Sculture. Le opere dell'ultima produzione sono un'estensione esplorativa degli aspetti fisiologici della natura e del tempo, forme sinuose e curve fanno emergere due aspetti contrastanti della pietra: la durezza e la dolcezza.
Giuseppe Giardini: nasce a Manopello in Abruzzo, si trasferisce a Torino per i suoi studi e poi ritorna nella sua terra d'origine a Roccamorice. Si avvicina alla scultura “inconsapevolmente”, abitando nella Majella trova più fonti ispiratrici lavorando e modellando le pietre, subito con un tentativo figurativo per poi passare a quella che è la sua ricerca dello stilizzzare volti, espressioni ed elementi della natura. Questi stimoli al cambiamento artistico sono motivati dai suoi ripetuti viaggi a Barcellona, con Gaudì e Mirò, a Parigi, con Niki de Saint-Phalle, con i quadri Bosch in Olanda e Belgio, che hanno scosso ed incentivato quella che è la sua vena artistica, quindi il viaggio come fonte primaria di cambiamento.
Grazie anche all'intensa attività dell'associazione artistica “Sussurri e Grida”, che ha organizzato eventi e performances di forte richiamo, Giuseppe Giardini si è fatto conoscere in questa sua passione di fare scultura nel centro Italia. La sua ricerca formale attraversa varie fasi, dopo un primo richiamo per l'arte figurativa e primitiva e per le figure totemiche dell'arte precolombiana, passa in modo organico a trasformare e deformare i volti e le figure anatomiche, per sperimentare tutte le possibilità plastiche delle pietra.
Le ultime produzioni sono un'estensione esplorativa degli aspetti fisiologici della natura e del tempo, forme sinuose e curve fanno emergere due aspetti contrastanti della pietra, la durezza e la dolcezza, le sue opere si librano nell'aria nel suo splendore e bellezza. Le sue sculture nascono da un lavoro paziente e minuzioso di chi sa trasmettere e donare le proprie emozioni e le sue interiorità alla creazione. Giardini cerca poi di unire due concetti che sono quelli della “tradizione” e della “modernità”, i quali diventano momento di forte emozione nell'osservare queste opere. Questa caratteristica della trasformazione è anche alla base del suo metodo compositivo, che non prevede generalmente un'idea definita e rigida, ma parte semplicemente dall'individuazione, nel blocco, di alcune zone particolari, o meglio di alcune massa di materia che suggeriscono l'evolversi del lavoro. Nel 2007 è risultato vincitore di un concorso per la realizzazione di un monumento ai caduti indetto dal comune di Roccamorice, producendo una imponente scultura.
Inaugurazione 25 luglio ore 18.30
Galleria d'arte Doro
via Don Enrico Tazzoli, 6/b - Verona
Orari: 10-13 e 15-19.30. Lunedì chiuso, domenica su appuntamento
Ingresso libero