Superfetazione. A meta' tra quadro e scultura, con tendenza all'installazione, le nuove opere di Chiodi si collocano nel sottile punto di intersezione tra la vitalita' e il suo congelamento. Tutti gli oggetti (animali impagliati, frammenti di mobili usati, cornici, fotografie, passamaneria) entrano in rapporto reciproco, definendo alla perfezione lo spazio che compete a ciascuno di essi.
Lo studio d’arte Cannaviello presenta “Superfetazione”, la mostra personale di Umberto Chiodi
(1981). L’artista, alla terza esposizione in galleria, gode di una presenza ormai consolidata nel
panorama dei giovani artisti italiani. Nel 2006 e 2007, due mostre personali lo hanno visto
protagonista presso la galleria Michael Schultz di Berlino e la Galleria Nazionale di Belle Arti di
Sofia.
La mostra coglie un momento di passaggio fondamentale nella poetica dell’artista. Il disegno che l’ha
caratterizzato dall’esordio rimane sottotraccia, e lascia il posto ad assemblaggi allo stesso tempo
evocativi e razionali, austeri e fantasiosi.
La provenienza degli oggetti è uno spunto di partenza presto dimenticato. La fase di raccolta, nelle
cantine, nei mercati dell’antiquariato, in vecchie case, è solo un preliminare: una volta riposizionati
nell’opera gli oggetti sacrificano la loro identità originaria e diventano parte di una composizione
estremamente sapiente. A metà tra quadro e scultura, con tendenza all’installazione, le nuove opere di
Chiodi si collocano con esattezza nel sottile punto di intersezione tra la vitalità e il suo congelamento.
Tutti gli oggetti (animali impagliati, frammenti di mobili usati, cornici, fotografie, passamaneria)
entrano in rapporto reciproco, definendo alla perfezione lo spazio che compete a ciascuno di essi.
La
composizione che ne risulta è un sistema altamente coerente, con direttrici spaziali e rimandi
biunivoci, ma con una chiusura formale che sublima tutte le componenti in un’unità complessiva.
Rimane fondamentale anche l’intervento manuale dell’artista, che agisce sugli oggetti di recupero
spesso modificandoli profondamente, e associa loro sbalzi in rame, dorature, collage.
Gli oggetti sembrano essere di colpo tornati in vita, prendendo improvvisamente forza e espandendo a
dismisura il loro impatto sull’immaginario, in una superfetazione mediata e regolata dall’artista. Ogni
opera è suggestiva metafora del presente, in cui gli individui sono dotati di identità multiple, costruite
pezzo per pezzo mediando tra tradizione e spinta spasmodica per l’innovazione.
Esposto anche il ciclo delle cartine geografiche, in cui Chiodi elimina le terre dalla mappa, lasciandovi
solo le strade e i fiumi, come fossero le diramazioni di un sistema arterioso.
La nuova produzione di Chiodi è infine un’ottima opportunità per riaccostarsi a un genere artistico
glorioso ma poco in uso oggi in Italia, l’assemblaggio. Un genere tanto più denso di significati nella
società attuale, più che mai una società del consumo.
La mostra è accompagnata da un catalogo con le riproduzioni di tutte le opere e un testo critico di
Giorgio Verzotti.
Inaugurazione 18 settembre 2009 alle ore 18
Studio d’Arte Cannaviello
Via Stoppani, 15 Milano
orari: dal martedi al sabato, dalle 10.30 alle 19.30
ingresso libero