Sovrapposizioni cromatiche. Una selezione degli ultimi dipinti a olio su tela di Borlat e delle recenti ceramiche di Tomaino all'interno della casa dell'architetto futurista Mario Chiattone, sede della galleria.
a cura di Aymone Poletti
Una selezione degli ultimi dipinti a olio su tela di Claude Borlat e delle recenti ceramiche di Antonella Tomaino sarà esposta durante la doppia mostra personale, promossa dalla galleria spazio78, nelle sale al pianterreno di una casa dell’architetto futurista Mario Chiattone a Lugano-Cassarate.
“Le opere di Claude e Antonella sono ricercate, profonde, e ci offrono la possibilità di scoprire il piacere del linguaggio delle sovrapposizioni cromatiche. Se da un lato si individua questa importante similitudine concettuale, dall’altro il profondo fascino dei lavori dei due artisti lo percepiamo dalla ''grafia'' nascosta nella materia che ognuno di loro utilizza, e che si legge, in questo caso, in maniera totalmente opposta dal punto di vista della realizzazione finale, dipendente dalla base usata per dare origine alle loro opere.
Nella pittura di Claude Borlat, il tema principale è la contemplazione della volumetria spaziale e dei colori influenzati dalla luce. Questi ultimi si trasformano in una percezione di sovrapposizioni cromatiche e di sviluppi materici attorno allo sfondo quando la luce investe i volumi o ne circola attraverso. Antonella Tomaino si concentra sulla lavorazione degli stessi livelli cromatici, utilizzando numerosi smalti, che però sulla ceramica si amalgamano in un tutt’uno dopo la cottura al forno. La sua tazza diventa di fatto ciò che per Claude è la tela: il supporto ideale per poter dialogare attraverso una ricerca cromatica protagonista dell’opera e per trasmettere il messaggio più profondo, intrinseco all’artista.
Claude e Antonella operano quindi su due livelli “similcontrari”. La ricerca è uguale, l’inizio del cammino creativo e il percorso di concezione pure, ma il risultato viene tradotto dalla lavorazione in due modi completamente diversi grazie ai differenti supporti usati: con le tele di Borlat, di formato anche importante, ritroviamo la danza di trasparenze e di velature attraverso l'osservazione dei vari strati di materia, delle forme rigorose; mentre con le opere della Tomaino, molto più introspettive, notiamo questa espressione che si fonde, dopo la cottura, in un unico livello fissato sul grès, a memoria dell'atto creativo. Comunicazione e riflessione, dunque: palpabili livelli di materia che danzano, offrendo allo spettatore una visione uniforme e fusa, di uno spettacolo cromatico unico.'' Aymone Poletti
BREVE BIOGRAFIA DEGLI ARTISTI
Claude Borlat
Nato a Ormonts-Dessous, vicino a Aigle (VD), Claude Borlat effettua il suo apprendistato nell’industria orologiera, perfezionandosi nel disegno tecnico. A partire dai 17 anni pratica le arti marziali, disciplina rigorosa che lo porterà al loro insegnamento e che lo influenzerà nel suo percorso artistico. Pittore libero da ogni vincolo, Claude Borlat manifesta una grande ammirazione per Max Bill, che considera come suo maestro spirituale, sia per l’originalità del quadrato sulla punta, sia per la padronanza della tecnica astratta. A partire dal 1976 e durante 4 anni, Borlat sarà allievo presso l’atelier di Claude Besson a Mont-sur-Lausanne. Lì vi perfezionerà la tecnica a olio e porterà avanti la sua ricerca sullo sviluppo dei fondi realizzati attraverso la sovrapposizione di tratti spezzati, in modo da conferire alla materia una particolare ricchezza plastica e pastosa.
Dal 1980, Borlat personalizza la sua pittura, sviluppando il proprio discorso astratto e durante 6 anni persevera nella ricerca, con l’intento di raggiungere il suo obiettivo essenziale: arrivare cioè alla semplificazione totale della forma e sviluppare il suo personale discorso cromatico. Con il passare degli anni, il tratto si affina e la pittura diventa maggiormente fluida e sfumata. La ricerca nei toni pastello gli permette di ricreare in maniera ideale gli effetti delle superfici sovrapposte.
Ultimamente Claude prosegue la sua analisi creativa, eseguendo un lavoro di ricerca sul rilievo messo in valore dalla luce. Quale retaggio del controllo imposto dalle arti marziali, l’artista realizza le sue opere con spirito analogo: crea lui stesso le proprie tele, si sofferma sulla composizione in modo quasi ascetico e ne segue lo sviluppo pittorico senza concessioni o compromessi. Attualmente l’artista vive e lavora a Epalinges, sopra Losanna.
Antonella Tomaino
Nata nel 1964, la ceramista Antonella Tomaino vive nel Canton Ticino, nel comune malcantonese di Mugena. Dopo aver conseguito il diploma di pittrice su ceramica (con il tirocinio da Raffaella e Gigi Costa a Gandria), ha studiato presso ''Agir Céramique'' di Christian Coissieux ad Alzon-Vissec, in Francia. Forte di questa esperienza, al suo ritorno dalla Francia l’artista inizia ad esporre, a lavorare al tornio, a creare i propri smalti e ad insegnare. Con il tempo si fa però sempre più intensa la necessità di uscire dall'Europa, di vivere la creazione con la ceramica attraverso il confronto con altre culture.
Così, nel 1994 parte per il New Mexico, a San Ildefonso Pueblo, per un’esperienza di lavoro con Kathy Sanchez, ceramista Tewa della famiglia di Maria Martinez, artista nota per aver incontrato e collaborato con famosi ceramisti quali l’inglese Bernard Leach e il giapponese Atsuya Hamada. Nel 1996, insieme a Theo Baumann (arteterapeuta), concepisce la ''Festa della Luna'', notte di creazione all'aperto con la partecipazione di numerosi artisti, al Piano di Caroggio (nell’Alto Malcantone). Attualmente predilige lavorare al tornio con il grès, e smalta e decora personalmente tutte le opere che ha foggiato. Antonella crea ed insegna presso l'Atelier “Centro Terra” a Muzzano (La Piodella).