Sguardi dalla Costa. La personale presenta un'ampia selezione di opere, tra dipinti, disegni, acquerelli, che l'artista salernitano ha dedicato, nell'arco di quasi cinquant'anni, alla Costa di Amalfi.
Domenica 19 luglio, alle ore 20,00, presso il Salone di Palazzo Sasso a Ravello, sarà inaugurata la mostra di Virginio Quarta, Sguardi dalla Costa, organizzata dall’art promoter Bruno Mansi. La personale presenta un’ampia selezione di opere, tra dipinti, disegni, acquerelli, che l’artista salernitano ha dedicato, nell’arco di quasi cinquant’anni, alla Costa di Amalfi.
È mostra antologica dedicata al suo, quasi cinquantennale, dialogo segreto ed intimo con la Costiera, eletta a spazio della sua pittura, una sorta di tracciato antologico capace di ricostruire, pagina dopo pagina, il diario di un viaggio all’interno della pittura, all’interno delle relazioni che le immagini ci offrono come seduzioni della mente e dell’anima.
Quarta riassume la sua Costa nell’atmosfera canicolare che invade i giardini e le terrazze di colori che si slanciano sull’azzurro del cielo e che di notte diviene schermo buio sul quale l’universo disegna le sue figure stellari. Sono terrazze trasformate in punti di osservazione, luoghi del racconto, dai quali l’artista salernitano guarda, inquadra l’immagine e l’asseconda all’emotività della pittura, ai suoi tempi narrativi.
Una mostra, dunque, che parte dalla pittura, dalla sua azione di svelare luoghi e atmosfere. “Partire dalla pittura – osserva Massimo Bignardi –, dai dipinti e dagli acquerelli che Virginio Quarta ha dedicato alla Costa di Amalfi nella sua lunga attività di artista, per rileggere una delle esperienze più significative della cultura salernitana degli ultimi tre decenni. Partire dalla pittura, cioè dalla quotidiana relazione con gli strumenti tradizionali del fare, per immettersi in quel viaggio scandito da immagini, orientato da segni che dialogano con le sollecitazioni emotive dei contrasti di colore, insomma in registri ideativi che hanno coniugato e coniugano dettati diversi di figurazione, rendendo conto, di volta in volta, della continuità dello sviluppo. Dipinti, disegni, ceramiche che, dagli anni settanta, giungono ad oggi tracciando un percorso di immagini che si susseguono con rapidità, spesso accavallando ricordi a ricordi, fino a sperdere ogni possibile connessione con la configurazione e farsi sguardo dell’anima”.
È un’immagine che nei dipinti recenti si fa specchio di un dettato narrativo intimo, sussurrato, appena trascritto dal colore. Nota Marco Alfano: “In un linguaggio figurativo così disposto ad arrischiarsi su tracciati nuovi, Quarta traspone, dagli anni ottanta, la provocazione della pittura in strumento etico di disinganno, rivelandone il valore che questa possiede di farsi proposta immaginativa, d’effettiva contestazione culturale. Nella riproduzione d’immagini seducenti, avvalendosi dei medesimi strumenti pittorici perfezionati con estremo rigore, l’occhio è sollecitato ad invaghirsi della bellezza, a cedere all’incanto della costa d’Amalfi; immagini fantastiche che tuttavia appaiono trasferite in contesti ancor più enigmatici, che strategicamente insidiano le possibilità della visione”.
Virginio Quarta, (Taranto 1938), Si stabilisce a Salerno con la famiglia all’inizio degli anni cinquanta: dal 1954 al 1958 frequenta il liceo artistico di Napoli, dove studia, tra gli altri, con Eugenio Scorzelli, Guido Tatafiore e Renato Barisani. La sua attività espositiva ha inizio con la partecipazione ad alcune mostre e rassegne nazionali: Giovani pittori salernitani, (1953); Prima Mostra Provinciale d’Arte Giovanile, tenutasi al Centro di Cultura di Salerno (1958); VII Premio Nazionale Biennale di Pittura di Gallarate (1959). Nel corso del decennio seguente si dedica ad un’intensa attività nella grafica pubblicitaria; nel 1971 è invitato alla seconda edizione del Premio Marino Mazzacurati, a Teramo; nel 1972 al Premio Sassetti, Milano, mentre nel 1973 prende parte, con Luigi Paolelli, Paolo Signorino e Matteo Sabino, alla collettiva Quattro pittori salernitani, presentata da Raffaele De Grada alla Galleria La Nuova Sfera di Milano e alla Galleria La Bottega di Ravenna. Dello stesso anno è la prima personale alla Galleria Il Catalogo di Salerno, presentata da Paolo Ricci; nel 1974 riceve da Carlo Levi il primo Premio Marino Mazzacurati di Teramo, dedicato al disegno; dello steso anno è l’invito alla rassegna Arte Contemporanea ’73, tenutasi al Museo Civico di Bologna; nel 1975 è presente alla rassegna Napoli. Situazione ’75, tenutasi a Marigliano. In questo periodo inizia la produzione di opere, accentate da una sorta di iperrealismo, esposte nel 1976 alla Galleria La Bottegaccia di Salerno e presentate da Enrico Crispolti. Del 1977 è la presenza all’interno della collettiva Paolo III e i nipoti, allestita alla Galleria Taide a Salerno; del 1978 sono le personali alla Galleria Lastaria di Roma e al Centro d’Arte Zahir di Napoli. Negli anni ottanta si segnalano numerose mostre personali; alla Galleria Il Catalogo di Salerno (1984, 1988), alla Galleria Il Babuino di Roma (1987, 1988), e le altre tenutesi alla Galleria Il Punto di Ravello (1988), allo Studio Effe di Castel San Giorgio (1989), alla Galleria Il Portico di Cava de’ Tirreni (1990). Dagli anni novanta s’interessa alla ceramica, presentando i suoi lavori in alcune personali e nelle edizioni del Premio Nazionale Viaggio attraverso la Ceramica di Vietri sul Mare (2001 e 2003). Nel 2003 è invitato ad esporre le ceramiche alla rassegna Artigianato Metropolitano, tenutasi a Torino a cura del Museo d’Arte Contemporanea del Castello di Rivoli. Tra le recenti personali si segnalano quelle di Palazzo Sasso a Ravello, nel 2004 e nel 2005. Del 2006 è la sua presenza alla mostra Transiti permanenti, curata da Massimo Bignardi al Fës Show Room di Minori. Dal 2005 una sua opera è nella Collezione Permanente del Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi.
Inaugurazione domenica 19 luglio, ore 20
Palazzo Sasso
via S. Giovanni del Toro, 28 - Ravello (SA)
Orario di apertura: tutti i giorni 10.00/13.00 – 18.00/22,30
Ingresso gratuito