questa
chiave di lettura parziale non vuole imbrigliare le opere in una sola
visione di significato ma proporsi come stimolo di discussione all’interno
delle lezioni del laboratorio.
Michelangelo Consani, Miner’s Picnic Group Photo, immagine presa da internet ed esposta come scrensever sul computer, 2009
Dryphoto Arte Contemporanea
via Pugliesi 23 - Prato
Orari: dal mercoledì al venerdì dalle ore 17 alle ore 20 e su appuntamento
Ingresso libero