Terme di Saint Vincent
Saint Vincent (AO)
via IV Novembre, 11
0166 512693 FAX 0166 511253
WEB
Alessandro e Giangiacomo Spadari
dal 16/7/2009 al 26/9/2009
0166 512693

Segnalato da

Maurizio Giufre'




 
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16/7/2009

Alessandro e Giangiacomo Spadari

Terme di Saint Vincent, Saint Vincent (AO)

Variazioni sul tema del paesaggio. L'intento di mettere a confronto due generazioni diverse di artisti non e' un esercizio accademico ma un tentativo di verificare il mutamento di percezione della realta'.


comunicato stampa

a cura di Maurizio Giufrè

L’esposizione, curata da Maurizio Giufrè, metterà a confronto il lavoro di Giangiacomo e Alessandro Spadari, padre e figlio. Non li lega solo un rapporto di parentela e di pittura, ma entrambi hanno affrontato il tema del paesaggio, che diventa discorso artistico unitario anche attraverso l’apporto di esperienze distinte ed originali.

L’intento di mettere a confronto due generazioni diverse di artisti, non è quindi un esercizio accademico per contrapporre immagini e stili differenti, ma è un sistema sicuramente efficace per verificare il mutamento di percezione della realtà, da parte dell’artista, attraverso il mutare delle circostanze storiche.

Giangiacomo Spadari (1938-1997)
Nella produzione artistica di Giangiacomo Spadari, gli anni ottanta appaiono come una speciale parentesi, dedicata prevalentemente alla rappresentazione della natura, secondo una scelta apparentemente inaspettata rispetta alla pittura precedente, realizzata dall’autore con l’obiettivo primario di un’arte concentrata sull’uomo, sulla sua storia e sulla sua condizione nell’attuale.

Le opere di questa fase non cambiano le dimensioni, spesso ampie e scarsamente adatte a una pittura da salotto, e mantengono immutata la tecnica, che vede l’impiego di smaglianti colori acrilici. Varia però l’impostazione compositiva, che aveva visto una complessa costruzione narrativa, costituita da episodi diversi che componevano un articolato discorso poetico: adesso la visione è unica e viene determinata da un’impostazione prospettica che regola grandi spazi entro i quali si stendono paesaggi che sono colti da un solo punto di vista, preso dall’alto.

La presentazione della natura avviene impiegando elementi ricorrenti, le ondulazioni di interrotte montagne riempiono la composizione e arrivano spesso a un orizzonte che è chiuso dal mare, pianure piu o meno vaste, percorse dall’andamento sinuoso di fiumi, movimentano l’immagine, oscurandosi d’ombra, un cielo attraversato da nuvole, quali si possono vedere solo negli spazi vasti e liberi delle campagne,sovrasta ed incombe su questi paesaggi.

Alessandro Spadari (1969)
Il paesaggio costituisce per Alessandro Spadari una sorta di pretesto profondo, un pervasivo catalizzatore per la pittura e per tutte le sue seduzioni, i suoi giochi, le sue disperazioni e tenerezze. Difatti nelle sue tele una visione pacatamente poetica dell’ambiente di natura, cioè in buona sostanza una visione eminentemente tradizionale, un sentire diremo classico, si torce progressivamente in qualcosa di assai più teso e complesso, caricandosi al passaggio di possibilità e potenzialità, di brividi e suggestioni che con il naturalismo di partenza poco ormai hanno da spartire. Compulsivamente, il fuoco dell’immagine si condensa quasi sempre sulle concrezioni concettuali del limite (limite tra terra e acqua, tra vuoto e pieno, tra buio e luce…) inteso come conflitto tra campiture e colature, fasce pittoriche o ribollimenti di segni e colori che sembrano obbedire ad una scenografia interiore resa obbligata dal particolare suo taglio emotivo, fino alle più sorprendenti trasformazioni, alle più totali trasfigurazioni. E tirando, insomma, l’espressione fino ai confini di una vera e propria visionarietà, in cui può accadere di tutto, come, ad esempio, che le acque sperdute e il trascolorare dei campi o lo sfacimento del cielo che cola sulle terre si tendano, di colpo, alle evocazioni dei peccati dell’uomo (dell’umanità), moralismi in sembianze sensuali, distesi o annodati in una vertigine di enigmatica poesia, o, ancora, si trasformino nella lacerata violenza di un’impressione di guerra, di violenza graffiante e sanguinosa sospesa sull’orlo di combustioni, ferite e abrasioni a tormentare la pelle viva delle vittime invisibili. E – di più – il mare si volga invece in nevicate di stelle, a contrappunto della possibile rinata quiete di una silenziosissima notte di San Lorenzo.

Inaugurazione 17 luglio

Terme di Saint Vincent, (Ao)
Via IV Novembre 11, Saint Vincent
Ingresso libero

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Alessandro e Giangiacomo Spadari
dal 16/7/2009 al 26/9/2009

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