Dryphoto Arte Contemporanea
Prato
via Pugliesi, 23
0574 444508 FAX 0574 444508
WEB
Invocare istanti
dal 10/7/2009 al 24/7/2009
merc-ven 17-20

Segnalato da

Lorenzo Bruni




 
calendario eventi  :: 




10/7/2009

Invocare istanti

Dryphoto Arte Contemporanea, Prato

La mostra e' la terza di un ciclo di collettive che puntano alla creazione di uno spazio di relazione all'interno di in un progetto dal titolo "Opere per Manuale per autostoppisti dell'arte". Una riflessione sulla natura dell'immagine all'interno delle nostre citta' e sulle modalita' per stabilire luoghi di sosta e di incontro. A cura di Lorenzo Bruni.


comunicato stampa

a cura di Lorenzo Bruni

Invocare Istanti è la terza di un ciclo di esposizioni collettive che hanno puntato alla creazione di uno spazio di relazione a Dryphoto arte contemporanea all’interno di in un progetto dal titolo Opere per Manuale per autostoppisti dell’arte. Una riflessione sulla natura dell’immagine sugli spazi di relazione all’interno delle nostre città e sulle modalità per stabilire luoghi di sosta e di incontro. Questo ciclo si è posto come percorso parallelo al corso che si è tenuto ad Officina Giovani e come introduzione al convegno sull’idea di archivio che si svolge il 10 e 11 luglio alla Monash University. Il 9 luglio a Palazzo Vai in mostra i risultati del corso dal titolo Manuale per autostoppisti dell’arte. Progetto di educazione alla comunicazione visiva ideato da Lorenzo Bruni, che si è tenuto da maggio a luglio presso Officina Giovani-Cantieri Culturali in Prato. La prima mostra del ciclo aveva il titolo di Avevamo un appuntamento ma io sarò in ritardo con Giorgia Accorsi, Silvia Bongianni, Vittorio Cavallini, Irina Kholodnaya. La seconda mostra dal titolo mi ricordo di noi con Gabriele De Santis, Raffaele Luongo, Osvaldo Sanviti e Flice Serelli.

Invocare Istanti è la presentazione di opere autonome di differenti artisti che, per l’associazione in un dato spazio, stimolano una riflessione generale su cosa intendiamo per immagine oggi, indagando le sfumature tra ciò che definiamo fotograficamente rappresentazione, informazione e documentazione della realtà. Questa formula aperta, rispetto all’idea di mostra episodica chiusa in sé, ha rispecchiato l’idea di rendere permeabile e aperto per incontri lo spazio di Dryphoto nel periodo durante il quale si è svolto il laboratorio. Inoltre, questi appuntamenti si propongono come una mappatura delle attuali nuove energie creative sul territorio. Ciò che accomuna tutti gli artisti coinvolti in questo progetto è una riflessione sulla natura dell’immagine oggi e sulla sua veridicità. Infatti, tutte le immagini adesso sono vere o false e quindi l’unica cosa che le rende concrete è il tipo di fruizione da parte dello spettatore. Per mettere in evidenza questo, gli artisti in mostra non privilegiano solo lo spazio rappresentato nelle loro foto ma anche lo spazio che le accoglie e che in qualche modo andranno ad illuminare e a vivere in maniera differente. Queste immagini per loro non sono il punto di arrivo ma il mezzo per tendere all’evocazione di una narrazione collettiva e personale che non si vuol limitare solo alla semplice documentazione del reale.

Le opere presenti in Invocare Istanti ruotano attorno all’idea di catalogazione. Catalogare cosa, perché e soprattutto per chi? La risposta che forniscono gli artisti riguarda il tentativo di riattivare memorie passate rendendole mezzi per una riflessone sul presente. Le opere presenti possono essere lette come strumenti con cui scoprire il mondo: il tavolo con la sequenza di variazioni di colle che implodono su loro stesse di Diego Tonus, i dadi con le immagini di vari mezzi di locomozione di T-Yong Chung , l’immagine di una festa di minatori della fine dell’800 ripresa da internet di Michelangelo Consani, le foto di interni/esterni di case reali/immaginarie che ritornano con le opere di Stefania Balestri e le foto di “entità” differenti incontrate per caso nell’arco temporale di un giorno di Yuki Ichihashi. Le loro opere sono dei mezzi per rileggere dei mondi e anche per immaginarne degli altri. Questi mondi però non stanno solo nel campo delle idee ma hanno una loro concretezza e possibilità di realizzazione. La foto della festa dei minatori di un’altra epoca di Michelangelo

Consani è visibile come screensaver sul computer (ricordando oggi che gli archivi sono contenitori immateriali in rete), ma ottiene una concretezza particolare attraverso gli inviti stampati per la festa diffusi in vari spazi della città. La diaproiezione di Yuki Ichihashi rende permanente l’immagine dell’artista stessa che si affaccia da una finestra all’interno del luogo della Dryphoto. L’archivio di gesti e di sculture di *Diego Tonus acquista una dimensione particolare integrato con un tavolo progettato appositamente per la nuova funzione. Il video di T-Yong Chung crea e permette un’atmosfera di sdrammatizzazione attraverso il modo di osservare i passanti dalla sua finestra di casa, facendo sembrare tutto un video games. Le foto di frammenti di una storia poetica divengono veri solo nella nuova composizione fotografica per Stefania Balestri. Come per le altre mostre collettive anche in questo caso la risposta avviene ponendo l’attenzione sul dialogo tra lo spazio rappresentato nelle immagini e lo spettatore. Questa chiave di lettura parziale non vuole imbrigliare le opere in una sola visione di significato ma proporsi come stimolo di discussione all’interno delle lezioni del laboratorio.

Michelangelo Consani, Miner’s Picnic Group Photo, immagine presa da internet ed esposta come scrensever sul computer, 2009

Dryphoto Arte Contemporanea
via Pugliesi 23 - Prato
Orari: dal mercoledì al venerdì dalle ore 17 alle ore 20 e su appuntamento
Ingresso libero

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