Angelo Aprile
M. A. Daliu
Michela Fiini
Cristina Messora
Filippo Passeo
Corinne Piccarolo
Gloria Tranchida
Marina Zatta
Secondo appuntamento della rassegna. Un viaggio di riflessione artistica sul tema della crisi nel mondo del lavoro. Vi sono esposte 12 opere che 6 artisti, diversi tra loro per stile, linguaggio e tecniche pittoriche, hanno appositamente realizzato sul tema della crisi.
a cura di Marina Zatta
“Vista” è un centro dedicato all’arte ed alla comunicazione che nasce dall’esperienza di alcuni giornalisti da sempre impegnati nell’organizzazione di eventi d’arte e cultura. Uno spazio espositivo che si rivolge ai giovani talenti esordienti ma accoglie anche esperienze confermate all’ombra della splendida cornice del Colosseo.
In questo luogo Soqquadro espone la collettiva Working “out” progress, un viaggio di riflessione artistica sul tema della crisi nel mondo del lavoro. Vi sono esposte 12 opere che 6 artisti, diversi tra loro per stile, linguaggio e tecniche pittoriche, hanno appositamente realizzato sul tema della crisi.
Come ben sappiamo questo è un periodo di terribile recessione economica. Tutti i giorni i telegiornali ci parlano della crisi che prevedono sarà lunga e dolorosa. Molti lavoratori sono già stati messi in cassa integrazione o in mobilità ed i contratti in scadenza (Co.Co.Pro., Co.Co.Co., Tempo determinato...) non sono stati rinnovati, spesso senza neanche una spiegazione.
L'esposizione è intitolata Working ''OUT'' progress proprio per sottolineare, con l'alterazione del famoso modo di dire inglese Working in progress, il momento di drammatica regressione che il mondo del lavoro sta affrontando in questo periodo che si traduce in minori diritti e tutele dei lavoratori oltre che in vere e propri momenti di disagio se non di disperazione sociale.
Cosa accade quando il lavoro anziché progredire regredisce? Quale senso di sfiducia si instaura nelle persone? Quali egoismi scaturiscono da una concezione della socialità che ruota sul mors tua vita mea? Da tutto ciò quali e quanti disordini sociali possono sorgere? Questi gli interrogativi che si agitano nell’animo dei cittadini a cui gli artisti partecipanti a questa anomala esposizione hanno tentato di dare delle risposte.
Angelo Aprile presenta in questa occasione alcuni scatti fotografici sul tema dell’immigrazione dal titolo THE ITALIAN CHILDRENS la cui poetica che li anima è: Sono i nostri vicini di casa, i compagni di banco dei nostri figli. A volte portano nomi e cognomi impronunciabili, i loro genitori sono arrivati attraversando il mediterraneo o passando il confine, sotto la pancia di un tir, fuggendo da guerre e carestie. I loro figli sono eredi di culture e tradizioni lontane, la loro presenza è il patrimonio più grande di questo paese, perchè è possibile un mondo dove tutti sono uguali e tutti diversi.
M. A. Daliu ha una tecnica ispirata alla Action Painting, ma con uno stile personalizzato. La differenza con il dripping classico è che M. A. Daliu ottiene effetti tridimensionali mediante delle sfumature che toccano l’iperrealismo ed a volte creano oggetti figurativi fortemente stilizzati. In questa mostra gli effetti dati dal suo lavoro creano delle atmosfere suggestive che si rincorrono all’interno delle opere.
Michela Fiini ci spiega così le sue riflessioni sul tema del lavoro: Lavoro non solo come necessità ma anche come mezzo di espressione. C’è un intima connessione tra il lavoro e l’uomo, tra l’uomo e lo spazio. Nel momento in cui il primo manca, l’ individuo perde la sua identità. Nell’opera MARGHERA che la pittrice presenta in questa mostra, una linea genera e unisce l’uomo e la città mentre in CIMINIERE VERDI il legame si dissolve. Soggetto e ambiente si disgregano….
Cristina Messora, espone l’opera CIO’ CHE RESTA: una successione di eventi, di situazioni, di relazioni, che da un nucleo si sollevano per trovare un equilibrio attorno al proprio asse. Piccole virgole bianche scandiscono i tre momenti; un groviglio che si dipana verso l’alto, è ciò che resta di un asse per così dire svuotato. CIO’ CHE RESTA è frutto di una riflessione sul disagio che si avverte nella “perdita”, momento nel quale si tende a dimenticare il proprio valore e il proprio potenziale
Filippo Passeo ha realizzato due lavori in cui i protagonisti sono gli utensili da lavoro che, abbandonati a causa della crisi e della disoccupazione, risultano come morti, privati del significato della loro esistenza. E’ una visione poetica dell’oggetto visto in interazione con l’agire dell’uomo e strettamente collegato all’evolversi della Cultura e della Storia umana. Nella relazione tra l’uomo ed i suoi utensili c’è una singolare forma di affetto, quasi un’amicizia sublimata che causa una sofferenza dell’anima nel momento in cui viene costretta ad interrompersi. Gli oggetti rappresentati sono strumenti del mondo del lavoro attuale, l'assenza dell'essere umano non è casuale ma voluto poiché non c'è lavoro. Quindi i veri protagonisti delle tele sono questi strumenti inanimati.
Corinne Piccarolo espone due uomini ritratti nudi nella loro estrema essenza e li chiama Adam. Il significato di queste opere l’artista lo spiega così: La presenza dell’uomo nell’ambiente è un elemento di discussione. Egli stesso si prepara ad un confronto diretto con ciò da cui proviene e con ciò verso cui si è spinto. La crisi porta alla paura, la paura alla difesa, la difesa all’egoismo. Un gesto istintivo, per nulla innocente, concede lo sguardo verso la propria immagine,che non ci appartiene più
Gloria Tranchida in NEW ECONOMY ZOMBIE, ritrae il nuovo mercato degli schiavi, collocato nelle sedi delle “agenzie per il Lavoro“; i lavori sempre più temporanei e precari trasformano il lavoro in un nuovo mercato degli schiavi giustificato dalle logiche di “mercato” e “finanza” a profitto delle aziende, a scapito del valore personale. L’immagine assurge da una base di pagine del Sole 24 ore, ha la forma di uno Zombie e raffigura il nuovo schiavo dell’economia e della finanza che distrugge i valori del lavoro creando morti viventi. MORTI BIANCHE CARTA BIANCA è un’ opera dedicata ai morti sul lavoro ed è un’opera da ascoltare, sono passi nel silenzio. Solo carta bianca, perché i giornali non ne parlano, perché gli imprenditori hanno carta bianca per uccidere, carta bianca per le morti bianche, chiudiamo gli occhi per non vedere cosa si distrugge in nome dell’arricchimento delle imprese, chiudiamo gli occhi e ascoltiamo questo silenzio. Se apriamo gli occhi restano le assenze, impronte nel silenzio.
Inaugurazione mercoledì 22 luglio ore 19.00
Vista Arte e Comunicazione
via Ostilia, 41 - Roma
Orario: dal lunedì al venerdì 11.00-13.00 e 16.00-19.30 sabato 16.00-19.30
Ingresso libero